Passaporto e niente tasse. I Cairabi offrono la cittadinanza se compri casa

Alessandro Nuzzo

30 Luglio 2025 - 21:30

Cinque nazioni caraibiche stanno offrendo il passaporto in cambio di un investimento immobiliare. È boom di richieste sopratutto dagli Stati Uniti.

Passaporto e niente tasse. I Cairabi offrono la cittadinanza se compri casa

Se acquisti una casa investendo almeno 200.000 dollari, ti offriamo la cittadinanza e un passaporto che garantisce l’accesso senza visto a un massimo di 150 Paesi, inclusa l’area Schengen europea. È questo il cuore del programma di Cittadinanza tramite Investimento (CPI) promosso da cinque Paesi dei Caraibi Orientali: Antigua e Barbuda, Dominica, Grenada, Saint Kitts e Nevis e Santa Lucia.

Gli annunci immobiliari che includono il passaporto si moltiplicano, e negli ultimi mesi la domanda è cresciuta vertiginosamente, soprattutto da parte di cittadini statunitensi. Ma non si tratta solo del rilascio del passaporto e del conseguente permesso di soggiorno nel Paese: quel documento consente anche l’accesso senza visto a numerose nazioni nel mondo, Italia compresa. Inoltre, chi sceglie di acquistare casa può godere di panorami mozzafiato, mare cristallino e una popolazione vivace.

Le isole caraibiche offrono anche importanti vantaggi fiscali: in molti casi non sono previste imposte sulle plusvalenze, sulle successioni e, in alcune giurisdizioni, nemmeno sul reddito. Un elemento che sta spingendo sempre più persone a trasferirsi stabilmente nella regione. Tutti e cinque i programmi immobiliari consentono inoltre di mantenere la cittadinanza d’origine.

Boom di richieste dagli Stati Uniti

Ad Antigua, gli agenti immobiliari faticano a gestire le migliaia di richieste che arrivano ogni giorno. Uno di loro ha raccontato: «Al momento, il 70% delle richieste proviene da cittadini statunitensi. L’anno scorso, in questo periodo, ricevevamo solo richieste per immobili di lusso o da qualche investitore interessato al CBI. Ora tutti dicono: “Voglio una casa con cittadinanza”. Non ne abbiamo mai vendute così tante».

Dietro questo fenomeno ci sono l’instabilità politica globale e il desiderio di avere un passaporto riconosciuto e ben accettato a livello internazionale. Sempre più cittadini americani, soprattutto appartenenti ai ceti più abbienti e abituati a viaggiare senza restrizioni, stanno valutando seriamente il trasferimento ai Caraibi. I passaporti caraibici sono apprezzati dagli imprenditori per la loro utilità nei viaggi internazionali e, in alcuni casi, offrono maggiori garanzie in termini di sicurezza. Alcuni statunitensi, ad esempio, preferiscono viaggiare con un passaporto emesso da un Paese considerato politicamente neutrale.

Molti acquirenti non vedono l’acquisto solo come un’opportunità conveniente, ma come un vero cambio di vita, con l’intenzione di trasferirsi definitivamente sull’isola. Oltre agli americani, tra i principali richiedenti ci sono cittadini di Ucraina, Turchia, Nigeria e Cina.

La comunità internazionale si interroga

Non mancano, tuttavia, le polemiche. Tutti e cinque i Paesi caraibici hanno avviato questi programmi con finalità economiche, nella speranza di rilanciare le proprie economie. Ma già nel 2012, quando il programma fu introdotto ad Antigua, ci furono forti proteste popolari. «C’era un senso di nazionalismo; la gente sentiva che stavamo vendendo la nostra identità a persone che non sapevano nulla di noi», ha dichiarato Gisele Isaac, ex presidente della Camera.

Preoccupazioni arrivano anche dalla comunità internazionale. Si teme che la facilità con cui si può ottenere un passaporto favorisca l’ingresso di criminali o evasori fiscali, facilitando traffici illeciti e attività di riciclaggio. L’Unione Europea ha minacciato di revocare l’accesso senza visto ai Paesi caraibici che adottano i programmi CBI, mentre gli Stati Uniti hanno già espresso allarme per i potenziali rischi di evasione e abusi.

La Commissione Europea ha dichiarato di monitorare attentamente la situazione per verificare se i programmi di cittadinanza tramite investimento costituiscano un abuso del regime senza visti, e se rappresentino un rischio per la sicurezza dell’UE.

I governi caraibici, dal canto loro, respingono le accuse e sottolineano i benefici già ottenuti grazie al programma, che ha generato entrate significative utilizzate per interventi post-calamità naturali, progetti infrastrutturali e rafforzamento dei sistemi pensionistici. Inoltre, si sono impegnati ad aumentare la trasparenza e il controllo, con la creazione di un ente regolatore regionale incaricato di definire standard comuni, monitorare le operazioni e garantire la conformità normativa.

Infine, va sottolineato che non è necessario acquistare un immobile per ottenere la cittadinanza: è possibile anche attraverso una donazione. Gli importi richiesti variano: a Dominica si parte da 200.000 dollari per un singolo richiedente, mentre per un nucleo familiare con fino a tre persone a carico servono 250.000 dollari, cifra richiesta anche a Saint Kitts. Ad Antigua, gli investitori possono optare per una donazione di 260.000 dollari all’Università delle Indie Occidentali.

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