Scuola, l’intervista al sottosegretario Sasso: “Ripartenza in presenza è priorità, Dad non può essere la regola”

Stefano Rizzuti

10 Gennaio 2022 - 11:38

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In un’intervista a Money.it il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, ribadisce che la didattica a distanza non può essere la regola e spiega perché le scuole devono riaprire in presenza.

Scuola, l’intervista al sottosegretario Sasso: “Ripartenza in presenza è priorità, Dad non può essere la regola”

La scuola riparte in presenza: lunedì 10 gennaio gli studenti italiani, con poche eccezioni, sono tornati in classe nonostante la risalita dei contagi dovuti alla variante Omicron. In attesa della decisione del governo che si è detto pronto a impugnare l’ordinanza del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che rinvia il rientro in classe.

Per il governo non ci sono dubbi: “La ripartenza delle scuole in presenza deve essere una priorità del Paese”, afferma in un’intervista a Money.it il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. Che punta alla conclusione dell’anno scolastico nei tempi previsti, senza ricorso alla dad se non dove è strettamente necessario.

La didattica a distanza - sottolinea Sasso - “è una misura di emergenza e non può diventare la regola”. Inoltre per il sottosegretario all’Istruzione è importante ribadire la contrarietà “a qualsiasi ipotesi di distinzione tra studenti vaccinati e non vaccinati: il diritto allo studio va tutelato”.

La riapertura delle scuole: rientro in presenza

Riaprono le scuole in tutta Italia: in classe sono davvero garantite le condizioni di sicurezza o di fronte a tutti questi contagi si rischia di richiudere subito e tornare in Dad?

La ripartenza delle scuole in presenza deve essere una priorità del Paese, non solo del Governo: la curva della deprivazione culturale è altrettanto insidiosa di quella pandemica per i nostri ragazzi. Ovviamente seguiamo l’andamento dei dati e le indicazioni delle autorità sanitarie, ma l’obiettivo resta quello di concludere regolarmente l’anno scolastico nei tempi e nei modi previsti. Siamo impegnati quotidianamente a far sì che accada proprio questo.

Per evitare di chiudere le scuole non si dovrebbe incentivare maggiormente la vaccinazione degli studenti? L’idea dei sindaci di introdurre il green pass per gli alunni non verrà presa in considerazione?

La vaccinazione va sicuramente incentivata informando e accompagnando le famiglie nella scelta, ma restiamo contrari a qualsiasi ipotesi di distinzione tra studenti vaccinati e non vaccinati. Il diritto allo studio va tutelato e non sono ammissibili discriminazioni. La scuola è inclusiva per definizione, non può e non deve snaturarsi.

Il governo e il ministero hanno fatto poco, in vista della riapertura, sull’areazione delle classi e soprattutto sulle mascherine Ffp2: perché non sono state imposte in classe?

Che sia stato fatto poco non è vero e lo testimoniano i tanti dirigenti scolastici che hanno sfruttato al meglio le risorse a disposizione per installare impianti di aerazione e ventilazione. Dove sono utilizzati, anche grazie alla collaborazione degli enti locali proprietari degli edifici, contagi e quarantene hanno subìto una drastica riduzione. Ci si sta muovendo anche sul fronte delle mascherine Ffp2 grazie al supporto della struttura commissariale del generale Figliuolo. Si può fare sempre meglio, ovviamente, ma dire che si è fatto poco è estremamente ingeneroso. Le risorse stanziate in questi mesi non hanno precedenti nella recente storia repubblicana.

Sasso: Dad non può diventare la regola

L’appello di presidi e medici - che chiedono di rinviare il rientro a scuola - non vi ha convinti: come mai ritenete che le loro richieste non debbano essere accolte?

Non siamo insensibili alle richieste che ci sono arrivate: un Governo deve ascoltare tutti ma poi è chiamato a prendere una decisione. Riteniamo che ci siano le condizioni per riaprire e per rispettare il calendario scolastico così come programmato. La Dad è una misura di emergenza, non può diventare la regola. Tra i nostri ragazzi si stanno diffondendo sempre di più disagi e problematiche neuropsichiatriche: la scuola in presenza costituisce un argine prezioso a derive assai preoccupanti.

Il calendario scolastico non cambia

Perché avete escluso la possibilità di prolungare l’anno scolastico a giugno rinviando il rientro in classe oggi?

Prolungare l’anno scolastico comporterebbe una rimodulazione complessiva altamente impattante per studenti, famiglie e lavoratori e, in ogni caso, l’eventuale Dad sarebbe considerata attività didattica a tutti gli effetti ai fini del conteggio dei giorni di lezione. La prima opzione è sempre stata quella di proseguire con il calendario stabilito la scorsa estate: ad oggi riteniamo ci siano le condizioni per non cambiare linea.

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