Questo trucco elimina le microplastiche dall’acqua che beviamo

Luna Luciano

2 Marzo 2024 - 08:30

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Le microplastiche si trovano ora anche nell’acqua che beviamo. Per eliminarle i ricercatori hanno proposto una soluzione incredibilmente semplice e che sembra funzionare: ecco quale.

Questo trucco elimina le microplastiche dall’acqua che beviamo

Le microplastiche non si trovano solo nei mari, negli oceani o nel terreno ma anche nell’acqua potabile.

Quelle microparticelle di plastica, non più lunghe di 5 mm anche se a volte non superano il millesimo di millimetro, rimaste nell’ambiente per decenni derivanti dai vecchi rifiuti delle discariche e dall’immondizia, ora si trovano anche nell’acqua che beviamo tutti i giorni.

E se la scienza sta ancora cercando di rispondere al come e al perché le microplastiche si trovino negli alimenti e quali sono quelli più a rischio, gli esperti si interrogano su quali possano essere nel lungo periodo gli effetti sulla salute umana. In ogni caso, se è vero che bisogna fare attenzione alle microplastiche, allo stesso tempo è importante non rimanere incastrati nell’eco-ansia che simili verità possono causare.

Gli stessi ricercatori, attualmente, stanno cercando soluzioni per eliminare le particelle di plastica. Una missione che sembrerebbe impossibile, se non fosse che al momento la soluzione proposta dai ricercatori sembra funzionare ed è semplicissima. Ma quale esattamente? È opportuno trovare una risposta a questa domanda: ecco come eliminare le microplastiche dall’acqua. Di seguito tutto quello che serve sapere.

Microplastiche: gli ultimi dati sull’inquinamento dell’acqua

Nella terra che calpestiamo, nell’acqua che beviamo e persino nell’aria che respiriamo si trovano disperse microplastiche e nanoplastiche e i ricercatori sono all’opera per sviluppare tecniche che potrebbero eliminarle. Al momento la soluzione trovata, per quanto semplice, sembra essere estremamente efficace.

Prima però è opportuno fornire un nuovo quadro sulla questione inquinamento ambientale. Proprio recentemente, quest’estate, sono giunti gli allarmanti risultati di alcune ricerche scientifiche pubblicate su Nature, che hanno svelato l’inquinamento per microplastiche dei bacini d’acqua dolce. A lasciare ancor più interdetti è il fatto chei bacini di Lugano, nella Svizzera italiana, e Maggiore siano tra i più inquinati.

Secondo uno studio pubblicato su Nature, ogni anno vengono prodotti circa 400 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Plastica che deve essere riciclata - e in questo l’Italia detiene il primato europeo - e particelle microscopiche che si infiltrano nelle aree più remote e incontaminate del pianeta, laghi inclusi.

I dati mostrano come i pezzi più grandi di rifiuti di plastica, noti come macroplastiche, rappresentino la quota maggiore di detriti prodotti dall’uomo trovati nelle barriere coralline basse e profonde in 25 località nei bacini dell’Oceano Pacifico, Atlantico e Indiano. Ecco quindi che la ricerca diventa fondamentale per poter prevenire e risolvere il problema dell’inquinamento. E se finora si è sempre discusso di sistemi di automazione filtrazione e di sviluppate tecnologie complesse per catturare queste nanoplastiche e microplastiche, o NMP, i ricercatori hanno trovato un metodo infallibile ed economico, alla portata di ogni cittadino.

Far bollire l’acqua per rimuovere la plastica

Stando ai ricercatori della Guangzhou Medical University (Cina) esiste, infatti, un metodo quanto mai semplice per eliminare le nanoplastiche. Come si può leggere sullo studio pubblicato su Environmental Science & Technology Letters, la soluzione potrebbe limitare drasticamente la quantità di nanoplastiche e microplastiche che ingeriamo quando beviamo un bicchiere d’acqua: basterebbe semplicemente far bollire l’acqua.

Come si legge in altri articoli, i ricercatori hanno lavorato con “acqua dura”, ossia con acqua con un alto contenuto di minerali e, in particolare, dei sali di calcio e magnesio. Questo poiché questo tipo di acqua tende a formare naturalmente carbonato di calcio quando viene riscaldata, ossia calcare.

I ricercatori hanno spiegato che in acqua bollente, circa 300 milligrammi di carbonato di calcio per litro sarebbero sufficienti per rimuovere circa il 90% degli NMP galleggianti. Anche l’acqua con solo 60 milligrammi di carbonato di calcio per litro, se portata ad ebollizione, potrà rimuovere circa il 25% delle nanoplastiche e delle microplastiche.

È quindi proprio la formazione del calcare che i ricercatori hanno osservato come il carbonato di calcio formi strutture cristalline che incapsulano nanoplastiche e microplastiche. A questo punto non basterebbe che ripulire il contenitore, eliminando gli accumuli di calcare carichi di NMP (nano e microplastiche). Per eliminare invece quelli che rimarrebbero galleggianti, basterà filtrare l’acqua utilizzando un semplice filtro da caffè.

Se si desidera prendersi cura dell’ambiente e della propria salute, basterà quindi bollire l’acqua in modo da poter bere serenamente un bicchiere d’acqua.

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