Ecco quando la rottamazione non conviene

Patrizia Del Pidio

31 Luglio 2023 - 07:22

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Non sempre la rottamazione delle cartelle esattoriali è una scelta conveniente per rimettere a posto la propria situazione con il Fisco, vediamo il perché.

Ecco quando la rottamazione non conviene

La scadenza per la presentazione delle domande di adesione alla rottamazione è ormai scaduta. Poteva essere presentata, infatti, solo fino al 30 giugno. Ma anche per chi ha presentato domanda per aderire alla definizione agevolata dei debiti c’è ancora tempo per decidere se perfezionare questa scelta oppure no. Si può, infatti, decidere di non versare la prima o unica rata di ottobre per far decadere il beneficio.

Ci sono anche molti contribuenti che hanno direttamente evitato di presentare domanda di adesione alla sanatoria perché si sono resi conto a priori della mancata convenienza di questa scelta. Ma in quali casi la rottamazione non conviene visto che, di fatto, prevede degli sconti sugli importi da pagare? Esaminiamo le casistiche.

I limiti della rottamazione

A limitare le adesione alla rottamazione in parte sono state le altre misure che ha introdotto la pace fiscale. Nella maggior parte dei casi, però, la mancata presentazione della domanda di adesione è da ricercare nel fatto che molti contribuenti non trovano una effettiva convenienza nella misura.

Anche se per molti la rottamazione è un’occasione d’oro per regolarizzare la propria situazione debitoria con il Fisco avendo un sconto anche consistente sul debito da pagare, per altri non è così. Anche perché i contro della rottamazione sono molteplici nonostante gli sconti.

Uno dei maggiori svantaggi della rottamazione è che la domanda di adesione non solo interrompe i termini di prescrizione. Ma una volta presentata non si avrà più la possibilità di presentare ricorso per quella stessa cartella esattoriale.

La cosa che scoraggia maggiormente i contribuenti è l’importo elevato delle prime due rate, quelle del 31 luglio e del 30 novembre 2023, con le quali si salda il 20% del debito totale. Poi, per il resto del debito, si potrà avere a disposizione un piano di rateazione anche abbastanza lungo di un massimo di 16 rate residue a cadenza trimestrale. Le 16 rate che seguiranno le prime due maxi avranno importo del 5% del debito totale. Sicuramente più alla portata del contribuente rispetto alle prime due.

Se l’ammontare del debito è molto alto, però, sia le prime 2 rate che le successive 16, potrebbero avere un importo molto pesante da sostenere, soprattutto per chi ha difficoltà economiche.

Cosa ha scoraggiato dall’aderire alla rottamazione?

Aderire alla rottamazione quater aveva sicuramente effettivi vantaggi ma a scoraggiare dall’adesione alla definizione agevolata sono stati diversi motivi.

Trovarsi a pagare entro il 31 ottobre una rata di importo pari al 10% del debito complessivo non è cosa alla portata di tutti. E la rata successiva, di stesso importo, con scadenza dopo neanche un mese. Sicuramente per chi ha problemi di liquidità reperire i soldi per saldare le prime due rate, anche se di importo non elevatissimo, non è cosa semplice.

La rottamazione, poi, non permette molta tolleranza visto che ogni rata può essere pagata solo entro 5 giorni dalla scadenza pena la decadenza del beneficio. Saltare uno solo dei pagamenti annullerebbe la rottamazione (fermo restando che le somme già versate sarebbero trattenute come acconto).

Se il beneficio dovesse decadere, tra l’altro, non solo si dovrà tornare a pagare il debito originario, ma non si potrà neanche contestarlo per eventuale prescrizione.

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