Riscaldamento autonomo condominio: come funziona, regole e costi

Claudia Mustillo

25 Novembre 2022 - 15:34

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Riscaldamento autonomo, quali regole rispettare in condominio su accensione e temperatura dei termosifoni? Vediamo costi e vantaggi.

Riscaldamento autonomo condominio: come funziona, regole e costi

Come funziona il riscaldamento autonomo? Quali sono le differenze rispetto a quello centralizzato?

Queste sono domande che ogni condomino all’inizio dell’inverno si pone, dato che tutti vorrebbero trovare il modo migliore per risparmiare sul riscaldamento ma allo stesso tempo avere una casa calda e accogliente.

Il riscaldamento autonomo permette una gestione autonoma dell’accensione dei radiatori e quindi favorisce il contenimento della spesa e degli sprechi.

In questo articolo vedremo come funziona esattamente il riscaldamento autonomo in condominio, gli orari di accensione, la temperatura consentita e come staccarsi dal riscaldamento centralizzato.

Riscaldamento autonomo in condominio: come funziona

Il riscaldamento autonomo in condominio prevede che ogni singola unità immobiliare sia dotata di una propria caldaia a cui sono allacciati i diversi termosifoni che sono situati in casa. La caldaia tramite il gas, riscalda l’acqua e questa viene mandata ai radiatori, permettendogli di emanare calore.

Chi ha il riscaldamento autonomo può gestire gli orari di accensione dei termosifoni in maniera del tutto autonoma rispetto agli altri condomini, ma sempre nel rispetto del numero di ore e della temperatura massima prevista dalla normativa nazionale. Approfondiamo questi aspetti.

Riscaldamento autonomo: orari di accensione dei termosifoni e temperatura

Anche chi ha il riscaldamento autonomo deve attenersi alla normativa nazionale circa la temperatura da mantenere all’interno della propria abitazione. Questa viene stabilita su scala nazionale per evitare sprechi e non aumentare l’inquinamento e il surriscaldamento globale. La normativa cerca un compromesso tra l’esigenza di far calore e quella di contenere lo spreco di energia.

Le regole varate per l’inverno 2022/2023 prevedono che i riscaldamenti possono essere accesi nelle abitazioni 15 giorni in meno: 7 in ingresso e 8 in uscita. E la temperatura massima è di 19 gradi, un grado in meno rispetto allo scorso anno, con due gradi in più o meno di tolleranza.

Si potrà tenere acceso l’impianto per un’ora in meno al giorno. Il Regolamento del ministero, attuato da un apposito decreto di Cingolani del 7 ottobre, serve per “realizzare da subito risparmi utili a livello europeo a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia”.

Queste sono le indicazioni di legge, ciò non toglie che in caso di freddo estremo e fenomeni atmosferici di particolare entità, ogni singolo Comune possa a sua discrezione aumentare la temperatura consentita. Per esempio, il sindaco di Roma ha deciso di anticipare la data di accensione dei riscaldamenti al 14 novembre, ma solamente per 4 ore al giorno tra le 05:00 e le 23:00.

Orari di accensione riscaldamento autonomo: quante ore?

Anche il numero delle ore consentite per l’accensione dei riscaldamenti sono stabilite dalla legge a livello nazionale. Il territorio viene diviso in fasce climatiche e a ognuna di esse corrisponde una diversa data di accensione e di monte ore consentite.

Di seguito riportiamo la tabella con le regole di accensione dei termosifoni, sia per il riscaldamento autonomo che per quello centralizzato:

ZonaOreData di accensione
A 5 08/12 al 7/03
B 7 08/12al 23/03
C 9 22/11 al 23/03
D 11 08/11 al 07/04
E 13 22/10 al 07/04
F libera scelta libera scelta

Le lettere dell’alfabeto corrispondono alle seguenti zone:

  • zona A: Lampedusa; Linosa; Porto Empedocle.
  • zona B: Agrigento; Catania; Crotone; Messina; Palermo; Reggio Calabria; Siracusa e infine Trapani.
  • zona C: Ancona; Ascoli Piceno, Bari; Benevento; Cagliari; Caserta; Catanzaro; Cosenza; Latina, Lecce; Napoli; Oristano; Ragusa; Salerno; Sassari;Taranto.
  • zona D: Avellino; Caltanissetta; Chieti; Foggia; Genova; Imperia, Isernia; La Spezia, Savona, Forlì, Firenze; Grosseto; Livorno; Lucca; Macerata; Massa Carrara; Matera; Nuoro; Pescara; Pesaro; Pisa; Pistoia, Prato; Roma; Siena; Terni; Teramo; Viterbo; Vibo Valentia.
  • zona E: Alessandria; Aosta; Arezzo; Asti; Bergamo; Biella; Bologna; Bolzano, Brescia; Campobasso; Como; Cremona; Enna; Ferrara; Frosinone; Gorizia; Lecco; L’Aquila; Lodi; Milano; Modena; Parma; Piacenza, Potenza. Padova; Pavia, Perugia, Novara, Modena; Parma; Piacenza; Pordenone, Rieti, Sondrio; Torino; Varese, Verbania; Vercelli. Venezia, Verona; Vicenza, Treviso; Trieste; Udine.
  • zona F: Belluno; Cuneo; Trento.

I vantaggi del riscaldamento autonomo rispetto a quello centralizzato

Perché in molti preferiscono il riscaldamento autonomo? La risposta è semplice: se si presta particolare attenzione all’accensione dei termosifoni, il riscaldamento autonomo permette di risparmiare notevolmente rispetto al sistema centralizzato. Inoltre, il condomino che se ne distacca non è più tenuto a pagare le spese del combustibile per il mantenimento della caldaia comune.


Oltre ai vantaggi economici, molti preferiscono il riscaldamento autonomo perché restituisce autonomia decisionale al singolo proprietario su quando e per quanto tempo tenere i termosifoni accesi, con la possibilità di spegnerli completamente durante i periodi di assenza.

Passare dal riscaldamento centralizzato a quello autonomo

Sempre più spesso i condomini sono dotati di riscaldamento centralizzato, vuol dire che vi è una caldaia in comune ma diverse valvole che permettono di contabilizzare i consumi di ciascuna unità immobiliare. Tuttavia, non di rado si preferisce tornare al riscaldamento autonomo che consente sicuramente una gestione dei termosifoni più personalizzata.

La legge ammette il passaggio dal riscaldamento centralizzato a quello autonomo, anche senza il consenso degli altri inquilini; tuttavia ci sono due condizioni da rispettare:

  • il distacco non deve danneggiare il sistema di riscaldamento dell’edificio;
  • il distacco non deve causare l’aumento dei costi per gli altri condomini.

Spetta al perito stabilire se ci sono le condizioni che permettono il distacco; gli altri condomini potranno opporsi solo se provano che il fatto provochi dei danni.

I costi del riscaldamento autonomo

Difficile quantificare i costi del riscaldamento autonomo, soprattutto in questo periodo di aumenti record in bolletta per via del costo del gas e dell’energia elettrica. In generale, però, riscaldare un appartamento di medie dimensioni può avere un costo mensile che varia tra i 30 e i 50 euro.

Chiaramente i costi dipendono, oltre che dal prezzo delle materie prime e dai costi fissi, anche dall’utilizzo che si fa del riscaldamento.

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