Quanto costerebbe la benzina senza le accise? Il prezzo finale sarebbe molto più conveniente, visto che le accise consistono in più della metà del costo: vediamo a quanto ammontano.
Quanto costerebbe la benzina senza il costo aggiunto delle accise? Il costo delle materie prime per i carburanti è in costante aumento dal 2014, e l’ultima goccia è stata la guerra tra Russia e Ucraina.
Il conflitto, che va avanti dal 24 febbraio, ha fatto salire alle stelle non solo il prezzo del gas, ma anche quello della benzina. Il prezzo della benzina varia in ogni Paese, perché dipende da altri fattori, come appunto le accise e il cambio euro/dollaro.
Secondo una nota diffusa dal ministero della Transizione ecologica lo scorso 28 febbraio, le accise costituiscono il 57% del prezzo finale.
Quanto costa la benzina senza le accise?
Ma quanto costerebbe un litro di benzina senza accise? Secondo quanto riporta l’Agenzia delle accise, delle dogane e dei monopoli nel documento con gli aggiornamenti del 2022 su 1.000 litri di benzina si pagano 728,40 euro di accise. Si scende a 617,40 euro col gasolio e a 267,77 euro col Gpl, ed ecco perché costano sostanzialmente di meno, al distributore.
Secondo le rilevazioni settimanali del Mite (l’ultima è del 7 marzo), c’è stato un aumento sulla benzina dell’84,28%, dell’88,86% sul gasolio auto e del 36,21% sul GPL. Allarme anche per il gasolio da riscaldamento, con una variazione del + 151,28%.
Che significa? Facendo i conti, la benzina senza accise (e senza Iva) costerebbe poco meno di 90 centesimi al litro, mentre il gasolio poco più di 80 centesimi al litro.
La benzina in modalità self service ha superato a quota di 1,9 euro/litro, e si va oltre la soglia dei 2 euro al litro per il servito. Le quotazioni internazionali di benzina e gasolio hanno guadagnato l’equivalente di 4 e 5 centesimi al litro, quindi da quando è iniziata la guerra in Ucraina c’è stato un aumento delle quotazioni di 11 e 20 centesimi al litro rispettivamente per benzina e gasolio.
Perché sta salendo il prezzo della benzina?
A parte le accise, che da sole costituiscono più della metà del prezzo finale, c’è da tenere in considerazione anche l’aumento del costo delle materie prime. L’aumento non ha conseguenze solo per fare il pieno, ma si ripercuote anche sulle utenze.
Il costo delle bollette viene infatti riparametrato su base trimestrale, tenendo in considerazione l’andamento dei mercati internazionali. L’ultimo decreto che prevede uno stanziamento da 5,8 miliardi per intervenire sull’aumento dei costi di energia e gas nel secondo trimestre del 2022 è stato varato a febbraio.
Le accise sul carburante più famose
Cosa paghiamo quando facciamo benzina? Le accise non vengono più pagate per singole voci, ma rientrano in una voce unica che finanzia il bilancio statale nel suo complesso. Tra le accise più famose però ricordiamo:
- 0,0001 euro per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
- 0,007 euro per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
- 0,005 euro per la ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963;
- 0,005 euro per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966;
- 0,005 euro per la ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968;
- 0,051 euro per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
- 0,038 euro per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
- 0,106 euro per il finanziamento della guerra del Libano del 1983;
- 0,0114 euro per il finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
- 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
- 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
- 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
- da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
- 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
- 0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
- 0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre 2011;
- 0,02 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012;
- 0,005 finanziamento del “Bonus Gestori”;
- 0,0024 finanziamento del “Decreto Fare”.
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Le accise sui carburanti per le ricostruzioni post terremoti
Oltre alle anacronistiche accise sulla guerra di Abissinia o sul finanziamento alla crisi del Suez, uno dei dati sconcertanti e che negli anni abbiamo pagato ben 145 miliardi di accise soltanto a causa dei terremoti.
A raccogliere i dati è stata la Cgia di Mestre, calcolando il totale dei consumi e delle accise introdotte proprio per finanziare la ricostruzione post terremoto, a partire dai fatti dell’Irpinia del 1980 fino ad arrivare al recente terremoto dell’Emilia Romagna del 2013.
Una spesa nobile, seppure in un Paese pieno di misteri come l’Italia non sono in pochi a credere che di questi soldi siano in pochi quelli stanziati realmente per le popolazioni terremotate.
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