Salario minimo, per gli italiani non se ne può fare a meno

Redazione

16 Agosto 2023 - 10:56

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Il risultato del sondaggio di Money.it: per il 66% dei rispondenti, introdurre il salario minimo è una misura sempre più necessaria.

Salario minimo, per gli italiani non se ne può fare a meno

L’opinione prevalente tra i lettori di Money.it è chiara: l’Italia ha bisogno di una legge per stabilire un salario minimo.

Salario minimo: siete favorevoli all'introduzione? Salario minimo: siete favorevoli all’introduzione? Il sondaggio di Money.it

Come si può vedere dai risultati del sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo stato realizzato a campione, il 66% si dice favorevole a fissare un salario minimo in Italia.

In Europa, sono 21 Paesi su 27 ad aver adottato un salario minimo con soli 6 Paesi (Lussemburgo, Olanda, Francia, Irlanda, Belgio e Germania) che superano la soglia dei 9 euro ma tutti con una percentuale inferiore al 75% rispetto al salario mediano.

In Italia il salario medio orario lordo è di 14,5 euro, mentre come visto sopra il valore mediano lordo è di 12,8 euro l’ora. Quindi, considerando che la giusta proporzione dovrebbe essere pari al 60% del valore mediano, in Italia la soglia ideale per il salario minimo dovrebbe essere di 7,68 euro lordi l’ora.

Cosa succede ora dopo l’incontro tra Governo e opposizione?

L’incontro tra governo e opposizioni sul salario minimo si è concluso, ma senza sorprese. Dopo due ore di discussione le posizioni sono rimaste distanti. Giorgia Meloni ha sottolineato ancora una volta la propria posizione contraria al salario minimo, anche se in chiusura ha proposto una mediazione con il Cnel per il lavoro povero e i salari bassi.
La discussione sul salario minimo è stata quindi rinviata di 60 giorni, tempo nel quale si potranno coinvolgere le parti sociali per arrivare a una proposta di legge da sottoporre a Parlamento e Governo. Il dialogo resta aperto.

Uno dei problemi del mercato del lavoro riguarda il fatto che molti dei contratti collettivi oggi risultano essere scaduti, con le retribuzioni che quindi non tengono il passo con il costo della vita.
A tal proposito, già il governo Draghi aveva pensato a come incentivare i rinnovi, salvo poi dover rinunciare al suo piano a causa della crisi di governo. Adesso Giorgia Meloni ci riprova e tra le misure in programma ce n’è una che già era circolata nella scorsa legislatura.

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