Il prezzo del petrolio corre veloce: tutti i motivi del rimbalzo
Il prezzo del petrolio è tornato a rialzare la testa dopo le pesanti perdite registrate negli ultimi due giorni.
Secondo alcuni trader la risalita delle quotazioni potrebbe aver trovato ragion d’essere negli ultimi sviluppi sul fronte guerra commerciale.
Nei prossimi giorni, più precisamente il 7 e l’8 gennaio, Stati Uniti e Cina si incontreranno nuovamente per cercare di definire al meglio i termini di una futura intesa volta a terminare la battaglia che si è consumata nel 2018 a colpi di dazi e tariffe reciproche. Proprio questo nuovo spiraglio di luce, secondo alcuni, potrebbe aver risollevato almeno in parte il prezzo del petrolio.
Prezzo del petrolio risalirà in 3 o 4 mesi
Nonostante i timori generalizzati le quotazioni di Brent e Wti saranno prossimamente supportate dagli ultimi tagli decisi dall’OPEC nel meeting di inizio dicembre. In quell’occasione i Paesi produttori (compresi quelli esterni al Cartello) hanno dichiarato ancora una volta la loro intenzione di ridurre il proprio output per cercare di bilanciare il mercato.
Nel momento in cui i tagli si renderanno evidenti il prezzo del petrolio avrà di che festeggiare. Tra novembre e dicembre la produzione OPEC si è ridotta di 460.000 barili al giorno grazie agli sforzi (precedenti l’accordo) dell’Arabia Saudita e alle problematiche produttive di Iran e Libia.
Secondo la società di consulenza FGE ci vorranno almeno tre o quattro mesi per riequilibrare il mercato e, di conseguenza, per fornire nuovo slancio al prezzo del petrolio. Le quotazioni del Brent, a sua detta, si riporteranno stabilmente tra i $55 e i $60 all’inizio dell’anno.
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