Motivazioni sentenza Juventus: quando escono e perché sono importanti

Alessandro Nuzzo

26/01/2023

26/01/2023 - 18:56

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Ancora qualche giorno e la Corte d’appello della Figc renderà note le motivazioni per cui ha deciso di infliggere 15 punti di penalizzazione alla Juventus. Si tratta di un momento molto atteso.

Motivazioni sentenza Juventus: quando escono e perché sono importanti

C’è grande attesa per le motivazioni della Corte d’appello della Figc sul caso plusvalenze che ha condannato la Juventus a 15 punti di penalizzazione nella classifica di Serie A. C’è curiosità soprattutto per capire il perché la Corte abbia deciso di infliggere una condanna ben superiore ai -9 punti richiesti dal procuratore federale Chiné e soprattutto perché abbia deciso di condannare soltanto il club bianconero assolvendo le altre società coinvolte.

Le motivazioni della sentenza sono molto importanti soprattutto per i legali della Juventus che sulla base di quanto scritto dai giudici dovranno preparare il ricorso al Collegio di garanzia del Coni per cercare di far valere le proprie ragioni. Ecco quando sono attese le motivazioni.

Sentenza Juventus, attese lunedì le motivazioni

La Corte federale d’appello della Figc entro lunedì 30 gennaio dovrà depositare le motivazioni che spiegheranno perché la Corte ha deciso di condannare la Juventus a -15 punti in classifica nel campionato in corso. Facile ipotizzare che queste verranno rese note proprio l’ultimo giorno disponibile, cioè lunedì 30. Si tratterà di un momento molto importante soprattutto per i legali bianconeri che avranno a quel punto 30 giorni di tempo per presentare ricorso al Collegio di garanzia del Coni.

Il Collegio di garanzia del Coni è un organo che non entrerà nel merito della sentenza, ma valuterà eventuali errori di applicazione della norma e della legge o violazioni procedurali. Se ravvisasse inesattezze potrebbe annullare totalmente la sentenza o rispedirla alla Corte d’appello che dovrà a quel punto riformularla. Qualora però il Collegio non avesse nulla da eccepire per la Juventus non resterà che far ricorso al Tar del Lazio.

Anche la Uefa guarda con interesse alla faccenda

Interessata al pronunciamento sulla faccenda da parte del Collegio di garanzia sarà anche la Uefa che a quel punto potrà agire sull’indagine aperta lo scorso 1° dicembre proprio sulla base dell’inchiesta Prisma per presunta violazione delle norme del fair play finanziario. Proprio lo scorso settembre la Juventus aveva patteggiato con la Uefa il rientro nei paletti stabiliti dal fair play entro tre anni pagando 3,5 milioni di euro di multa che potrebbero salire a 23 qualora non rispettasse gli impegni.

Se il club bianconero venisse condannato in via definitiva per aver falsificato i bilanci con le plusvalenze fasulle, ecco che la Uefa potrebbe decidere di condannare la Juventus perché in questo modo ha alterato anche il rispetto dei paletti del fair play finanziario. La sanzione potrebbe essere di quelle pesanti come l’esclusione dalle coppe.

Manovra stipendi, la procura Figc ha chiesto una proroga alla indagini

Ma il conto con la giustizia potrebbe non esser finito qua per i bianconeri. C’è infatti la vicenda stipendi ancora in ballo che potrebbe portare la Juventus a nuove condanne. Lo scorso 22 dicembre la procura federale della Figc aveva annunciato l’apertura di un nuovo procedimento disciplinare nei confronti del club bianconero. Oggi 26 gennaio il procuratore Chinè ha chiesto una proroga di altri 40 giorni alle indagini per analizzare in maniera ancora più approfondita il comportamento tenuto dal club bianconero in materia di gestione finanziaria che potrebbe ledere diversi articoli del codice della Giustizia Sportiva.

La manovra stipendi è iniziata in piena pandemia, quando anche i club calcistici per far fronte allo stop dei campionati e ai costi eccessivi, si sono visti costretti a correre ai ripari. la Juventus in tal senso decise di stipulare accordi privati con i calciatori con cui questi annunciavano la rinuncia a 4 mensilità. Una manovra che avrebbe permesso ai bianconeri di risparmiare circa 90 milioni di euro.

Alla fine però si è scoperto che i calciatori hanno rinunciato a soltanto a una mensilità mentre le restanti tre sono state pagate sotto forma di bonus e integrazioni. Di per sé lo spostamento di uno stipendio a un’altra data non rappresenta un illecito, a patto che questo sia inserito correttamente a bilancio. Sarà compito della procura capirlo.

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