Quali sono i redditi minimi e massimi per avere diritto al bonus da 100 euro in busta paga? Vediamo a chi è stato riconosciuto nel 2025 e a chi spetterà nel 2026.
Quali sono i redditi minimi e massimi per avere diritto all’ex bonus Renzi in busta paga? Quanto devo guadagnare per avere i 100 euro ogni mese? Il trattamento integrativo, che è stato riconosciuto nel 2025, è introdotto dalla Legge di Bilancio 2021, in sostituzione dell’ex bonus Renzi con lo scopo di dare un sostegno all’economia dei lavoratori dipendenti che hanno un reddito più basso. Per questo motivo ne hanno diritto soltanto i lavoratori subordinati che soddisfano determinate condizioni di reddito.
Il beneficio, può essere richiesto direttamente in busta paga mensilmente, ma può essere erogato anche a conguaglio, con la dichiarazione dei redditi che si presenta l’anno successivo a quello di spettanza (per il 2025, ad esempio, può essere recuperato con la dichiarazione dei redditi 2026).
Il bonus 100 euro in busta paga non spetta a tutti i lavoratori dipendenti, ma prevede fasce di reddito bene precise che delimitano la platea degli aventi diritto con limiti massimi e minimi di reddito. Quanto si deve guadagnare per ricevere il bonus 100 euro in busta paga?
In questo articolo vediamo quali sono i limiti minimi e massimi di reddito per vedersi riconoscere il bonus Irpef per capire, al contempo, perché non spetta a chi guadagna meno (o di più) di quanto stabilito dalla Legge.
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Cos’è e a chi spetta il bonus 100 euro in busta paga?
Nel 2021 il bonus 100 euro, o ex bonus Renzi, aveva un importo massimo di 1.200 euro annui ed era riconosciuto ai lavoratori con redditi non superiori ai 40.000 euro. Negli anni seguenti il limite di reddito massimo è stato ridotto e, nel 2025 il trattamento integrativo pieno e stato riconosciuto soltanto ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 15.000 euro. A coloro che hanno il reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro, il beneficio spetta solo in presenza di specifiche detrazioni che devono essere superiori all’imposta dovuta.
La presenza del bonus in busta paga è indicata dalla dicitura “Trattamento integrativo L.21/2020”.
Il bonus 100 euro in busta paga non spetta solo ai lavoratori dipendenti, ma anche a coloro che hanno redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente e nello specifico a:
- lavoratori in cassa integrazione;
- soci lavoratori di cooperative;
- collaboratori con contratto co.co.co o a progetto;
- stagisti;
- tirocinanti;
- percettori di borsa di studio;
- percettori di assegno o premio studio;
- oggetti impegnati in Lsu (lavori socialmente utili);
- sacerdoti:
- disoccupati in Naspi o Dis Coll;
- disoccupati dell’agricoltura;
- lavoratrici in congedo obbligatorio di maternità;
- lavoratori in congedo obbligatorio di paternità.
Bonus 100 euro in busta paga, quanto bisogna guadagnare?
Dall’ex bonus Renzi sono esclusi non solo i lavoratori autonomi e i pensionati, ma anche i lavoratori dipendenti che risultano essere incapienti, o almeno questo dice la normativa che ha introdotto il beneficio. Dal 2024 sono cambiate le modalità di calcolo per stabilire il diritto al bonus 100 euro ed è viene erogato anche a una porzione di lavoratori che non ha capienza fiscale.
La modifica è stata necessaria per permettere che parte della platea dei beneficiari del 2023, dal 2024 si trovasse privata del diritto al trattamento integrativo a causa delle modifiche apportate all’Irpef che hanno determinato un aumento dellano tax area dei lavoratori dipendenti (da 8.174 a 8.500 euro).
Per questo motivo dal 2024 hanno diritto ai 100 euro in busta paga, per un totale di 1.200 euro l’anno, solo i lavoratori dipendenti la cui imposta lorda sia superiore alle detrazioni da lavoro dipendente spettanti da cui sottrarre un importo di 75 euro, ovvero coloro che hanno reddito superiore a 8.174. Nella sostanza la platea non cambia, ma cambia la regola perchè se il beneficio fosse stato riconosciuto solo agli incapienti sarebbe spettato soltanto a chi ha reddito superiore a 8.500 euro. Oggi, invece, chi ha reddito tra 8.174 e 8.500, pur essendo incapiente può fruire del trattamento integrativo.
Il trattamento, se percepito e non spettante, per redditi superiori al limite o per redditi inferiori a 8.174 euro, va restituito interamente. Per questo è determinante capire quanto si deve guadagnare per averne diritto: in caso di dubbio sulla spettanza il lavoratore può rinunciare a beneficiare del bonus 100 euro in busta paga e riceverlo, nel caso spettasse, a conguaglio in sede di dichiarazione dei redditi.
Va sottolineato che il bonus 100 euro in busta paga, o trattamento integrativo, è stato introdotto in sostituzione del bonus Renzi di 80 euro in busta paga e proprio di quest’ultimo ricalca il funzionamento. Anche nel caso del bonus 100 euro in busta paga, infatti, il credito spetta solo quando l’imposta lorda sul reddito da lavoro dipendente o assimilato sia di importo superiore alla detrazione spettante a cui, nel 2024, deve essere sottratto l’importo di 75 euro. In parole povere il bonus è riconosciuto solo se il lavoratore dipendente guadagna più di 8.174 euro l’anno.
Per avere diritto al bonus 100 euro in busta paga, quindi, si deve guadagnare più di 8.174 euro l’anno e fino a 15.000 euro.
In alcuni il beneficio è riconosciuto anche a chi ha redditi superiori ai 15.000 (fino a 28.000 euro), ma solo se le detrazioni spettanti sono superiori all’imposta lorda dovuta.
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