Quanto è forte l’esercito israeliano

Luna Luciano

08/10/2023

08/10/2023 - 11:10

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Il mondo guarda crescere la tensione tra la Palestina e Israele, il cui esercito si classifica tra le prime 20 potenze mondiali militari. Poco si sa del suo arsenale nucleare: ecco i dati aggiornati.

Quanto è forte l’esercito israeliano

Dopo l’attacco senza precedenti di Hamas nei confronti di Tel Aviv, continuano gli scontri al confine tra la striscia di Gaza e Israele.

Intanto sale il numero delle vittime dei rispettivi attacchi: per ora si contano 300 morti e 1.800 i feriti israeliani negli attacchi di Hamas, mentre si contano 198 palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza con l’operazione “Spade di ferro”.

E mentre Hamas ha dichiarato che i suoi uomini stanno combattendo contro le Forze di difesa israeliana (Idf) in sette zone al confine con Israele (Ofakim, Sderot, Yad Mordechai, Kfar Aza, Be’eri, Yeted e Kissufim), gli aerei da combattimento dell’aeronautica israeliana continuano ad attaccare i palestinesi.

All’alba di questa mattina, infatti, l’esercito israeliano ha reso noto di aver colpito almeno 10 obiettivi di Hamas tra i quali anche quartieri generali dell’intelligence del gruppo terroristico.

Dalla dichiarazione di indipendenza del 14 maggio 1948, Israele ha continuato - e continua - a espandere le sue risorse militari e nucleari, grazie anche al sostegno degli Stati Uniti e a oggi si trova tra le prime 20 potenze militari al mondo, con un esercito nettamente superiore a quello palestinese.

Ecco i dati aggiornati sulla forza dell’esercito militare israeliano e sul suo arsenale nucleare che ha sempre negato di avere. Di seguito tutto quello che c’è da sapere.

Quanto è forte l’esercito israeliano

L’esercito di Israele si trova tra le prime 20 potenze militari al mondo. A stabilirlo la classifica finale di Global Firepower (GFP), che utilizza oltre 60 fattori individuali per determinare il punteggio PowerIndex (PwrIndx) di ben 145 potenze mondiali. Numerose sono le categorie prese in esame, dalla quantità di unità militari e posizione finanziaria alle risorse naturali fino alle capacità logistiche e geografia del territorio.

Stando alla classifica, Israele si troverebbe al 18° posto con un PwrIndx di 0,2757 - dove lo 0.00 rappresenta la “perfezione” - posizionandosi subito dopo l’Iran (0.2712) che secondo Hamas, avrebbe supportato gli attacchi dell’operazione Al Aqsa. Ma vediamo nel dettaglio i dati sulla potenza militare di Israele:

  • per quanto riguarda la forza lavoro, Israele dispone ben 3.754.252 militari;
  • per la flotta terrestre, invece, Tel Aviv dispone di ben 2.200 carrarmati, posizionandosi in questo settore come la dodicesima forza militare al mondo;
  • per la flotta aerea dispone di 601 gli aerei da combattimento;
  • la flotta navale sembra essere invece il tallone d’Achille di Israele, che possiede solo 67 navi da guerra, posizionandosi in questo settore al 40° posto.

Inoltre, secondo il portale di Geopolitica Freedom aNATOmy, si può ritenere Israele uno dei Paesi più avanzati al mondo dal punto di vista della tecnologia militare, sia nel “campo della produzione vera e propria sia sotto l’aspetto delle modifiche degli equipaggiamenti”. Infatti, Israele è uno dei pochi Stati al mondo che ha la capacità di lanciare in orbita satelliti di ricognizione di propria produzione. Anche nel settore missilistico, lo Stato israeliano si afferma come uno dei migliori produttori di missili antiaerei e di missili antimissile, ovvero di batterie difensive antiaeree e antimissilistiche.

E se queste sono in totale le forze che Israele ha a disposizione, non bisogna dimenticare che da più di mezzo secolo gode del sostegno degli Stati Uniti, che garantisce un netto “vantaggio militare” rispetto ai paesi vicini in termini di armi tradizionali, ma non solo.

Israele, i dati sul nucleare

Israele però non è solo una forza militare, ma anche una forza nucleare, nonostante non abbia mai ammesso ufficialmente di possedere testate nucleari, che secondo stime internazionali oscillano tra decine e centinaia.

Lo Stato ebraico è uno dei soli quattro Paesi che non ha mai aderito al Trattato di Non-Proliferazione insieme a India, Pakistan e Corea del Nord - che si è ritirata. Israele stesso pratica la cosiddetta “ambiguità intenzionale”, per inviare un messaggio ai Paesi ostili mediorientali, come l’Iran, circa la sua potenza letale, senza però rivelare nulla che possa renderlo responsabile di fronte alle ispezioni internazionali.

L’anno scorso l’ex ufficiale dell’esercito statunitense Edwin S. Cochran ha sostenuto che Israele dovrebbe essere in possesso di “materiale fissile sufficiente per fabbricare 60-300 armi nucleari”. Nel giro di un anno, la comunità scientifica e militare internazionale ha stimato che il numero sia aumentato e vada dal centinaio alle 400 testate.

Per anni, i Paesi arabi, e non solo, hanno sollevato il problema che la responsabilità dello sviluppo e dell’acquisizione di armi nucleari non possa essere limitata agli Stati che sono percepiti come “nemici di Israele”. Per tanto è stata proposta una risoluzione delle Nazioni Unite che ha chiesto a Israele di smantellare il suo arsenale nucleare e di inserire i suoi impianti nucleari sotto il monitoraggio dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Non sorprende che la risoluzione - redatta dall’Egitto con il sostegno di altri Paesi arabi - non abbia ricevuto il voto di Israele e degli Stati Uniti e il Canada.

Ad oggi, infatti, il sostegno degli Stati Uniti non si traduce solo in un “vantaggio militare” ma garantisce che Israele rimanga l’unica superpotenza del Medio Oriente, facendo sì che possa sfuggire alla responsabilità internazionale per lo sviluppo delle armi nucleari. Il risultato di un’ipocrisia occidentale che fa sì che molti Paesi chiudano gli occhi sugli armamenti nucleari in possesso di Israele.

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