Ecco perché Wall Street può crollare

Alessandro Nuzzo

2 Novembre 2025 - 15:47

Jamie Dimon, ceo di JpMorgan Chase avverte: nei prossimi mesi/anni potrebbe verificarsi una caduta.

Ecco perché Wall Street può crollare

È stato un anno molto importante per le Borse, ma anche per i beni rifugio. Complice un contesto geopolitico incerto, segnato dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, gli investitori hanno modificato profondamente il loro approccio. Nei primi dieci mesi dell’anno i mercati azionari hanno toccato i massimi, i beni rifugio come oro e argento hanno raggiunto quotazioni record e il Bitcoin ha superato la soglia dei 100.000 dollari, mostrando un andamento apparentemente inarrestabile.

Purtroppo, però, bisogna restare cauti, perché il rischio di una caduta è sempre dietro l’angolo e non può essere escluso. A pensarla così è Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, la più grande banca americana. Dimon si è detto preoccupato che nei prossimi mesi o anni possa verificarsi un crollo dei mercati. «Sono molto preoccupato, e nei prossimi sei mesi o due anni potrebbe verificarsi una caduta», ha dichiarato in un’intervista alla BBC. «Vedo una probabilità più alta di correzione rispetto a quanto pensano altri: una possibilità del 10%? Direi piuttosto del 30%.» Tuttavia, ha aggiunto, «la tempistica di queste cose è impossibile da prevedere».

Nei giorni successivi il banchiere ha rincarato la dose. Il crollo da 12 miliardi di dollari della finanziaria texana Tricolor Holdings, specializzata in prestiti subprime per l’acquisto di auto, insieme al grave dissesto della First Brand in Ohio, attiva nella componentistica automobilistica, lo hanno spinto a un commento amaro: «Forse non dovrei dirlo, ma quando vedo uno scarafaggio, so che probabilmente ce ne sono altri», alludendo al rischio che questi episodi siano solo i primi segnali di una crisi più ampia.

Le principali istituzioni internazionali concordano

Le recenti tensioni sui mercati finanziari trovano eco anche tra le principali istituzioni internazionali. La Bank of England ha avvertito che l’attuale incertezza globale potrebbe spingere gli investitori a sottovalutare i rischi, segnalando una crescente vulnerabilità legata all’intelligenza artificiale: oggi cinque società rappresentano il 30% della capitalizzazione dell’S&P 500, la concentrazione più alta degli ultimi cinquant’anni. Anche Goldman Sachs e Saxo Bank prevedono una possibile correzione dei mercati entro due anni.

Sul fronte geopolitico, l’accordo di tregua in Medio Oriente non basta a rasserenare gli investitori. Restano aperti i dossier Russia-Ucraina e Cina-Stati Uniti, dove Donald Trump minaccia nuovi dazi sui prodotti cinesi, congelando i negoziati sulle terre rare. Il segretario al Tesoro Scott Bessent ha però cercato di smorzare i toni, assicurando che Washington non intende riaccendere una guerra commerciale.

Nonostante lo shutdown americano e le tensioni francesi, la liquidità resta ampia e i tassi bassi, ma i multipli di mercato rimangono elevati. Il Buffett Indicator, che misura il rapporto tra la capitalizzazione di Borsa e il Pil USA, è ai massimi storici, spinto soprattutto dai colossi tecnologici come Nvidia, Apple, Microsoft, Alphabet e Oracle.

Nel frattempo, l’economia globale si muove sempre più verso software e servizi digitali, mentre la old economy beneficia della ricostruzione postbellica e della corsa al riarmo. In questo contesto, la parola d’ordine resta prudenza: come ricorda Jamie Dimon, una correzione è possibile, ma nessuno può sapere quando arriverà davvero.

Iscriviti a Money.it

Money Awards Logo

Le votazioni ai Money Awards sono aperte!

Registrati su Money.it e vota la tua azienda preferita ai People's Money Awards 2025!

Vota ora