Perché siccità e riscaldamento globale non sono smentiti da alluvioni e freddo record

Giorgia Bonamoneta

19 Maggio 2023 - 18:36

condividi

Come si può parlare di allarme siccità se il territorio italiano è tormentato da alluvioni e freddo? Ecco perché il riscaldamento globale è legato a fenomeni estremi come siccità e alluvioni.

Perché siccità e riscaldamento globale non sono smentiti da alluvioni e freddo record

Il riscaldamento globale, sempre più evidente dall’arretramento dei casi di siccità che si verificano - come per l’inverno 2022-2023 che ha comportato l’abbassamento del livello dell’acqua in molti dei bacini idrici naturali d’Italia già a partire febbraio - non viene smentito dall’alluvione avvenuta in Emilia-Romagna, da piogge intense o dal freddo di maggio. Al contrario sono proprio questi fenomeni a confermare il cambiamento climatico.

Definire quanto accaduto in Emilia-Romagna come maltempo ricorda invece il periodo in cui la pandemia di coronavirus veniva raccontata come una “semplice influenza”. La scelta di parole serve a dettare o meno senso di urgenza: come influenza era un termine meno spaventoso, così definire maltempo un evento estremo che si verifica sempre più di frequenta a causa del cambiamento climatico accelerato dall’essere umano, spoglia del peso della responsabilità individuale e collettiva lo stesso colpevole.

Per rispondere al perché siccità e riscaldamento globale non sono smentiti dalle alluvioni e dal freddo record di questi giorni, basterebbe abbandonare la superficialità del dibattito sul tema del cambiamento climatico e affrontarlo invece della sua chiave più complessa. È evidente infatti che una serie di elementi, concatenati tra loro, hanno permesso all’evento tragico di verificarsi in Emilia-Romagna. Tra questi per esempio l’alta cementificazione dell’Emilia-Romagna, l’assenza di un piano di emergenza e un piano a lungo termine per il cambiamento climatico, l’effetto Stau e l’aridità del terreno dopo mesi di siccità.

Perché le alluvioni non smentiscono la siccità?

Una semplificazione dei fenomeni atmosferici e del cambiamento climatico possono portare a pensare che sia impossibile passare dalla siccità alle inondazioni e che quindi gli esperti del clima, gli attivisti e gli ambientalisti siano di fatto dei ciarlatani. Eppure con fenomeni complessi non si può tentare la strada della semplificazione e ignorare i segnali che ci circondano, così come le informazioni che gli esperti cercano da oltre cinquant’anni di far arrivare all’opinione pubblica.

L’alluvione in Emilia-Romagna è l’ultimo, in ordine cronologico, degli esempi di come il cambiamento climatico impatta sulla vita delle persone, degli animali e del territorio. Chiamarlo “maltempo” è una riduzione di un’emergenza quotidiana e globale che non siamo pronti ad affrontare.

Eppure quello in Emilia-Romagna è stato episodio tragico, ma prevedibile e che è avvenuto in seguito a una serie di situazioni sotto gli occhi di tutti: l’estrema cementificazione della zona colpita, la siccità prolungata durante il periodo invernale e la concentrazione del fenomeno piovoso in uno stretto lasso di tempo. Se anche questo non fosse chiaro, basterebbe provare a immaginare o testare direttamente cosa succede se si tenta di annaffiare un terreno arido. Questo “rimbalza” l’acqua, che si raccoglie sulla superficie e penetra lentamente all’interno. In altre parole tra le cause dell’alluvione c’è proprio la siccità.

Perché il freddo non smentisce il surriscaldamento globale?

L’evento dell’alluvione risulta forse più semplice da comprendere rispetto a un’altra critica che viene mossa dai negazioniste del cambiamento climatico: il riscaldamento globale. Ci si domanda infatti come sia possibile che si possa parlare di riscaldamento globale quando a maggio fa freddo. Non solo questo tipo di argomentazione denota una volontaria o involontaria perdita di memoria delle ultime estati bollenti a livello globale, ma si basano anche su una visione troppo ristretta da un punto di vista geografico e temporale; di fatto viene a mancare la differenza tra meteo e clima.

Il meteo infatti racconta un fenomeno metereologico limitato nel tempo e nello spazio; il clima è invece il tema centrale di chi studia il cambiamento climatico, una teoria scientifica con uno sguardo più ampio a livello globale e in un arco di tempo più lungo dei fenomeni atmosferici.

Con “riscaldamento globale” si intende quindi un fenomeno di innalzamento delle temperature su tutte le superfici terrestri, nell’atmosfera e negli oceani. Per spiegare perché anche in presenza di un generale riscaldamento della temperatura media globale in alcune zone e periodi dell’anno faccio molto freddo si deve fare però riferimento a un altro fenomeno, ovvero quello del “vortice polare”, legato all’oscillazione artica (movimento dell’aria del Polo Nord).

Si può immaginare il vortice polare come un anello di aria fredda che, in seguito all’aumento eccessivo delle temperature, si può rompere, causando di conseguenza una ricaduta di temperature più fredde. Anche in questo caso un raffreddamento delle temperature è dovuto a una serie di fenomeni complessi che fanno però riferimento allo stesso problema umano a cui però non prestiamo ancora la giusta attenzione: il riscaldamento globale che causa il cambiamento climatico.

Argomenti

Iscriviti a Money.it