Salman Rushdie: chi è e cosa è successo

Giorgia Bonamoneta

12 Agosto 2022 - 21:03

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È stato aggredito a New York Salman Rushdie. L’autore de I versi satanici è vivo e sta ricevendo cure in ospedale. Ecco chi è Salman Rushdie e perché è stato aggredito.

Salman Rushdie: chi è e cosa è successo

Salman Rushdie, lo scrittore e saggista indiano, è stato aggredito durante una conferenza a New York. Aggredito sul palco prima dell’inizio, lo scrittore di 75 anni è stato trasportato in ospedale per aver riportato una ferita al collo con un’arma da taglio. “È vivo e sta ricevendo le cure di cui ho bisogno in ospedale”, ha detto la governatrice di New York Kathy Hochul.

L’aggressione a Salman Rushdie potrebbe avere come movente la richiesta di uccisione da parte dell’ayatollah Khomeini. Rushdie venne infatti condannato a morte per la scrittura del testo “I versi satanici”, pubblicato nel 1988. Il libro contiene una rivisitazione in chiave satirica dell’islamismo e nel romanzo c’è un personaggio ispirato proprio al profeta Maometto. In Iran nel 1988 venne subito bandito e la comunità musulmana si è espressa in maniera critica contro l’autore e il testo.

Il caso più eclatante ed estremo di questa critica proviene proprio dall’Ayatollah Khomeyni che invitò, attraverso una fatwa - che nel diritto islamico corrisponde a un responso del diritto romano e viene emanato da un’autorità religiosa, tra cui rientrano proprio le condanne a morte per blasfemia - invitava i “valorosi musulmani, ovunque si trovino nel mondo, ad ucciderli senza indugio, in modo che nessuno oserà d’ora in poi insultare le sacre credenze dei musulmani”. La condanna a morte annunciata nel 1988 è stata poi ripresa nel 2017 e nel 2019 tramite Twitter. Infatti non è la prima volta che lo scrittore indiano, naturalizzato britannico, viene aggredito. Ecco chi è Salman Rushdie cosa è successo a New York.

Chi è Salman Rushdie, l’autore de I versi satanici

Ahmed Salman Rushdie, l’autore aggredito oggi (12 agosto 2022) a New York, è uno scrittore, saggista e attore indiano. È autore di opere di narrativa che hanno ricevuto particolare successo in seguito alla pubblicazione nel 1988 de “I versi satanici”, un testo che ha portato l’autore e le sue opere alla fama internazionale.

Il motivo per il quale Salman Rushdie è stato aggradito è quasi sicuramente legato alla pubblicazione delle sue opere, spesso considerate blasfeme. Ma chi è Salman Rushdie? Nato a Bombay il 19 giugno 1974, Rushdie frequenta il King’s College di Cambridge. Anche essendo figlio di una famiglia benestante di fede islamica, l’autore indiano si dichiara da sempre ateo.

Anche se Salman Rushdie è divenuto noto per la pubblicazione de “I versi satanici”, l’opera che lo ha proiettato nel mondo della letteratura e della fama, è stato con “I figli della mezzanotte”, considerato il suo migliore lavoro fino ad oggi, che ha iniziato la sua carriera. Il successo letterario di Salman Rushdie è spesso collegato proprio alla violenza delle critiche che ha ricevuto per via del contenuto dei suoi testi, considerati blasfemi o critici. Tra le sue opere ricordiamo anche “La vergogna” del 1983, “L’ultimo sospiro del moro” del 1995 e “La terra sotto i piedi” del 1999.

Salman Rushdie aggredito negli Stati Uniti: cosa è successo

Alle cinque del pomeriggio, ora italiana, l’autore settantacinquenne Salman Rushdie è stato aggredito durante una conferenza a New York. L’aggressore lo ha colpito al collo con un’arma da taglio e l’autore si è accasciato al suolo, per poi riprendersi. L’aggressore è già stato fermato dalle forze dell’ordine. Durante l’aggressione anche il moderatore della conferenza ha riportato alcune ferite, ma non sono gravi.

La governatrice di New York Kathy Hochul ha confermato che Salman Rushide è vivo e sta ricevendo le cure necessarie in ospedale.

La motivazione dietro l’aggressione di Salman Rushdie

Nel 1988 Salman Rushdie ha pubblicato “I versi satanici”, un’opera considerata blasfema dall’Iran per via della sua reinterpretazione satirica del Corano, della figura di Maometto e dell’Islam. In occasione della censura in Iran, Khomeyni lo condannò a morte, pubblicando una fatwā nella quale si richiedeva agli uomini coraggiosi di difendere la dignità dell’Islam e della loro figure religiose. Veniva loro offerta una cifra di 3 milioni di euro per l’uccisione di Rushdie.

Nel corso del tempo Rushdie è stato bersagliato da minacce di morte e in alcune occasioni ha rischiato la vita. Anche le persone che hanno lavorato all’opera, nelle sue traduzioni estere, sono state vittime di aggressione. È accaduto il 3 luglio 1191al traduttore italiano del libro, pugnalato ma sopravvissuto; e al traduttore giapponese Hitoshi Igarashi, che 12 luglio del 1991 venne ucciso.

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