Questo Paese del Nord America sta emergendo come uno dei principali estrattori d’oro al mondo. Ma la maggior parte di questa ricchezza finisce altrove.
È un periodo molto positivo per l’oro, le cui quotazioni sono esplose negli ultimi mesi arrivando a sfiorare i 100 euro al grammo. Resta il bene rifugio per eccellenza e gli Stati cercano di sfruttare al meglio le ricchezze del proprio sottosuolo, considerandolo non solo un asset economico ma anche una risorsa strategica.
Il Messico sta cercando di conquistare un posto di rilievo nella classifica dei principali estrattori d’oro al mondo. Sul territorio messicano esistono enormi giacimenti che il Paese intende valorizzare attraverso investimenti mirati e accordi internazionali. Delle 1.350 miniere d’oro attive e operative nel mondo, ben 88 si trovano in Messico. Le 5 miniere più grandi del Messico sono:
- El Limón-Guajes, Guerrero: di proprietà di Torex Gold Resources, 425.000 once, operativa fino al 2027;
- Herradura, Sonora: di proprietà di Industrias Peñoles Sde CV, 347.520 once, attiva fino al 2033;
- Peñasquito, Zacatecas: di proprietà di Newmont, 305.000 once, operativa fino al 2035;
- Mulatos, Sonora: di proprietà di Alamos Gold, 136.530 once, attiva fino al 2028;
- Los Filos, Guerrero: di proprietà di Equinox Gold, 134.530 once, operativa fino al 2028.
Occhi puntati soprattutto sulla miniera di Peñasquito nello Stato di Zacatecas, la più grande del Paese e tra le più produttive in America. Dalla sua apertura nel 2010, è diventata un punto di riferimento per l’estrazione dell’oro in Messico, fornendo quasi il 30% della produzione nazionale. La miniera produce anche argento e altri minerali e ha generato 1,9 miliardi di dollari nel 2022. La capacità di estrazione si stima possa durare almeno per i prossimi dieci anni, con prospettive che la rendono centrale nelle strategie economiche nazionali.
Messico ricco d’oro ma la ricchezza finisce all’estero
Il Messico, pur disponendo di ampie risorse aurifere nel sottosuolo, non ne trae pieno beneficio economico. Ad esempio, Peñasquito, la miniera più grande del Paese, è controllata dalla compagnia statunitense Newmont Corporation. Gli investimenti stranieri hanno portato occupazione, con oltre 2.800 posti diretti a Zacatecas, ma gran parte dei profitti resta all’estero, riducendo l’impatto positivo sullo sviluppo locale.
Lo sfruttamento delle miniere d’oro da parte di società straniere ha acceso un ampio dibattito nazionale tra chi ritiene che le ricchezze debbano restare interne e che i benefici vadano redistribuiti sul territorio. «Il governo deve assicurare che i profitti rimangano nel Paese in misura maggiore», è l’opinione diffusa tra i cittadini, che guardano con attenzione alle decisioni politiche future.
Oggi l’oro è fondamentale e la domanda cresce costantemente, non solo per la produzione di gioielli. È infatti un componente chiave dell’industria elettronica, dei dispositivi di comunicazione e della tecnologia medica. Se il Messico riuscisse a mantenere un maggiore controllo sulla produzione, potrebbe disporre di una carta geopolitica di grande rilievo, rafforzando la sua influenza a livello internazionale.
Naturalmente l’estrazione aurifera comporta anche criticità ambientali. Le organizzazioni ecologiste avvertono dei rischi legati all’uso di sostanze chimiche e agli impatti sulla natura. Le aziende affermano di rispettare gli standard internazionali di sostenibilità, ma i critici sostengono che gli effetti a lungo termine restano incerti e che solo un monitoraggio costante potrà garantire reali benefici senza gravi conseguenze.
© RIPRODUZIONE RISERVATA