Molti italiani li buttano via: questi gadget contengono oro 22 carati

Luna Luciano

12 Ottobre 2025 - 12:40

Non buttare mai vecchi smartphone, PC e TV, al loro interno si nasconde oro a 22 carati. Ecco come estrarlo e a cosa serve.

Molti italiani li buttano via: questi gadget contengono oro 22 carati

Vecchi smartphone, tv, pc e lavatrici guaste non dovrebbero mai essere gettati via: al loro interno si nascondono vere e proprie micro-miniere d’oro. Ogni giorno eliminiamo dispositivi elettronici senza renderci conto del patrimonio che contengono.

Oro, argento e platino sono solo alcuni dei metalli preziosi presenti in computer, telefoni e altri elettrodomestici, fondamentali per garantire la conduzione elettrica. Un gruppo di ricercatori dell’ETH di Zurigo ha scoperto che, in molti casi, questi oggetti apparentemente inutili racchiudono tracce di oro di altissima qualità fino a 22 carati.

Non si tratta solo di una curiosità scientifica: gli studiosi hanno ideato anche un sistema ecologico per estrarre i metalli preziosi, riducendo in modo significativo l’impatto ambientale del riciclo. Questa innovazione potrebbe cambiare il modo in cui trattiamo i rifiuti elettronici, trasformandoli da scarti a risorse di grande valore. Scopriamo quali dispositivi non andrebbero mai buttati.

Una miniera d’oro a portata di mano: ecco quali elettrodomestici non vanno buttati

I rifiuti elettronici rappresentano una fonte inaspettata di ricchezza. Secondo il rapporto dell’ONU Global E-waste Monitor 2024, nel 2022 il mondo ha prodotto oltre 62 miliardi di kg di scarti elettronici, ma solo il 22,3% è stato riciclato. Eppure, in oggetti comuni come smartphone, televisori e laptop si trovano piccole quantità di oro, spesso incastonate nei circuiti stampati e nei connettori interni.

Tra tutti i dispositivi, però, ce n’è uno che sorprende più degli altri: i computer. Le loro schede madri contengono componenti ricchi di metalli preziosi, tanto da essere considerate delle miniere in miniatura. Una ricerca pubblicata su Advanced Materials ha mostrato che da 20 schede madri obsolete è possibile ricavare una pepita d’oro di 450 milligrammi, per un valore di circa 33 dollari.

Queste parti vengono progettate per garantire conduzione elettrica e resistenza all’ossidazione, ma quando i dispositivi si guastano finiscono spesso tra i rifiuti, senza alcun recupero dei materiali. Fino a poco tempo fa, estrarre oro da componenti elettronici era un’operazione dispendiosa e inquinante. Oggi, però, nuove tecnologie rendono possibile un recupero più economico, rapido e rispettoso dell’ambiente.

Un metodo ecologico per recuperare l’oro

Dai laboratori dell’ETH di Zurigo arriva un’idea rivoluzionaria: un sistema sostenibile per l’estrazione dell’oro dai dispositivi elettronici. Il processo utilizza il siero di latte (un sottoprodotto dell’industria casearia) per creare una spugna di nanofibrille proteiche capace di catturare gli ioni d’oro presenti nei materiali disciolti in soluzione.

Il procedimento si svolge in tre fasi principali:

  • Ionizzazione: le parti metalliche vengono sciolte per separare i metalli preziosi dagli altri componenti;
  • Assorbimento: la spugna viene immersa nella soluzione, trattenendo selettivamente gli ioni d’oro;
  • Fusione: il materiale recuperato viene riscaldato e fuso per ottenere pepite d’oro puro.

I risultati sono notevoli: per ogni dollaro speso nel processo si possono ottenere fino a 50 dollari di oro. Un salto in avanti enorme rispetto ai metodi tradizionali, che utilizzano sostanze chimiche tossiche e hanno costi elevati.

Tutti i vantaggi di estrarre oro da vecchi elettrodomestici e dispositivi

Il recupero dell’oro dai rifiuti elettronici non è solo un affare economico, ma anche una scelta di responsabilità ambientale. L’estrazione mineraria convenzionale comporta enormi danni: deforestazione, inquinamento delle acque e sfruttamento delle risorse naturali. Recuperare metalli preziosi come oro e platino da vecchi apparecchi riduce drasticamente questi impatti.

Ogni anno miliardi di dispositivi vengono dismessi senza che se ne riconosca il valore. Secondo lo studio pubblicato su Advanced Materials, l’applicazione su larga scala di questa tecnologia permetterebbe di ridurre la dipendenza dalle miniere e di recuperare materiali pregiati da ciò che oggi consideriamo semplice spazzatura.

I vantaggi di questa pratica sono molteplici:

  • diminuire l’inquinamento derivante dalle attività estrattive;
  • creare nuove opportunità economiche e occupazionali nel settore del riciclo;
  • tagliare le emissioni di gas serra;
  • utilizzare in modo più efficiente le risorse già esistenti, riducendo sprechi e costi.

In definitiva, prima di liberarci di un vecchio smartphone o di un computer non funzionante, dovremmo ricordare che potremmo avere tra le mani un piccolo tesoro. Il riciclo elettronico è una scelta sostenibile e intelligente, capace di unire risparmio e tutela dell’ambiente. Con le nuove tecnologie verdi, il recupero dell’oro dai dispositivi dismessi potrebbe presto diventare una pratica comune, trasformando i rifiuti in una risorsa preziosa per tutti.

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