Obiettivo 2035: cosa cambia davvero per le auto benzina e Diesel? Il video

Redazione

07/12/2023

07/12/2023 - 22:49

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Parlamento Europeo e mercato automotive: se ne è parlato a Trieste nel corso di un evento organizzato da Money.it.

Obiettivo 2035: cosa cambia davvero per le auto benzina e Diesel? Il video

La concessionaria Bliz Auto di Trieste ha ospitato venerdì 1 dicembre, l’incontro organizzato da Money.it e Parlamento Europeo, sul tema «Obiettivo 2035: cosa cambia davvero per le auto benzina e Diesel? ».

Ai lavori hanno preso parte Alessandro Musumeci, Marketing Director di Citroën Italia, Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente Federauto, Riccardo Gobbato, Responsabile commerciale Bliz Auto, e Andrea Wehrefennig, Presidente Legambiente Trieste.

Per il Parlamento europeo sono intervenuti gli onorevoli Elena Lizzi del Gruppo Identità e Democrazia, e da remoto Sergio Berlato del Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei.

Guarda il video integrale dell’evento

Con il pacchetto legislativo “Fit for 55”, la Commissione Europea mira a ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, in linea con l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Tra le misure proposte, una delle più rilevanti e controverse riguarda proprio il settore dei trasporti, che rappresenta circa il 25% delle emissioni totali dell’UE. La Commissione ha infatti stabilito che, a partire dal 2035, non sarà più possibile vendere nuove auto con alimentazione benzina o Diesel, ma solo veicoli a zero emissioni, come quelli elettrici o a idrogeno.

Questa decisione ha suscitato reazioni contrastanti tra i vari attori coinvolti, tra cui i produttori di auto, i consumatori, i governi nazionali, le associazioni ambientaliste e i sindacati. Per approfondire le implicazioni e le sfide di questa transizione, la tavola rotonda organizzata da Money.it e Parlamento Europeo ha visto un confronto tra esperti ed europarlamentari.

Costi e infrastrutture di ricarica: i limiti alla diffusione delle auto elettriche

La discussione ha evidenziato alcuni punti chiave, tra cui la necessità di accelerare lo sviluppo e il dispiegamento delle infrastrutture di ricarica e rifornimento per i veicoli a zero emissioni, sia pubbliche che private, con un’attenzione particolare alle zone rurali e periferiche, ma allo stesso tempo ha sottolineato l’importanza di garantire l’accessibilità economica dei veicoli a zero emissioni per tutti i cittadini, attraverso incentivi finanziari, sociali e fiscali, nonché una maggiore offerta di modelli diversificati e competitivi.

L’onorevole Lizzi ha sottolineato: «Noi abbiamo a cuore l’ambiente come tutti, ma quello che non ci ha mai convinto di questa iniziativa è il vincolo tecnologico che in questo momento potremmo definire monodirezionale. Temiamo un vincolo troppo forte con un mercato di produzione che non ha molto a che fare con l’Europa e che - soprattutto in questa prima fase - sarà abbinato ad obblighi economici importanti per le famiglie. Fin dall’inizio abbiamo chiesto all’ex commissario Timmermans, e in generale alla Commissione europea, di rivedere il tempo di transizione per dare a tutti gli Stati la possibilità di studiare le misure necessarie a sostegno di un cambiamento del parco auto, senza dimenticare l’ammodernamento, la predisposizione tecnologica della rete di distribuzione e la produzione da fonti rinnovabili che gli Stati stessi devono affrontare».

Riccardo Gobbato, forte di un quotidiano contatto con il pubblico degli automobilisti, ha aggiunto: «La gente è frenata dal prezzo d’acquisto dell’auto elettrica, ma è anche diffidente nei confronti della rete di ricarica italiana. C’è anche tanta curiosità per la nuova tecnologia, ma l’effetto Cuba è dietro l’angolo perché non riusciamo a conciliare il costo delle nuove auto con il diminuito potere d’acquisto delle persone».

Alessandro Musumeci ha invece rimarcato il rinnovato interesse nella micromobilità: «Il mercato delle minicar fino a un paio di anni rappresenta una piccolissima di nicchia d’interesse, ma negli ultimi tempi è esploso e stiamo intercettando una fascia di clientela a partire dai 14 anni interessata ad un quadriciclo leggero. Parliamo di mobilità sostenibile nelle scuole cercando di favorire la transizione energetica per quella che abbiamo definito ’Generation Ami’ ovvero quella dei giovani che cominceranno a guidare da subito un veicolo a emissioni zero. Parliamo di una mobilità di prossimità che in Italia sta riscontrando un grandissimo apprezzamento tra i ragazzi ma anche tra gli adulti, che vogliono spostarsi più agevolmente all’interno di città sempre più congestionate. Un tipo di mobilità alternativa ma allo stesso tempo sicura e sostenibile».

Industria a rischio per le forniture extra UE

Il ruolo cruciale dell’innovazione e della competitività dell’industria automobilistica europea, che deve adeguarsi ai nuovi standard ambientali e alle nuove esigenze dei consumatori, non deve perdere la sua leadership globale e la capacità di creare occupazione e crescita. La sfida sociale ed economica della transizione richiede una giusta ripartizione degli oneri e dei benefici tra i vari settori e le varie regioni, nonché un sostegno alla formazione e alla riconversione dei lavoratori coinvolti nella filiera automobilistica.

La governance e il coordinamento della transizione devono coinvolgere tutti i livelli di governo, dal locale al nazionale a quello europeo, nonché tutti i portatori di interesse, dal settore privato alla società civile, per garantire una visione condivisa e una cooperazione efficace.

L’onorevole Berlato nel suo intervento ha infatti dichiarato: «Nella condivisibile necessità di tutelare l’ambiente bisogna stare attenti a non produrre effetti devastanti per le nostre imprese e per la nostra economia. Se vogliamo incentivare l’uso di veicoli elettrici dobbiamo farlo con una gradualità che ci consenta di attenuare gli effetti negativi per la nostra industria automobilistica senza diventare dipendenti dalle forniture di altri Paesi extraeuropei. Dobbiamo creare le condizioni perché ci sia buon senso nell’applicazione delle norme che devono tenere in considerazione non solo la condivisa volontà di tutelare l’ambiente ma anche tutelare le esigenze delle nostre industrie. Affrontando le tematiche con maggiore pragmatismo e maggiore obiettività credo che potremmo coniugare tutela dell’ambiente con le nostre esigenze economiche».

La tavola rotonda ha quindi offerto una panoramica delle opportunità e delle difficoltà che comporta l’obiettivo 2035, che rappresenta una svolta storica per la mobilità in Europa.

Adolfo De Stefani Cosentino ha evidenziato la scarsa propensione degli automobilisti a sostituire i propri modelli endotermici con vetture elettriche, nonostante gli incentivi statali che dovrebbero essere rivisti a partire da quelli per le aziende. «La direzione corretta è quella di un rilancio dell’Ecobonus in favore delle famiglie e una profonda revisione della fiscalità sulle auto aziendali che darebbero slancio agli acquisti di veicoli a zero e bassissime emissioni da parte di imprese e cittadini, senza ulteriori sperimentazioni e perdite di tempo».

Andrea Wehrefennig di Legambiente Trieste ha mostrato una posizione condivisa dagli addetti ai lavori su molti punti: «Devono esserci accordi internazionali perché l’Europa non può fare da sola, ma bisogna dare un esempio. E non possono pagare i cittadini o gli operai che lavorano nel settore. Le persone devono mantenere il diritto alla mobilità ma bisogna ripensare la viabilità delle città perché non si può avere un numero di auto sproporzionato rispetto alle esigenze. Bisogna individuare una strategia nazionale che fino ad adesso non si è vista, una strategia che coinvolga tutte le parti in causa e la mobilità di prossimità. Con auto e camion utili per certi tipi di spostamento e altri sistemi, come il trasporto pubblico, per gli altri. Purtroppo anche in questo settore l’Italia è indietro di molti anni. Un uso migliore e più consapevole dell’auto privata è fondamentale, perché non è sostituendo milioni di auto a combustione con milioni di auto elettriche che si risolvono i problemi».

La proposta della Commissione europea nei prossimi mesi potrebbe dover affrontare resistenze e divergenze tra gli Stati membri, ma sicuramente come è emerso durante la tavola rotonda organizzata da Money.it, la transizione dovrà essere accompagnata da altre misure complementari, come la revisione degli incentivi governativi per l’acquisto di una nuova auto a basse emissioni e la promozione dei trasporti pubblici e alternativi. Solo così, l’UE potrà raggiungere il suo ambizioso obiettivo di diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.

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