La rivoluzione dei bagnanti contro l’aumento dei prezzi negli stabilimenti

Alessandro Nuzzo

12 Agosto 2025 - 19:41

Quest’anno calo drastico delle presenze sui lidi delle spiagge italiane. A pesare l’aumento dei prezzi. E così gli italiani si stanno organizzando diversamente.

La rivoluzione dei bagnanti contro l’aumento dei prezzi negli stabilimenti

La stagione estiva 2025 non sta regalando grandi soddisfazioni agli stabilimenti balneari italiani. Un po’ ovunque, da Nord a Sud, si registra un netto calo di presenze: le stime di giugno e luglio parlano di una diminuzione compresa tra il 20% e il 30%. Nei fine settimana la situazione migliora leggermente, ma nei giorni feriali centinaia di ombrelloni restano chiusi. E anche tra chi sceglie di andare al mare, la spesa al bar o nei ristoranti dei lidi è ridotta al minimo.

Il fenomeno ha acceso negli ultimi giorni un acceso dibattito. Da un lato ci sono i clienti, stanchi di anni di rincari e di tariffe sempre più elevate, che quest’anno hanno deciso di dire basta. Dall’altro i gestori, convinti che la riluttanza verso i lidi sia legata al calo del potere d’acquisto e, quindi, a responsabilità da attribuire alle politiche economiche del Governo.

A sostenere le ragioni dei bagnanti sono intervenute anche personalità note. È diventato virale il post social dell’attore Alessandro Gassmann, che ha puntato il dito contro il caro prezzi: «Cari amici gestori di stabilimenti balneari, leggo che la stagione non sta andando bene. Secondo voi perché? Forse avete esagerato con i prezzi e la situazione economica del Paese spinge gli italiani verso le spiagge libere? Abbassate i prezzi e, forse, le cose andranno meglio. Capito come?». Il messaggio ha raccolto migliaia di consensi.

Sui social circolano numerosi video e testimonianze di persone che confermano la tendenza: rispetto al 2024, quando lidi e lungomari erano pieni, quest’anno la differenza è evidente. Da Riccione a Rimini, da Gallipoli a Taormina, località un tempo affollatissime stanno sperimentando il contraccolpo della crisi.

«Un minuto di silenzio per i balneari italiani che hanno davvero finito di prendere in giro la gente. Pensavano davvero che le persone continuassero a pagare 40euro al giorno per mare e servizi pessimi. Non si può che ridere. Tornate sulla terra pagliacci», è solo uno dei commenti social diventati popolari nelle scorse ore.

E poi c’è la testimonianza di chi dimostra dove, a prezzi accessibili, le spiagge sono affollate. «Dove lavoro io abbiamo una spiaggia privata e costa 15 euro al giorno ad Agosto, per chi pernotta in hotel è gratis anche la navetta. È sempre piena. Se vuoi prendere in giro la gente, la gente finirà per fartela pagare».

Staycation e spiaggia libera: la rivoluzione di quest’anno

Si sta diffondendo sempre più il fenomeno dello staycation: restare a casa, magari sotto l’aria condizionata, piuttosto che partire per una vacanza. Cresce anche il numero di chi preferisce andare al mare solo nel weekend, per una o due notti, o addirittura in giornata da pendolari. Un ombrellone con due lettini ha ormai raggiunto prezzi record e, per una famiglia, una giornata di mare tra lido, carburante, autostrada e cibo può superare i 100 euro: una cifra difficile da sostenere.

Molti, pur di non rinunciare al mare, hanno optato per le spiagge libere, attrezzandosi con ombrelloni, sedie e tavolini. In alcune località, queste aree sono state valorizzate dai Comuni con servizi come docce e bagni pubblici offerti gratuitamente. Non a caso, su Amazon e altri marketplace si registra un aumento nelle vendite di accessori per la spiaggia libera: meglio un acquisto una tantum che pagare ogni giorno cifre elevate.

Un altro fattore del calo è la concorrenza estera. Con tariffe così alte, sempre più italiani scelgono mete come Spagna, Grecia o Francia, dove i costi sono più contenuti. Dopo anni di aumenti, molti gestori si trovano ora a pagare il conto di una politica tariffaria aggressiva: i bagnanti hanno scoperto di non dover dipendere dai lidi per godersi il mare.

Argomenti

Iscriviti a Money.it