Cashless o contanti? Gli europei preferiscono ancora i secondi, anche se la percentuale di coloro che pagano cashless è in aumento. È questa la fotografia fatta dall’ultimo report della Bce.
In un mondo sempre più cashless gli europei continuano a preferire il denaro in contanti. È quanto emerge dall’ultimo report rilasciato dalla Banca centrale europea dal titolo «Study on the payment attitudes of consumers in the euro area (SPACE)». In particolare, nel rapporto emergono dati relativi non soltanto alle preferenze in materia di contanti o cashless, ma anche le motivazioni, se possibile ancora più importanti.
Gli europei preferiscono ancora i contanti
Nonostante siano sempre di più le soluzioni per pagare cashless, i cittadini europei preferiscono ancora utilizzare i contanti. Secondo l’ultimo studio della Bce, nel 2022 il 59% dei pagamenti sono stati fatti in contanti, mentre il 40% sono stati fatti cashless. Il divario sta tuttavia diminuendo molto rapidamente: in soli 3 anni la percentuale di pagamenti cashless è passata dal 28% al 40%, registrando quindi un +12%; mentre quella dei pagamenti in contanti è scesa, passando dal 72% al 59% (-13%).
Si registra inoltre un aumento nei pagamenti fatti con le app: rispetto al 2019, in cui la percentuale era inferiore all’1%, nel 2022 il dato è cresciuto, arrivando al 3%.
Questi dati dunque confermano che gradualmente si sta andando verso un’Europa sempre più digitale nel settore dei pagamenti, tuttavia non si è ancora registrato una vera e propria inversione di tendenza.
Perché gli europei preferiscono il denaro in contanti
La Banca centrale europea non ha voluto capire soltanto se i cittadini preferiscono il denaro in contanti o i pagamenti cashless, bensì ha indagato anche sulle motivazioni di ciò. Per farlo, ha chiesto tre ragioni ad alcune persone. Grazie al sondaggio sono emerse alcuni spunti interessanti:
- usando i contanti è più semplice essere consapevoli di quanto si spende;
- i contanti protegge maggiormente la mia privacy;
- i pagamenti in contanti sono processati all’istante;
- i contanti sono accettati in più situazioni;
- sono più semplici;
- sono più rapidi.
Queste informazioni potrebbero essere fondamentali per le aziende che desiderano offrire servizi che hanno a che fare con i pagamenti digitali. Al netto di questi risultati, ad esempio, un’ottima idea potrebbe essere quella di rendere disponibile un’interfaccia nelle app di gestione dei pagamenti che permetta di monitorare con maggiore facilità le proprie spese, in modo che gli utenti ne siano maggiormente consapevoli.
È poi possibile osservare che i cittadini sembrano tenere molto alla propria privacy quando si tratta del modo in cui spendono i soldi. In risposta a ciò, le banche e le aziende che forniscono servizi di pagamento dovrebbero impegnarsi a garantire un grado di privacy molto alto per i propri utenti, dal momento che per essi questa componente rappresenta una priorità.
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Bce: il cashless è superiore ai contanti nel denaro transato
Leggendo i dati in maniera parziale, sarebbe possibile pensare che il denaro transato sia per la maggior parte di origine contante, dal momento che i cittadini sembrano preferirlo. Tuttavia non è così: nel 2019 si è verificata un’inversione di tendenza inedita rispetto al 2016, il transato cashless ha infatti superato quello in contanti. Nel 2022 la situazione è rimasta coerente.
Secondo la rilevazione della Bce, già nel 2022 il transato cashless era il 58%, contro il 42% dei contanti. Ciò lascia pensare che - specialmente quando si tratta di pagare cifre più ingenti - i cittadini preferiscano il cashless, mentre invece, per cifre più basse preferiscano i contanti.
Bce: più sale il prezzo più le persone pagano cashless
Analizzando il rapporto della Bce, emerge che nei pagamenti di persona, gli europei preferiscono pagare cashless quando le spese crescono. In particolare, secondo il grafico, l’81% degli europei, quando devono pagare 5 euro o meno preferiscono farlo in contanti. Questa percentuale cresce progressivamente a favore dei pagamenti cashless, man mano che la cifra spesa aumenta; e arriva fino al 69%, percentuale di coloro che pagano cashless cifre oltre i 100 euro.
Bce: transazioni cashless, Italia tra le peggiori in Europa
Il rapporto realizzato dalla Bce analizza poi nel dettaglio la situazione legata ai singoli Paesi facenti parte dell’eurozona, e lo fa prendendo in considerazione sia la percentuale di transazioni effettuate sia il loro valore complessivo.
Nel primo caso l’Italia è ancora molto indietro: la percentuale di transazioni cashless vale soltanto il 31%, fanno peggio soltanto Malta (23%), Slovenia (27%) e Austria (30%). I Paesi che invece nel 2022 hanno effettuato il maggior numero di transazioni cashless sono stati Lussemburgo (61%), Paesi Bassi (79%) e Finlandia (81%). La media europea (dei Paesi dove la moneta corrente è l’Euro) per il numero di pagamenti cashless si attesta al 41%.
Per quanto riguarda la quantità di denaro cashless transato, i Paesi ad averne fatto di più sono sempre Lussemburgo, Paesi Bassi e Finlandia (74%, 85% e 88%), mentre quelli che hanno transato meno denaro cashless sono Malta (35%), Lituania (39%) e Slovenia (41%). L’Italia questa volta si trova leggermente più spostata verso il centro della tabella: i pagamenti cashless valgono il 51% del totale, mentre la media europea si attesta al 58%.
La Bce continuerà a supportare diversi mezzi di pagamento
Nonostante secondo i grafici l’uso dei contanti stia andando diminuendo a favore di altri metodi di pagamento, la Bce attraverso il suo blog ha affermato che continuerà a supportare diversi metodi di pagamento, continuando a promuovere l’uso dell’euro in contanti e a lottare contro la sua contraffazione.
Rispetto a 10 anni fa - è affermato sul blog della Bce - i metodi di pagamento sono non soltanto superiori nel numero, ma anche molto più diversi tra loro. Per continuare a promuovere questa diversità, la Banca sta continuando a lavorare sull’implementazione dell’Euro digitale, così da offrire ai cittadini un’alternativa in più.
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