Le vecchie 10 lire possono valere una fortuna. Quali sono le più preziose e come si riconoscono? Ecco quanto valgono.
Le vecchie 10 lire possono essere un vero tesoro: quanto valgono queste monete del passato, che hanno segnato la storia dell’Italia? I collezionisti e gli appassionati di numismatica sicuramente si sono posti questa domanda.
Nel settore del collezionismo, infatti, le monete occupano un posto davvero importante. Alcuni esemplari di 10 lire hanno rilevanza numismatica e possono valere anche cifre davvero interessanti, a seconda dell’anno e delle varianti.
Forse soltanto i collezionisti sanno che dalla nascita della Repubblica sono state prodotte solo 2 differenti monete da 10 lire: una con Pegaso e l’ulivo e un’altra raffigurante delle spighe di grano.
Se non tutti ricorderanno la prima - molto probabilmente sarà solo nei ricordi delle persone più anziane e dei collezionisti - molto più semplice da ricordare è invece la seconda, magari sconosciuta solo dai più giovani che non hanno avuto modo di utilizzarla prima del 2001.
Ci sono poi le 10 lire reali, con la raffigurazione di Re Vittorio Emanuele II che possono raggiungere un valore davvero eccezionale.
Di seguito, una carrellata delle monete da 10 lire più desiderate dai collezionisti e quanto valgono. Tutto quello che c’è da sapere sulla produzione e sul valore di queste monete e come riconoscere le più rare.
Le 10 lire con le spighe: una moneta comune ma preziosa
La moneta da 10 lire raffigurante le spighe di grano è probabilmente la più familiare tra le vecchie lire.
Questa moneta, ufficialmente chiamata 10 lire Spighe, fu coniata dal 1951 fino al 2001. Se molti ricordano di averla usata nella vita quotidiana fino agli anni ’80, pochi sanno che la sua produzione continuò fino all’introduzione dell’euro, anche se la moneta non circolava più.
Questa moneta è facilmente riconoscibile per la sua raffigurazione di due spighe di grano su un lato, mentre sull’altro lato si trova un aratro.
Il diametro della moneta è di 23,3 millimetri, con un peso di 1,6 grammi, ed è realizzata in una lega chiamata Italma. Sebbene molto comune, il suo valore può variare notevolmente a seconda dell’annata e dello stato di conservazione.
Quanto valgono le 10 lire con le spighe?
Come anticipato la 10 lire fu coniata per la prima volta nel 1951, il suo valore attuale è di 25 euro, ma il suo valore cambia a seconda dell’annata o per difetti di conio.
Tra le 10 lire coniate, quella che vale di più è quella dell’annata del 1954. Unica in grado di superare il suo valore è quella che riporta difetto di conio, difetto che l’ha reso molto più preziosa. Nel 1991 fu coniata una 10 lire con rovescio capovolto. Non si conosce il numero di pezzi coniato in quanto il rovescio capovolto è dovuto a un difetto di conio durante la produzione, se il pezzo normale del 1991 vale solo 2 euro, quella con difetto vale ben 150 euro. Di seguito riportiamo la tabella con tutti i dati aggiornati da Monete di valore, il sito dedicato alla numismatica.
anno di coniazione | valore Fdc | |||
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1951 | 30 euro | |||
1952 | 30 euro | |||
1953 | 25 euro | |||
1954 | 110 euro | |||
1955 | 15 euro | |||
1956 | 35 euro | |||
1965 | 35 euro | |||
1966 | 8 euro | |||
1967 | 7 euro | |||
1968 | 5 euro | |||
1969-1990 | 2 euro | |||
1991 corretta | 2 euro | 1991 rovescio capovolto | 150 euro | |
1992-1999 | 4 euro | |||
1996-1998 Spighe lunghe | 15 euro |
10 lire con l’olivo, quanto valgono?
Questa moneta da 10 Lire è la prima a essere stata coniata dalla Repubblica Italiana e venne emessa nel 1946. Il suo conio, a opera della Zecca di Roma, è stato effettuato dal 1946 al 1950.
L’esemplare è noto come 10 lire Ulivo o 10 lire Pegaso. Una curiosità: la primissima moneta coniata nel 1946 è stata quella di prova e riporta proprio la scritta “Prova” incisa in basso a destra dell’Ulivo. Si tratta, ovviamente, di una vera rarità.
La moneta del 1947 ha due varianti, con una raffigurante zoccoli e scritta più piccole e, quindi, di maggiore rarità.
Le 10 lire Ulivo coniate dal 1948 al 1950 non sono molto preziose e valgono dai 5 ai 150 euro, i base allo stato di conservazione. Di questi esemplari la tiratura è abbastanza elevata.
Se, invece, si è in possesso delle 10 lire Ulivo con gli zoccoli del cavallo Pegaso più piccoli del normale o comunque della moneta coniata nel 1947 il valore cambia. In caso di esemplari Fior di Conio si può avere un tesoro da 4.500 euro.
Le 10 lire Ulivo del 1946 valgono da 120 a 750 euro.
Il valore delle 10 lire di Vittorio Emanuele
Forse non tutti sanno che esiste tutta una serie di 10 lire raffiguranti il Re e, nello specifico, si tratta di:
- 10 lire Regno di Sardegna;
- 10 Lire Re Eletto Vittorio Emanuele II;
- 10 Lire Vittorio Emanuele II;
- 10 Lire Vittorio Emanuele III (Aratrice);
- 10 Lire Vittorio Emanuele III (Biga)
Quanto valgono queste monete così antiche? Questo il loro valore:
- 10 Lire Vittorio Emanuele II (1850-1860): da 650 a 12.000 euro;
- 10 Lire Vittorio Emanuele II – Re Eletto 1860: da 4.000 a 25.000 euro;
- 10 Lire Vittorio Emanuele II testa piccola e testa grande (1861-1865): da 120 a 20.000 euro;
- 10 Lire Vittorio Emanuele III – Aratrice (1910-1927): da 2.000 a 28.000 euro;
- 10 Lire Vittorio Emanuele III – Biga (1926-1927): da 130 a 2.500 euro;
- 10 Lire Vittorio Emanuele III – Impero (1936-1941): da 2.000 a 12.000 euro
Ecco quindi che collezionando tutte le 10 lire che si hanno in casa propria, dei nonni e di altri parenti è possibile accumulare un piccolo tesoretto che rende ancora più speciali le vecchie e care lire.
Come riconoscere le monete con più valore?
Il valore effettivo delle 10 lire e, in generale, delle monete dipende moltissimo dallo stato di conservazione:
- Fior di Conio (FDC): valore massimo
- Splendida (SPL): buon valore
- Circolata: valore ridotto
Le riproduzioni o le monete danneggiate non valgono quasi nulla.
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