Piazza Affari può crollare e il motivo è il debito (secondo Goldman Sachs)

Violetta Silvestri

11 Ottobre 2023 - 12:18

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C’è scetticismo sui guadagni di Piazza Affari e secondo Goldman Sachs il peso del debito pubblico, con rendimenti in aumento, si farà sentire sulle azioni. Perché c’è il rischio crollo?

Piazza Affari può crollare e il motivo è il debito (secondo Goldman Sachs)

Nell’Italia appesantita da un debito pubblico elevato, Piazza Affari può subire un tonfo dopo essersi distinta per un’ottima performance nel 2023.

Questa la valutazione degli analisti di Goldman Sachs, che stanno puntando il dito sulle negative conseguenze di rendimenti obbligazionari al top, con i tassi di interesse in crescita, che si riverseranno sul costo del debito italiano.

Le azioni del Ftse Mib hanno sovraperformato di gran lunga quelle in Europa nel 2023, poiché l’impennata dei rendimenti obbligazionari ha migliorato le prospettive per l’indice di riferimento del Paese ad alto contenuto finanziario.

Tuttavia, la marcia verso l’alto dei tassi ha anche aumentato gli oneri sul debito per lo Stato e qualsiasi ulteriore impennata rischia di aggiungere pressione sull’economia. Il 30% del debito italiano è detenuto, infatti, nel sistema finanziario nazionale. Con queste premesse, secondo gli esperti di Goldman Sachs l’azionario italiano è a rischio e Piazza Affari può subire un crollo.

Perché Piazza Affari può crollare e cosa c’entra il debito

Il rally di oltre il 12% delle azioni italiane sul Ftse Mib quest’anno le ha lasciate esposte ai rischi del debito sovrano mentre i rendimenti obbligazionari salgono, secondo gli strateghi di Goldman Sachs Group.

Il team guidato da Sharon Bell prevede che lo spread tra i rendimenti dei titoli italiani a 10 anni e quelli del debito tedesco di riferimento si allargherà ulteriormente – anche se più gradualmente rispetto alle ultime settimane – mentre il mercato rivaluta i rischi fiscali.

Per ogni aumento di 10 punti base dello spread, gli analisti stimano un calo del 2% per le azioni delle banche italiane, dell’1,5% per l’indice Ftse Mib di Milano e di 80 punti base per le azioni europee, sulla base dei movimenti relativi dal 2014, hanno scritto in una nota.

“Dopo una forte sovraperformance, eviteremmo il Ftse Mib poiché è vulnerabile a rendimenti più elevati, spread più ampi e qualsiasi peggioramento dei risultati di crescita, ha detto lo stratega.

Con un debito pubblico che supera il 140% del prodotto interno lordo, l’Italia è il secondo maggiore emittente sovrano dopo il Regno Unito. Moody’s Investors Service valuta attualmente l’Italia a Baa3, appena un gradino sopra la spazzatura, con un outlook negativo.

Bell ha affermato di preferire l’indice FTSE 100 del Regno Unito in quanto ha un dividendo e un rendimento del flusso di cassa libero simili a quelli delle azioni italiane, ma con un rischio sovrano inferiore.

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