Svolta per il Cile che ora potrà aumentare la capacità produttiva di litio grazie all’ok della Commissione per l’energia nucleare.
Una decisione molto importante è stata presa in Cile e potrebbe cambiare gli equilibri nel mercato globale del litio. La Commissione cilena per l’energia nucleare (CCHEN) ha approvato una proposta che apre la strada a un significativo aumento della capacità estrattiva di questo prezioso minerale. Il Cile è il primo Paese al mondo per riserve di litio e, grazie a questa decisione, potrà sfruttare ulteriormente i suoi giacimenti, consolidando il proprio ruolo strategico nel settore.
La proposta approvata rimuove gli ostacoli normativi per un accordo tra il gigante statale del rame Codelco e il produttore privato di litio SQM, aprendo così le porte all’estrazione del litio nelle saline di Atacama dal 2031 al 2060.
Questo accordo rappresenta una svolta per la gestione delle risorse naturali cilene, in quanto garantirà al governo un controllo statale più ampio sulle proprie risorse minerarie. Si stima che, grazie a questa partnership, la capacità produttiva passerà dalle attuali 200.000 tonnellate di carbonato di litio all’anno a ben 330.000 tonnellate annue, rafforzando la posizione del Cile come leader mondiale del settore.
Ma perché è stato necessario ottenere l’approvazione della Commissione per l’Energia Nucleare? Qual è il legame con il litio? Sebbene la CCHEN si occupi principalmente di regolamentare il settore nucleare, riveste anche un ruolo cruciale nella gestione del litio. Questa competenza deriva da un decreto del 1979, con cui il governo cileno classificò il litio come «minerale strategico» per il suo potenziale impiego nella fusione nucleare e in tecnologie avanzate.
Per questo motivo, qualsiasi progetto relativo al litio, sia esso destinato alla produzione interna sia all’esportazione, deve ricevere l’autorizzazione della Commissione, anche se l’estrazione avviene esclusivamente per finalità commerciali e non nucleari.
L’agenzia ha il compito di monitorare le quantità estratte, approvare i volumi esportabili e garantire che la gestione delle risorse sia conforme agli interessi strategici e agli obiettivi ambientali del Cile. In questo scenario, l’approvazione della CCHEN rimuove un ostacolo normativo chiave e apre la strada alla fusione pianificata tra Codelco e SQM, un passaggio comunque soggetto a ulteriori verifiche politiche e ambientali.
Cosa cambia per il Cile
Con questo accordo, SQM cederà a Codelco la quota di maggioranza della società che controlla le attività nel polo estrattivo di Atacama e, in cambio, otterrà l’autorizzazione a proseguire l’estrazione di litio per almeno altri trent’anni. Una partnership che rafforza il controllo pubblico senza bloccare la continuità produttiva e senza generare interruzioni per il mercato globale.
Per Codelco, l’intesa rappresenta una mossa strategica per aumentare la presenza statale nel settore del litio, una delle priorità dichiarate dall’attuale governo, mantenendo però il contributo e l’esperienza dei soggetti privati.
Tuttavia, il progetto resta al centro del dibattito politico. Alcuni esponenti dell’opposizione e parte della società civile criticano l’accordo, sostenendo che lascia troppo spazio agli interessi privati e chiedono un controllo parlamentare più severo, nonché maggiori garanzie di trasparenza nella gestione delle risorse strategiche del Paese.
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