Cosa impedisce agli esercenti e ai clienti di aprirsi a nuovi metodi di pagamento possibili grazie all’open banking? Ne hanno parlato Fabio Simonutti di Fabrick e Daniele Trombetta di Tot a Money.it

I pagamenti digitali sono un mondo ancora in parte inesplorato, molte persone infatti non conoscono quali sono i benefici a cui è possibile accedere grazie alle nuove tecnologie, specialmente nell’ambito dei pagamenti. Questo settore trova non pochi ostacoli nella sua evoluzione, poiché c’è una diffusa renitenza tra le persone ad accettare dei cambiamenti nelle abitudini radicate come quelle dei metodi di pagamento.
Il modo per facilitare questo cambiamento c’è, tuttavia deve ancora essere messo in pratica. Di questo e molto altro hanno parlato gli ospiti dell’evento «Cashless & Criptovalute: al ristorante al bar e non solo», organizzato da Money.it. In particolare, sull’argomento sono intervenuti Stefano Simonutti, Head of Platform Solutions di Fabrick e Daniele Trombetta, Head of corporate business development di Tot.


Cashless & Criptovalute
24 ottobre 2022
Eataly, Porta Garibaldi (Milano)
Pagamenti digitali nei negozi: a che punto siamo?
Intervistato da Dario Colombo, responsabile B2B di Money.it, Simonutti ha affermato che: il processo di evoluzione è continuo nell’ambito dei pagamenti. Guardando al sistema bancario internazionale, questo ormai da anni si sta interrogando su quale possano essere le migliori soluzioni per avvicinare il mondo dei pagamenti digitali a quello economico di prossimità. Tuttavia, con l’introduzione della normativa PSD2, molte cose sono cambiate, ad esempio rispetto all’egemonia degli schemi di pagamento internazionali, rappresentati dai grandi operatori del settore.
Delineato un iniziale scenario, Simonutti si è poi concentrato sull’obiettivo che è necessario perseguire, affermando: è importante cercare di affiancare gli strumenti di pagamento elettronici a quelli digitali. In questo modo si offre al cliente la possibilità di scegliere uno strumento di pagamento in base alle sue esigenze di quel momento, che possono variare in base all’importo da pagare, modalità del pagamento e altre condizioni.
Pagamenti digitali nei negozi: il problema sono le commissioni
Riflettendo sulle nuove opportunità che la tecnologia ci sta mettendo a disposizione, Simonutti ha parlato dei pagamenti digitali, che offrono un vantaggio competitivo importante rispetto ai pagamenti «tradizionali», ossia la riduzione delle commissioni: «le commissioni sui pagamenti sono uno dei punti più rilevanti».


Cashless & Criptovalute
24 ottobre 2022
Eataly, Porta Garibaldi (Milano)
"Questo problema, con i pagamenti account to account, ossia un modello in cui il cliente può pagare le sue spese direttamente attingendo dal proprio conto corrente, è destinato a ridurre in modo sostanziale il modello di costo delle commissioni. Ciò apre alla possibilità di modificare il costo delle commissioni poiché, con i pagamenti digitali, queste passano dall’avere un costo in percentuale basato sulla transazione a carico del commerciante, ad averne uno fisso per transazione, che quindi non dipende dall’importo e serve per pagare il processo di spostamento del denaro".
Pagamenti digitali nei negozi: per incoraggiarli bisogna annullare le commissioni
Analizzata la situazione attuale e il problema principale, Simonutti si è poi concentrato sul mettere in evidenza quale è la chiave per avere maggiore massa critica e incentivare la transizione verso i pagamenti digitali: «la cosa fondamentale che serve per incentivare questo cambiamento è il vantaggio, sia per il commerciante, sia per il cliente. L’adozione di uno strumento è molto faticosa all’inizio, poiché le persone sono renitenti a cambiare le loro abitudini. È già avvenuto in passato, prima con gli assegni e poi con le carte di credito.»
«Per rendere lo sforzo più agevole, sia al cliente, sia al commerciante, è fondamentale fornire loro dei vantaggi, cosicché possano goderne mentre cambiano le loro abitudini di pagamento. Un vantaggio per un commerciante può essere la possibilità di non avere commissioni sulle transazioni per un certo periodo, cosa che invece avviene ogni volta con molti pagamenti elettronici; mentre per il cliente il vantaggio può essere di di natura commerciale, come ad esempio avere accesso campagne promozionali o simili.»
Pagamenti digitali nei negozi: il contante non è esente da «commissioni»
Coinvolto in un panel successivo, dal titolo «La nuova campagna di payment experience: dalla cassa al Bnpl», Daniele Trombetta, ha dialogato con Dario Colombo.


Cashless & Criptovalute
24 ottobre 2022
Eataly, Porta Garibaldi (Milano)
Trombetta ha ricordato che anche i pagamenti in contante hanno dei costi, così come le carte di debito e credito. Infatti, se con queste ultime il costo si concretizza nelle commissioni, necessarie per finanziare tutte le azioni di trasferimento del denaro, anche il contante stesso ha dei costi simili. Trasferire infatti del denaro contante non è assolutamente un’azione gratuita, poiché richiede che una persona addetta impieghi del tempo e delle energie, che hanno un costo, per svolgere le azioni necessarie di trasporto e deposito.
Per ovviare a questo problema, Trombetta ha suggerito: «piuttosto che concentrarsi sul parlare di obbligatorietà e commissioni dovremmo iniziare a spiegare i benefici che ci sono per il cliente con i nostri servizi, così potremmo uscire da questo circolo vizioso».
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