L’Unione europea rischia di perdere una delle principali fonti di approvvigionamento di gas naturale. Ora, deve rispondere all’ultimatum.
Tra crisi, guerre, sanzioni occidentali e dazi statunitensi non c’era affatto bisogno di un altro scossone al mercato energetico europeo. Eppure, è proprio dietro l’angolo. Il Qatar ha minacciato di tagliare le esportazioni di gas verso l’Unione europea e rivolgersi a mercati più favorevoli. Tutta colpa della direttiva sulla due diligence (Csddd) di Bruxelles, che ora è messa dinanzi a un bivio: allentare i vincoli ambientali o rinunciare al gas liquefatto (Gnl). Una conseguenza inimmaginabile, visto che il piccolo emirato del Golfo ha garantito tra il 12% e il 14% del fabbisogno di gas europeo dall’inizio del conflitto in Ucraina.. Oggi, rinunciare al fornimento qatariota comprometterebbe il sostentamento energetico dell’Ue e soprattutto la differenziazione tanto ricercata per sopravvivere a guerre e tensioni internazionali.
Il Qatar minaccia di tagliare le esportazioni di gas verso l’Ue
L’insofferenza del Qatar alla direttiva Csddd non è certo una novità. Soltanto alla fine dell’anno passato il ministro dell’Energia del Qatar, Saad al-Kaabi, aveva avvertito delle conseguenze sulle forniture energetiche, invitando l’Europa a rimodulare la politica sul clima. Di fatto, a febbraio 2025 è stata proposta una proroga di 1 anno per l’entrata in vigore della direttiva, che altrimenti è prevista per il 2027, almeno per quanto riguarda le aziende extra-UE con un fatturato di 1.5 miliardi di euro generato nell’Unione Europea.
Impegni insostenibili ed eccessivamente limitanti per il Qatar, che non vede nell’annunciata proroga un compromesso soddisfacente. Se così non fosse, non sarebbero arrivate lettere ai governi europei da al-Kaabi in cui minaccia lo stop delle forniture gi Gnl. In particolare, Doha e QatarEnergy (che fa capo al ministro stesso” potrebbero "valutare seriamente mercati alternativi al di fuori dell’Ue, più stabili e favorevoli alle imprese”. Questo è quanto contenuto nella comunicazione, ricevuta tra gli altri dall’esecutivo belga e tedesco. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz aveva difatti incentivato l’abolizione già nel suo esordio a Bruxelles a maggio, anche temendo le conseguenze sulle relazioni diplomatiche.
L’Unione europea prende tempo
Intanto, la Commissione Ue ha confermato di aver ricevuto la comunicazione dal Qatar - secondo quanto rivelato dal settimanale tedesco Welt am Sonntag - ricordando la possibile proroga. Al momento, infatti, gli emendamenti in proposito sono in fase di recepimento. Il rinvio, tuttavia, non è sufficiente per il Qatar che come terzo esportatore mondiale di Gnl (dopo Stati Uniti e Australia) ha una posizione negoziale di netto vantaggio. La dipendenza energetica dell’Europa resta il tallone d’Achille occidentale, ma è difficile prevedere come si muoverà la Commissione Ue. D’altronde, sono quasi 3 anni che prosegue questo braccio di ferro e a parte qualche tentennamento non c’è stata una vera e propria presa di posizione.
Anche per questo, probabilmente, il ministro qatariota è passato alle maniere forti. Quello che riferiscono i media belga e tedeschi suona infatti come un vero e proprio ultimatum. “Non sto bluffando, nessuno accetterà di perdere così tanto per il commercio con l’Europa” pare abbia scritto al-Kaabi, pronto a rivolgersi al più permissivo fronte asiatico. Cina e India, in particolare, rappresentano mercati favorevoli, ma la relazione energetica tra Europa e Qatar non è completamente sbilanciata. Le esportazioni occidentali rappresentano una grossa fetta dell’economia del Qatar, che probabilmente non è ancora pronto a rinunciarvi completamente.
Da qui, presumibilmente, la strategia Ue di prendere tempo finché possibile, anche se il punto di non ritorno è sempre più vicino. La Csddd, che prevede misure etiche di massima importanza, sembra comunque un passaggio troppo ambizioso allo stato attuale dei rapporti internazionali e anche per le stesse imprese europee. Non a caso le istituzioni Ue stanno cercando progressivamente di allentare il tiro, adeguando le tempistiche di implementazione alle parti in gioco.
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