Pensione Anticipata con sistema contributivo: nei prossimi anni sarà possibile solo per i trattamenti elevati

Simone Casavecchia

03/04/2015

Al momento attuale, la riforma Fornero prevede che, per i prossimi anni, la pensione anticipata possa essere ottenuta dai soli titolari di trattamenti pensionistici elevati: ecco perché.

Pensione Anticipata con sistema contributivo: nei prossimi anni sarà  possibile solo per i trattamenti elevati

Anche se la riforma delle pensioni, attualmente allo studio del Governo e dell’INPS, introdurrà quasi certamente, consistenti novità anche riguardo alla pensione anticipata e al tema, più onnicomprensivo, della flessibilità in uscita, occorre considerare qual è la normativa vigente riguardo alla possibilità di ottenere la pensione prima dell’età prevista per legge.

Proprio a seguito dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita, occorre considerare qual è la normativa attuale sulla pensione anticipata e quali sono gli scenari che si aprono nei prossimi anni per i contribuenti interessati a questa opzione.

Pensione Anticipata con sistema contributivo
Per il 2015 la Legge di Stabilità ha previsto il congelamento delle penalizzazioni per chi decidere di ottenere la pensione anticipata, per quanto riguarda, invece, i prossimi anni, occorre ricordare che la riforma Fornero del 2011, prevede, per i contribuenti entrati nel mondo del lavoro dopo il 1995 e, quindi, soggetti alla liquidazione del trattamento pensionistico con il solo sistema contributivo, la possibilità di anticipare l’età della pensione di 3 anni. Un contribuente soggetto al solo sistema contributivo, quindi, nei prossimi anni, avrebbe la possibilità di ottenere la pensione con i requisiti standard:

  • pensione di vecchiaia con 66 anni e 7 mesi di età;
  • pensione anticipata con almeno 42 anni e 6 mesi di contributi;

Questi stessi contribuenti, però, in base alla Riforma Fornero, godono anche di una terza possibilità:

  • pensione anticipata a 63 anni di età, con almeno 20 anni di contributi effettivi versati e un importo della prima rata del trattamento pensionistico non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale (ossia una prima rata della pensione non inferiore a circa 1250 euro);

I requisiti per ottenere la pensione anticipata
A tal proposito occorre ricordare che ogni anno tale soglia è differente, dal momento che l’assegno sociale viene rivalutato ogni anno, con apposito calcolo dell’ISTAT, sulla base della variazione media quinquennale del prodotto Interno Lordo (PIL), tenendo come riferimento i cinque anni che precedono l’anno da rivalutare.
Occorre, inoltre considerare che per l’altro requisito, i 20 anni di contribuzione, devono essere tenuti in considerazione i soli contributi effettivamente versati, quindi la contribuzione obbligatoria, volontaria e da riscatto ma non i contributi figurativi, a prescindere dal motivo per cui vengono accreditati.
Infine, occorre anche tenere presente, per i prossimi anni, la variazione del requisito anagrafico necessario per la pensione anticipata, in base all’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita:

2012 63 anni
2013 63 anni e 3 mesi
2014 63 anni e 3 mesi
2015 63 anni e 3 mesi
2016 63 anni e 7 mesi
2017 63 anni e 7 mesi
2018 63 anni e 7 mesi
2019 63 anni e 11 mesi
2020 63 anni e 11 mesi
2021 64 anni e 2 mesi
2022 64 anni e 2 mesi
2023 64 anni e 5 mesi
2024 64 anni e 5 mesi
2025 64 anni e 8 mesi
2026 64 anni e 8 mesi
2027 64 anni e 11 mesi
2028 64 anni e 11 mesi
2029 65 anni e 1 mese
2030 65 anni e 1 mese

Una possibilità davvero concreta?
In realtà, a ben vedere, la possibilità di ottenere la pensione anticipata con il sistema contributivo, considerati tutti i requisiti elencati sopra appare come una possibilità più teorica che pratica, una possibilità, in realtà riservata ai pochissimi contribuenti che hanno avuto carriere così importanti da permettergli di ottenere un assegno pensionistico molto elevato. Vediamo perché.
In linea teorica, ad esempio, un contribuente nato nel 1966 che ha iniziato a lavorare a 30 anni , nel 1996, ed è stato, quindi, assoggettato al solo sistema contributivo potrebbe già richiedere di uscire dal proprio ruolo lavorativo nel 2031 con un’età di 65 anni (considerata la tabella sopra) e con tre anni di anticipo rispetto all’età prevista per la pensione di vecchiaia.
Tuttavia, il requisito che prevede che la prima rata della pensione sia superiore di 2,8 volte al valore dell’assegno sociale è un vincolo che potrà essere soddisfatto solo da quei contribuenti che hanno avuto retribuzioni molto elevate nel corso della loro carriera lavorativa.
In realtà, quindi, si tratta di un’opzione più teorica che pratica, perché non accessibile a un lavoratore che nel corso della sua carriera ha svolto mansioni normali ma solo da quei contribuenti che hanno svolto mansioni di carattere dirigenziale che, molto probabilmente, a fine carriera non avranno nessun interesse (considerati i loro compensi) ad anticipare l’età della pensione.
Proprio per questo, dal momento che la pensione anticipata senza penalizzazioni è, di fatto, una strada impraticabile per i più, diviene sempre più necessario un intervento di riforma delle pensioni che disciplini la flessibilità in uscita in modo esaustivo e configurandola come una possibilità accessibile a tutti i contribuenti.

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