Peste suina, nuovo allarme in Italia: “Situazione fuori controllo”

Luna Luciano

13 Maggio 2023 - 23:58

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Accertati due nuovi casi di peste suina a Roma. Scattano i piani per il depopolamento. Ecco cosa sta accadendo

Peste suina, nuovo allarme in Italia: “Situazione fuori controllo”

Scatta di nuovo l’allarme in Italia per la peste suina africana (Psa). Proprio in questi giorni a Roma sono state rinvenute due carcasse di cinghiali nelle aree del parco dell’Insugherata - ossia nell’area verde adiacente a via Cortina d’Ampezzo, tra la via Trionfale e la via Cassia - e nell’area boschiva di Casal del Marmo.

A segnalare il ritrovamento, nel primo caso è stato un Guardia Parco, mentre nel secondo caso è stato un residente. A seguito delle segnalazioni sono immediatamente scattati i controlli degli esperti e poco dopo è giunta la conferma dalle analisi di laboratorio delle Asl: i due cinghiali trovati morti erano positivi alla peste suina. Al momento sono in corso gli accertamenti su un terzo esemplare trovato morto.

La peste suina africana è una malattia virale dei suini causata da un virus della famiglia Asfaviridae, - genere Asfivirus - che risulta essere letale nel 98% dei casi (non esistono vaccini). L’infezione non si trasmette all’uomo, colpisce solamente i suidi (suini e cinghiali), in quanto il virus non è in grado di compiere il salto di specie, inoltre, viene completamente debellato con la cottura della carne. La peste suina però rappresenta un pericolo per gli allevamenti ed è quindi scattato il piano per la depopolazione.

Piano che, evidentemente, non è stato correttamente attuato, come denunciato da Coldiretti Lazio: “La situazione è fuori controllo. Quanto accaduto è la dimostrazione che i provvedimenti presi [...] sono rimasti inattuati”. Ecco cosa sta accadendo in Italia.

Peste suina, fallito piano depopolamento: “situazione fuori controllo”

Le due conferme hanno fatto scattare l’allarme per la pesta suina africana, rilevata a Roma per la prima volta a maggio 2022. L’epidemia si è poi allargata dalla Liguria al Piemonte arrivando, a inizio anno a contagiare i cinghiali selvatici del Lazio.

Di fronte alla nuova emergenza, il Ministero della Salute ha convocato un tavolo di lavoro, riattivando l’Unità di crisi con la Regione Lazio e le Asl ora incaricati di procedere con campionature e analisi nella cosiddetta zona rossa: un’area che si estende per 125 chilometri tra la riserva dell’Insugherata e il parco di Veio.

La necessità di riattivare un piano di emergenza sarebbe la prova per la Coldiretti Lazio che i provvedimenti adottati dalla giunta precedente, ossia il piano di depopolamento - la caccia selettiva - non sarebbero mai stati realmente attuati. Infatti, come riporta il Messaggero, dall’inizio dell’emergenza sarebbero stati abbattuti appena 300 esemplari contro i 50mila annunciati dalla giunta precedente, a fronte dei 75mila stimati.

Una misura che fu considerata necessaria affinché la peste non si diffondesse agli allevamenti, sollevando le proteste degli animalisti. Tuona il presidente regionale della Coldiretti Lazio, David Granieri, il quale ha spiegato che di fronte a una simile situazione i fatti dimostrano che:

le misure previste dall’ordinanza, non sono ancora state applicate nella maniera rigorosa e tempestiva, che è invece necessaria e che i nostri imprenditori agricoli sono nuovamente esposti a gravi rischi.

Come spiegato dal Ministero della Salute, ulteriori misure di contenimento saranno comunicate lunedì 15 maggio dal neo-commissario straordinario alla Psa, Vincenzo Caputo, nominato lo scorso febbraio con i compiti di coordinamento delle misure contenitive.

Peste suina, quali sono i rischi per il sistema economico italiano?

Se la peste suina africana non ha mai rappresentato un pericolo per la salute dell’uomo, lo stesso non si può dire per gli allevamenti. I casi di peste suina africana, segnalata da diverse organizzazioni agricole su tutto il territorio italiano, sono un allarme per l’economia del settore carne suina e salumi. Essendo una malattia letale nel 98% dei casi, il rischio è che gli allevamenti vengano messi in ginocchio.

Molti allevatori hanno denunciato come “l’incubo” della peste suina non sia mai terminato, tra questi troviamo Riccardo Milozzi imprenditore agricolo della Cia (Confederazione italiana agricoltori), il quale ha spiegato come gli allevatori che hanno dovuto procedere alla macellazione di emergenza, sono stati risarciti solo del 30% del valore perso. Oltre a esserci quindi il rischio che gli allevatori si ritrovino nuovamente in ginocchio, c’è il rischio economico per un intero settore. Infatti, come spiegato da Il Messaggero, stando ai dati l’epidemia sarebbe costata alle 200 aziende agricole laziali all’interno della zona rossa, ben 10 milioni di euro, a causa del blocco di tonnellate di fieno e grano e della macellazione d’emergenza. Se non si interverrà tempestivamente, si correrà il rischio di causare danni all’intera filiera alimentare.

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