Natale ortodosso, cos’è e perché si festeggia il 7 gennaio

Luna Luciano

6 Gennaio 2023 - 08:28

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Il presidente Putin ha annunciato un cessate il fuoco per il 6 e 7 gennaio, in occasione del Natale ortodosso, ma perché si festeggia dopo l’Epifania e quali sono le differenze da quello cattolico?

Natale ortodosso, cos’è e perché si festeggia il 7 gennaio

Russia annuncia il cessate il fuoco in occasione del Natale ortodosso. Mosca ha ascoltato l’appello del patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa e vicino al presidente russo Vladimir Putin, di concedere una tregua, in modo che tutti i credenti possano festeggiare il Natale.

È per questo motivo che il presidente Putin ha quindi incaricato il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, di introdurre un regime di cessate il fuoco unilaterale lungo tutta la linea di contatto in Ucraina da mezzogiorno del 6 gennaio alla mezzanotte del 7 gennaio, in coincidenza con le celebrazioni della Veglia e il Natale per gli ortodossi.

Sembra quindi che almeno per il giorno di Natale, i civili ucraini e russi potranno tirare un sospiro di sollievo, cercando, almeno per il giorno della festività natalizia, di trovare un equilibrio, una parvenza di normalità, andata persa con l’inizio della guerra.

Il Natale e la Pasqua sono certamente le festività più importanti per la religione cristiana, che sia questa cattolica o ortodossa (mentre le confessioni protestanti - non tutte - sono meno osservanti rispetto il Natale) ed è per questo motivo che la Russia ha ordinato il cessate il fuoco.

L’unica grande differenza sembra quindi essere la data. Se infatti il Natale cattolico si festeggia il 25 dicembre, il Natale ortodosso si festeggia il 7 gennaio. È sicuramente interessante capirne il perché. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa festività.

Natale ortodosso, cos’è e perché si festeggia il 7 gennaio

Il Natale ortodosso corrisponde perfettamente al Natale cattolico, giorno in cui si festeggia la nascita di Gesù, e che per i bambini è anche sinonimo di regali e giorni da trascorrere con i parenti. L’unica vera differenza, a parte alcune tradizioni su come trascorrere la Vigilia di Natale, è quindi solo la data: 25 dicembre e 7 gennaio.

Differenza che ha delle precise ragioni storiche. Per poter capire perché il Natale ortodosso si festeggi il 7 gennaio bisogna quindi riaprire i libri di storia. Dopo lo scisma di Oriente, avvenuto nel 1054 per ragioni politiche e teologiche, nel 1582 Papa Gregorio XIII, al secolo Ugo Boncompagni, bolognese, stabilì con la bolla Inter gravissimas di modificare il calendario.

Il calendario fino ad allora in uso era quello definito sotto Giulio Cesare nel 46 a.C e numerosi sono stati gli astronomi e matematici, a partire dal Tolomeo (II d.C), che nei secoli avevano fatto notare degli errori del calendario giuliano. Il principale errore vedeva uno slittamento dell’equinozio di primavera. Dopo le numerose sollecitazioni per apportare le dovute correzioni, Papa Gregorio XIII decise infine di affidare a una commissione di studiosi il compito di modificare il calendario. È nato così il calendario gregoriano, a oggi ancora in uso in gran parte dei Paesi del mondo.

Questo calendario non fu però adottato dalla Chiesa ortodossa, e quindi non fu adottata dai paesi in cui tale religione era la più diffusa. Paesi come la Russia, l’Ucraina, la Bielorussia e altri dell’ex Unione Sovietica hanno in dotazione ancora il calendario giuliano che vede uno slittamento progressivo di 13 giorni rispetto a quello gregoriano. È tutta quindi una questione matematica,

Infatti anche i cristiani ortodossi festeggiano il Natale il 25 dicembre (nel calendario giuliano), solo che per loro corrisponde al 7 gennaio del calendario gregoriano, con l’Epifania che corrisponde alla Vigilia di Natale.

Natale, quali sono le differenze tra quello ortodosso e cattolico

Oltre alla data, ci sono inoltre alcune differenze nella celebrazione del Natale ortodosso. Infatti, con l’avvicinarsi del periodo natalizio, i fedeli osservano un periodo di 40 giorni in cui intraprendono un percorso di preghiera, durante il quale mangiano solo cibi magri, escludendo la carne e i latticini.

Una privazione che vede il proprio culmine con il giorno della vigilia di Natale (6 gennaio calendario gregoriano), quando i fedeli osservano il completo digiuno fino alla mezzanotte, quando si tiene la messa notturna. Il 7 gennaio, il giorno di Natale è invece il giorno da dedicare ai festeggiamenti e alla propria famiglia e amici.

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