Petrolio sotto $80: è panico della domanda, quanto durerà?

Violetta Silvestri

7 Dicembre 2022 - 11:26

condividi

Prezzo del petrolio sotto la soglia di $80, come non accadeva da gennaio: che succede? I timori di una domanda sempre più debole stanno scuotendo il mercato del greggio. Sarà questo il trend 2023?

Petrolio sotto $80: è panico della domanda, quanto durerà?

Prezzi del petrolio in caduta libera: il Brent e il Wti sono crollati sotto la soglia di $80 al barile, come non accadeva da mesi e cancellando i guadagni del 2022.

Sono successi diversi avvenimenti nel mercato del greggio: l’embargo dell’Ue e il limite massimo di prezzo sul greggio russo sono entrati in vigore all’inizio di questa settimana, dopo che l’Opec ha deciso di mantenere il taglio di produzione invariato.

L’argomento principale nei mercati petroliferi e azionari, però, è il rallentamento economico generale a livello globale, con previsioni più fosche negli ultimi giorni. Inoltre, i commercianti di petrolio e gli speculatori stanno fuggendo dal mercato alla fine dell’anno a causa dell’elevata volatilità e incertezza

Secondo alcuni esperti, infatti, se da una parte ci sono indicazioni importanti sul lato dell’offerta, con l’Opec che sta tagliando la sua produzione e l’Europa che ha vietato le spedizioni di petrolio russo, i fattori cruciali per il prezzo si confermano le preoccupazioni sui consumi: c’è un vero e proprio panico da domanda?

Tra incognita Cina e nuovi allarmi recessione dagli Usa, i prezzi del petrolio sono crollati. Sarà questa la tendenza nel 2023?

Petrolio sotto pressione: troppe incognite sulla domanda

Martedì il greggio Brent, il prezzo globale di riferimento, è sceso sotto gli 80 dollari al barile per la prima volta da gennaio, diminuendo del 4% a 79,35 dollari alla fine della giornata. Il crollo del 6 dicembre è stato il più grande giornaliero dalla fine di settembre. Alle ore 11.04 circa del 7 dicembre scambia a 78,17, allungando il calo.

Il WTI scambia a 73,08 dollari al barile, con un tonfo dell’1,58%. L’ultima volta che aveva toccato una soglia di prezzo così debole è stata la fine di dicembre 2022.

I prezzi del petrolio sono scesi di oltre l’1% per tre sessioni consecutive, rinunciando alla maggior parte dei guadagni dell’anno. Cosa succede?

Ed Moya, Senior Market Analyst presso OANDA, ha dichiarato: “Le prospettive della domanda di greggio stanno diventando schiacciate poiché siamo in un rallentamento praticamente in tutte le principali economie. Le forniture sembrano abbondanti nel breve termine e questo fa esitare tutti su quello che è stato uno degli scambi più facili dell’anno.”

Nel dettaglio, l’ottimismo sulla mossa della Cina per allentare i severi limiti per il controllo Covid è stato mitigato dai dati che mostrano una contrazione delle esportazioni. Tra le cupe previsioni, l’amministratore delegato di Goldman Sachs, David Solomon, ha affermato di “vedere tempi difficili davanti a sé”.

Il greggio sta zoppicando verso la fine dell’anno, con il benchmark statunitense che si dirige verso il primo calo trimestrale consecutivo dalla metà del 2019, mentre le banche centrali inaspriscono la politica monetaria.

Vanda Insights ha evidenziato: “L’umore nei mercati finanziari più ampi si è ulteriormente inasprito dopo che le principali banche di Wall Street hanno avvertito di forti venti contrari economici in una conferenza di settore martedì.”

Si prevedono recessioni nel 2023, sia negli Usa che nell’Eurozona. Inoltre, con una Cina ancora incerta nel piano di ripresa economica, il mercato del greggio risente di una previsione di domanda molto debole nel breve-medio periodo.

Si aggiungano, a questi fattori, un contesto di liquidità in continua diminuzione nel mercato petrolifero: l’interesse aperto del Brent è al minimo dal 2015, poiché i trader eliminano le loro posizioni nell’ultimo mese dell’anno.

L’Arabia Saudita, nel frattempo, ha abbassato la maggior parte dei prezzi del petrolio per l’Asia, incluso il suo grado Arab Light di punta, segno che la domanda rimane tiepida.

Infine, l’incertezza sull’impatto del prezzo massimo sul petrolio russo sull’offerta contribuisce alla volatilità. La Russia sta prendendo in considerazione tre opzioni, tra cui il divieto di vendita di petrolio ad alcuni Paesi e la fissazione di sconti massimi ai quali venderebbe il suo greggio, per contrastare il tetto imposto dalle potenze occidentali, ha riferito mercoledì il quotidiano Vedomosti.

“Oggi ci sono ancora tonnellate di incertezza nei mercati, ha affermato Claudio Galimberti, vicepresidente senior di Rystad Energy, aggiungendo che la produzione di greggio in Russia potrebbe non diminuire tanto quanto previsto in precedenza.

Saranno queste le premesse per il prezzo del petrolio del 2023? Ripresa forte della Cina e recessioni più deboli del previsto in Usa e in Eurozona potrebbero riportare le quotazioni in alto.

Argomenti

# Brent
# WTI

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.

SONDAGGIO