L’impianto xAI di Elon Musk a Memphis scatena proteste: non possiede le autorizzazioni antinquinamento e la gente soffoca.
A soli 11 mesi dalla sua installazione, il supercomputer xAI a Memphis, è già al centro di una bufera. Alimentato da 35 turbine a gas metano prive di controlli antinquinamento, il centro dati emetterebbe tra 1.200 e 2.000 tonnellate annue di ossidi di azoto, molto superiori a quelle degli impianti industriali circostanti.
Tali sostanze causano smog e sono la causa di gravi problemi respiratori. Memphis, già nota come la “capitale dell’asma” degli Stati Uniti, sta infatti registrando un’impennata di accessi ospedalieri per crisi respiratorie.
Le proteste dei residenti sono esplose: “Non riesco a respirare a casa mia, fuori c’è odore di gas”, ha denunciato un residente durante un’udienza pubblica.
Il supercomputer di xAI inquina Memphis tra bugie e accuse
Secondo un’inchiesta del quotidiano statunitense Politico, per alimentare il supercomputer Colossus, l’impianto di xAI utilizza 35 turbine a metano installate senza i permessi federali previsti dal Clean Air Act.
La società avrebbe richiesto l’autorizzazione per solo 15 turbine permanenti, dichiarando le altre come temporanee e “non attive”. Un dettaglio che ha scatenato l’indignazione di ambientalisti e cittadini, che denunciano il ricorso improprio a scappatoie legali per evitare i controlli antinquinamento.
La città di Memphis, con una qualità dell’aria tra le peggiori del Paese, si trova quindi a fronteggiare un nuovo nemico invisibile: “Hanno messo i nostri polmoni all’asta e ci hanno venduto all’uomo più ricco del mondo”, ha dichiarato KeShaun Pearson, attivista e fondatore del gruppo Memphis Community Against Pollution. Anche il fratello, il deputato statale Justin Pearson, ha puntato il dito contro le multinazionali che da anni scelgono Memphis come “zona di sacrificio” per i loro impianti industriali.
La risposta di xAI e il silenzio di Musk
Di fronte alle crescenti proteste, xAI ha cercato di rassicurare la popolazione. Secondo il portavoce Brent Mayo, l’impianto diventerà “il più pulito del Paese” una volta completata la transizione alle turbine permanenti e installati i filtri antinquinamento. Ma per i residenti, già costretti a vivere tra odori di gas e allarmi sanitari, le promesse rischiano di arrivare troppo tardi.
Colpisce il silenzio di Elon Musk, solitamente molto attivo sui social e pronto a difendere le sue iniziative. Stavolta, però, il patron di Tesla e SpaceX non ha ancora commentato pubblicamente le accuse di aver trasformato Memphis in una “camera a gas” per alimentare la corsa all’intelligenza artificiale.
Nel frattempo, le autorità locali e federali hanno avviato indagini e richiesto spiegazioni.
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