Ha perso 246mila euro, ma il tribunale ha assolto il truffatore: «Nessuno ci sarebbe cascato»

Ilena D’Errico

13 Ottobre 2025 - 18:52

Anche se ha perso 246mila euro il presunto truffatore è stato assolto. La vittima è stata troppo ingenua?

Ha perso 246mila euro, ma il tribunale ha assolto il truffatore: «Nessuno ci sarebbe cascato»

Fin troppo spesso i lettori dei casi di cronaca hanno la percezione che le vittime dei reati non siano tutelate efficacemente nel nostro ordinamento. Al di là dell’evoluzione del diritto e di indubbi problemi sociali, le leggi non sono davvero dalla parte dei colpevoli come alcuni episodi lascerebbero intendere. Approfondirli meglio serve proprio a non perdere la fiducia nella giustizia e allo stesso tempo a evidenziare i margini di miglioramento e anche le criticità, ma pure a tutelarsi al meglio. Indubbiamente, però, ci sono delle situazioni che lasciano sbalorditi per quanto sbilanciate, come quella di cui parliamo oggi.

Un cittadino spagnolo ha perso circa 246.000 euro, ma quando ha deciso di agire in giudizio contro il presunto colpevole di truffa ha ricevuto un esito molto diverso da quello che si aspettava. L’imputato è stato assolto, principalmente a causa dell’ingenuità della vittima. Nessuno ci sarebbe cascato secondo il tribunale delle Canarie, che ha assolto l’imputato suscitando sdegno e sgomento. Non è infatti stata messa in dubbio la mancanza delle somme di denaro lamentate dal cittadino, né di fatto che ci fosse stato un inganno.

Il problema è che, quanto meno secondo il tribunale, la presunta vittima aveva avuto tutto il tempo e le possibilità per difendere il proprio patrimonio in maniera più efficace. Una conclusione di questo genere invita ad aumentare la prudenza, ma spaventa anche moltissimo. Cerchiamo quindi di capire meglio cos’è successo, se la situazione ha ancora possibilità di evolversi e soprattutto cosa prevede di diverso la legge italiana.

Perde 246.000 euro ma è stato ingenuo

Ricapitoliamo i punti salienti di questo caso giudiziario, specificando che le informazioni provengono da fonti giornalistiche che l’hanno trattato direttamente, riguardando una sentenza della Corte superiore delle Isole Canarie. Come anticipato, la persona accusata di truffa è stata assolta, quindi legalmente non ci sono vittime né truffatori. Per semplificare la narrazione si tiene conto dello stato dei soggetti durante il giudizio, presunta vittima e imputato. Il cittadino che ha sporto denuncia per truffa aveva cominciato nel mese di novembre 2025 a inviare dei soldi a un sedicente agente immobiliare per acquistare dei beni a titolo di investimento, cominciando da una prima tranche di 50.000 euro per acquistare un bungalow a El Cotillo, nell’isola di Fuerteventura.

Con il passare del tempo, il numero di beni da acquistare sono aumentati e così i bonifici verso l’imputato. Si è così arrivati a un totale di oltre 246.000 euro nell’arco di un anno e mezzo, finché la presunta vittima non ha avuto riscontro sulle proprietà immobiliari e ha presentato denuncia. Durante la causa l’imputato ha restituito parte dell’importo, per un totale di circa 100.000 euro, venendo poi assolto dall’accusa di truffa.

Come il “truffatore” viene assolto

Secondo il tribunale la “vittima” è stata sconsiderata, non ha adottato alcuna precauzione contro possibili illeciti né per difendere il proprio patrimonio. L’arco esteso di tempo in cui si sono susseguite le transazioni, peraltro aventi ad oggetto beni immobiliari differenti, avrebbe invece permesso maggiori accortezze e consapevolezze. Forse, se il cittadino avesse controllato meglio subito e agito tempestivamente saremmo di fronte a un finale diverso.

C’è comunque una parte di soldi non restituita, ma qui si tocca un argomento che le ricostruzioni dei media hanno spesso saltato. Il tribunale ha infatti ritenuto che parte delle transazioni riguardassero “interessi di altra natura”, suggerendo così che si trattasse di pagamenti leciti. Ovviamente non è possibile discutere di quanto appurato dai giudici, neanche in termini teorici senza conoscere i fatti in modo preciso, ma vale la pena cogliere l’occasione per ricordare che la giurisprudenza italiana è molto severa in merito alle truffe.

Errori, colpe e negligenze delle vittime non riducono la responsabilità dell’autore della truffa, purché ovviamente vengano rilevati gli elementi costitutivi del reato (sostanzialmente gli artifizi e i raggiri per ottenere un vantaggio indebito).

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# Reato
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