Il prezzo del petrolio scivola fino a toccare i minimi di 6 mesi. La quotazione non riesce a rialzare la testa mentre l’outlook appare sempre più negativo e gli sforzi OPEC inutili.
Il prezzo del petrolio crolla fino a toccare i minimi di 6 mesi: le previsioni sul futuro della quotazione sono ormai prevalentemente orientate al ribasso.
A pesare negli ultimi giorni sono stati diversi elementi, tra cui, ancora una volta, i dati EIA sulle scorte di greggio al di sotto delle attese degli analisti. Questo e molto altro ha contribuito ad una sempre più accentuata pressione di vendita sul prezzo del petrolio che ha cancellato tutti i guadagni messi a segno dopo lo storico accordo OPEC di fine novembre.
Ricordiamo, inoltre, che quello stesso accordo è stato esteso fino a marzo 2018 con la speranza di stabilizzare il mercato bilanciando domanda e offerta. Osservando le recenti oscillazioni del prezzo del petrolio non sembra proprio che quell’obiettivo stia per essere raggiunto.
Prezzo petrolio: cosa pesa sulla quotazione?
Negli ultimi giorni a pesare sul prezzo del petrolio sono stati soprattutto i dati pubblicati dall’EIA che hanno deluso le attese degli analisti. Le scorte di crude oil sono scese di 1,7 milioni di barili, ma il consensus aveva previsto un calo di 2,7 milioni. La conseguenza? Una rinnovata pressione di vendita che ha fatto scivolare la quotazione di greggio.
(Wti: quotazione e grafico su base mensile)
A pesare sul prezzo del petrolio sono stati anche i dati sulle scorte di gasolio che sono cresciute di 2 milioni di barili deludendo completamente gli analisti i quali avevano previsto un calo di 0,45 milioni di barili.
La quotazione di greggio continua a viaggiare sotto pressione a causa del persistente eccesso di offerta sul mercato, causata anche e soprattutto dalla produzione USA che sta rendendo totalmente vani gli sforzi di equilibrio dell’OPEC e dei Paesi produttori esterni al Cartello.
Non solo gli USA, ma anche la Russia ha contribuito alla flessione del prezzo del petrolio. Gli investitori hanno osservato con tristezza l’aumento dell’output nonostante l’avvenuta estensione dell’accordo OPEC di Vienna. Secondo alcuni calcoli di Reuters, nel terzo trimestre del 2017 il Paese esporterà 61,2 milioni di tonnellate di petrolio, contro i 60,5 del secondo trimestre.
Quali previsioni sul prezzo del petrolio?
Moltissime analisi tecniche sul prezzo del petrolio continuano a mostrarsi ribassiste e a scorgere anche la possibilità di una discesa della quotazione del Wti fino ai minimi del 5 maggio a $43.74.
Alcuni studi suggeriscono che essa potrebbe anche prendere fiato prima di crollare definitivamente. È l’unico segnale rialzista che gli analisti riescono a leggere, per ora. Le resistenze più difficili da abbattere per il prezzo del petrolio saranno rappresentate dai livelli di $46.16 e $46.38.
Nonostante nel momento in cui si scrive la quotazione del Wti e quella del Brent stiano viaggiando con un lieve rialzo (determinato secondo i traders da alcune difficoltà incontrate dalla produzione in Libia), il primo sta viaggiando ai minimi di marzo 2016, e il secondo ai minimi di agosto: l’eccesso di offerta sul mercato non permette per ora di formulare delle previsioni rialziste sul prezzo del petrolio.
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