Quanti soldi ci vogliono per aprire un bar? Ecco i costi di licenze, allestimento e investimento per l’apertura di bar e caffetterie partendo da zero.
Aprire un bar è il sogno di tanti lavoratori. Sia per coloro che già sono nell’ambiente e sia per quelli che, magari, desiderano cambiare mestiere, il bar rappresenta quell’attività che coniuga desideri e passioni, magari da inaugurare in compagnia - o in società - con qualche amico di vecchia data. La realtà, però, non è sempre così fiabesca, anzi. Difatti, una delle questioni principali per chi vuole aprire un bar è il costo, non alla portata di tutti.
Aprire un bar non è più un’attività “semplice” o improvvisabile. Il settore della ristorazione richiede oggi competenze imprenditoriali, capacità di gestione finanziaria e un’attenta pianificazione. Avere una solida analisi di mercato, un business plan ben strutturato e un piano di marketing efficace sono condizioni imprescindibili per evitare errori costosi e aumentare le possibilità di successo.
Quali sono le spese da sostenere per chi vuole aprire un bar partendo da zero? Quanti soldi servono per far sì che l’investimento non sia un buco nell’acqua? Oltre a tutti i requisiti richiesti, il rispetto delle norme e, ovviamente, la scelta del posto giusto, il capitolo relativo ai costi è sicuramente centrale. Ecco, allora, quanto serve per aprire un bar in base alle spese necessarie e a un investimento consono per mantenerlo.
Quali sono le spese per aprire un bar oggi?
Aprire un bar richiede un investimento iniziale significativo, che può variare ampiamente in base a numerosi fattori: posizione del locale, dimensioni, target di clientela, tipo di servizio offerto (bar classico, cocktail bar, caffetteria con cucina, ecc.).
Secondo un’indagine condotta da Fipe-Confcommercio nel 2024, il capitale iniziale necessario per l’avvio di un bar di piccole/medie dimensioni si aggira mediamente tra i 60.000 e i 120.000 euro, ma può aumentare considerevolmente in contesti metropolitani o in zone ad alta affluenza turistica.
Ovviamente, il costo può anche scendere in caso di risparmio su attrezzatura e licenze e, soprattutto, se si decide di non partire totalmente da zero.
Ecco le principali voci di spesa da considerare (in ordine sparso) non facoltative:
- acquisto o affitto del locale;
- lavori di ristrutturazione e adeguamento normativo;
- arredamento e allestimento degli interni;
- macchinari e attrezzature da cucina/bar;
- licenze e permessi (SCIA, HACCP, SAB, ecc.);
- consulenze professionali (commercialista, avvocato, tecnico abilitato);
- campagne di marketing e comunicazione iniziale;
- assicurazioni;
- formazione e assunzione del personale.
Quanto costa aprire un bar: tutti i costi in dettaglio
Il costo per aprire un bar può variare sensibilmente in base alla posizione, alla dimensione del locale e al tipo di servizio che si intende offrire. Vediamo nel dettaglio le voci di spesa principali.
Il costo della licenza
La licenza per la somministrazione di alimenti e bevande non ha un costo fisso: nelle città dove le licenze sono contingentate (come Milano, Roma o Firenze), è necessario acquistarla da un altro esercente, con costi che possono andare da 7.000 fino a oltre 60.000 euro, a seconda della zona e del valore commerciale della licenza.
In alternativa, in Comuni che non hanno restrizioni, è sufficiente presentare una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) accompagnata da corsi obbligatori (come il corso SAB – Somministrazione Alimenti e Bevande e HACCP). I costi burocratici complessivi (compresi i corsi) si aggirano tra i 1.000 e i 3.000 euro.
Quanto costa l’allestimento del bar
L’allestimento di un bar comprende l’arredo, le attrezzature e gli eventuali lavori di ristrutturazione. Ecco un dettaglio dei costi aggiornati.
- Arredamento interno (bancone, tavoli, sedie, illuminazione, decorazioni): tra 10.000 e 40.000 euro, a seconda dello stile e della metratura.
- Attrezzature professionali (macchine da caffè, frullatori, frigoriferi, lavastoviglie, sistema POS, ecc.): da 15.000 a 60.000 euro, per un’attività completa.
- Ristrutturazione del locale (impianti, pavimentazioni, bagni, accessibilità, adeguamento sanitario): da 5.000 a 50.000 euro, variabile a seconda dello stato iniziale dell’immobile (se il locale è già adibito a bar, la ristrutturazione potrebbe essere minima).
Uno studio condotto da CNA e pubblicato nel 2024 stima che circa il 60% del budget iniziale venga destinato proprio all’allestimento e adeguamento degli spazi.
Altre spese da sostenere per l’apertura
Oltre alla licenza e all’allestimento del locale, ci sono altre spese da sostenere per aprire un bar.
- Consulenze legali, fiscali e tecniche: tra 2.000 e 4.000 euro complessivi, per avviare correttamente l’attività e predisporre tutti i documenti necessari.
- Marketing iniziale (branding, sito web, social media, inaugurazione): tra 2.000 e 6.000 euro, fondamentali per attirare clientela nei primi mesi.
- Assicurazioni obbligatorie e facoltative (RC, incendio, furto, infortuni): tra 800 e 2.000 euro e più all’anno.
Il budget minimo per investire in un bar (compresi tutti i costi)
Alla luce di quanto riportato sopra, la cifra minima da investire per aprire un bar è non inferiore ai 40 mila euro circa. Inoltre, se si rileva un bar già esistente, la cifra può tranquillamente oltrepassare i 100 mila euro.
Tuttavia, il budget effettivo dipende da molti fattori, come la posizione del locale, il target di clientela e il tipo di servizio offerto. Un bar in una piccola città può richiedere un investimento inferiore, mentre un bar in una zona centrale di una grande città potrebbe richiedere somme molto più elevate.
Va sempre ricordato che, secondo il report “Ristorazione in Numeri 2024” della Fipe, il 22% delle nuove aperture nel settore bar fallisce entro il secondo anno, spesso a causa di una sottostima dei costi di gestione e di un piano finanziario poco strutturato.
Una valida alternativa per risparmiare qualcosa è rappresentata dal franchising, in quanto consente di aprire l’esercizio commerciale con un servizio ’chiavi in mano’ a costi non altissimi e potendo sfruttare un brand solido. In queste circostanze, l’interessato dovrebbe investire una cifra minima attorno ai 15 mila euro. Ma è ovvio che a far la differenza è la scelta verso una società di franchising seria, che assicuri assistenza qualificata e formazione periodica, oltre che la fornitura degli arredi.
Quanto costa mantenere un bar?
Oltre all’apertura, però, prima di aprire un bar vanno valutati anche i costi di gestione, che andranno di pari passo con i profitti. Difatti, i costi di gestione di un bar possono essere altrettanto impegnativi e riguardano diverse voci:
- affitto: l’affitto del locale rappresenta una delle spese fisse più significative. Il costo varia notevolmente in base alla posizione geografica, ma può oscillare tra 1.000 e 5.000 euro al mese, o anche di più nelle zone centrali delle grandi città;
- personale: il costo del personale dipende dal numero di dipendenti e dalle loro qualifiche. Un bar di medie dimensioni potrebbe avere bisogno di almeno 2-3 dipendenti, con un costo mensile complessivo che varia dai 3.000 ai 7.000 euro;
- rifornimenti e scorte: le spese per l’acquisto di materie prime (caffè, bevande, cibo) variano a seconda del tipo di bar, ma possono aggirarsi intorno ai 2.000 - 5.000 euro al mese;
- bollette e utenze: le spese per luce, gas, acqua e connessione internet possono variare dai 600 ai 2.500 euro al mese;
- manutenzione e pulizie: spese accessorie ma necessarie, tra 300 e 1.000 euro/mese.
In media, il costo mensile di gestione per un bar di medie dimensioni nel 2025 si attesta attorno ai 10.000 - 15.000 euro.
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