I cittadini possono avere diritto al rimborso Tari quando non viene ritirata l’immondizia. C’è una sentenza che lo stabilisce.
A stabilire il diritto di un cittadino al rimborso di parte della Tari in caso di servizio di raccolta rifiuti non effettuato c’è una sentenza della Corte di Giustizia tributaria di Roma. La stessa ha riconosciuto agli abitanti di un quartiere un rimborso della Tari pari all’80% di quanto versato per non aver ricevuto il servizio pagato con la tassa in questione.
Se si paga un servizio, infatti, questo deve essere effettuato e la cosa vale sia quando si acquista un servizio da privati sia quando questo servizio deve avvenire dietro pagamento di una tassa. Perchè nessuno pagherebbe per un servizio che, poi, non riceve.
La sentenza in questione si riferisce alla gestione dei rifiuti in un quartiere di Roma. A causa di disservizi, gli abitanti del quartiere Settebagni avevano chiesto il rimborso della Tari, riferita agli anni 2017 e 2018, con l’appoggio di un’associazione pro bono di avvocati. Il rimborso, inizialmente approvato al 20%, ora è del 80%. Ecco cosa è successo.
Da tenere presente che si tratta di una sentenza fondamentale, in quando costituisce un precedente che consente anche ad altri cittadini di poter chiedere il rimborso se si trovano nella stessa situazione. Ecco, però, quando si può chiedere.
La vicenza del quartiere Settebagni
La vicenda è iniziata anni fa, quando alcuni abitanti di Settebagni a Roma avevano ottenuto un rimborso del 20% della Tari degli anni 2017/2018, con una sentenza del 2020. Il motivo è semplice: il quartiere era uno di quelli più toccati dalla crisi dei rifiuti romana, con tutte le conseguenze del caso (immondizia che si accumula, la comparsa di cinghiali, ratti, e blatte).
Il problema era stato segnalato all’amministrazione comunale a più riprese, con tanto di foto e supporto dell’applicazione Junker (ideata per semplificare la raccolta differenziata), senza portare a nulla. Il consiglio di quartiere si è così rivolto a un’associazione pro bono che ha portato avanti una battaglia legale. Nel 2020 è stato riconosciuto il rimborso del 20%, ma Roma Capitale ha scelto di fare ricorso.
A pochi giorni dalla fine del 2022, è arrivata la decisione della Corte di Giustizia Tributaria, che non solo ha dato torto alla città di Roma e all’Ama, ma ha anche aumentato il valore del rimborso all’80%. Questo anche tenendo conto del fatto che a Settebagni, nel mentre, la situazione non ha avuto risvolti significativi.
Ora il comune ha 120 giorni per rimborsare circa 40 abitanti del quartiere, per un totale di quasi 20.000 euro.
L’importanza di questa sentenza però riguarda altri oltre agli abitanti di Settebagni. Infatti va a sostenere altre cause similari, per ottenere rimborsi per gravi inefficienze da parte delle istituzioni. Non solo, la vittoria è avvenuta anche grazie alle foto scattate con l’applicazione utilizzata dagli abitanti. Grazie alla geolocalizzazione delle foto e alla loro archiviazione in server Iso (inalterabili), l’app ha avuto valenza probatoria, diventando determinante.
Chi ha diritto al rimborso Tari?
In linea generale, può succedere che i cittadini abbiano diritto a un rimborso Tari.
Può accadere in caso di doppio pagamento, metratura errata, o errori di diverso tipo. Il procedimento per chiedere il rimborso varia da comune a comune, ma avviene sempre previa richiesta dell’interessato e verifica delle autorità. Bisogna quindi essere sempre in possesso della ricevuta di pagamento.
In caso di gravi mancanze da parte della città o dell’agenzia che si occupa della raccolta dei rifiuti, per il momento l’unica via è quella dello scontro legale. Bisognerà rivolgersi a un legale, e raccogliere prove a sostegno della tesi. In questo caso, le foto contenute nell’applicazione utilizzata dagli abitanti del quartiere, sono risultate fondamentali.
Come chiedere il rimborso
Se le ragioni del rimborso sono degli errori, bisogna seguire la procedura prevista dal proprio Comune. Si può trovare sui siti internet dei diversi comuni, oppure chiedere direttamente per via telefonica o di persona agli uffici competenti. Può essere necessario compilare un modulo, oppure presentare un’autodichiarazione.
In caso, invece, di situazioni simili a quella di Settebagni bisognerà seguire lo stesso iter. potendo anche sfruttare questo precedente legale a proprio vantaggio.
A cosa serve la Tari
La Tari è l’imposta sui rifiuti, viene utilizzata per finanziare i costi per il servizio di raccolta. Attiva dal 2014, è una tassa comunale da pagare al comune di riferimento e, a esso, bisogna rivolgersi in caso di problemi o errori.
L’imposta è dovuta da tutti coloro che sono in possesso, a qualsiasi titolo, di locali oppure aree suscettibili alla produzione di rifiuti.
Ma, se è dovuta da chi produce i rifiuti per pagare il servizio di raccolta e smaltimento, quando ci si trova in situazioni in cui, evidentemente, la prestazione pagata non viene completata, si può chiederne il rimborso.
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