Cosa sappiamo del buco nero che sputa materia verso la Terra

Claudia Mustillo

8 Settembre 2022 - 11:29

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Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori sul «mostro cosmico» che ributta materia a velocità prossime a quella della luce verso la Terra.

Cosa sappiamo del buco nero che sputa materia verso la Terra

A un miliardo di anni luce da noi c’è un «mostro cosmico» che ingurgita grandi quantità di materia che in parte ributta verso la Terra. È lo strano caso del blazar Bl Lacertae che grazie a un buco nero supermassiccio nel centro di una enorme galassia sta «ingurgitando una sterminata quantità di materia, che in parte viene espulsa a velocità prossime a quella della luce sotto forma di due getti, uno dei quali punta quasi esattamente verso di noi», come spiega l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Grazie allo studio di questo «mostro cosmico», una collaborazione di astronomi di tutto il mondo (Whole Earth Blazar Telescope - Webt, «ha scoperto che la radiazione del suo getto orientato verso la Terra mostra delle forti oscillazioni cicliche di luminosità». Il progetto Webt, avviato 25 anni fa è coordinato da Claudia Maria Raiteri e Massimo Villata dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e ha l’obiettivo di monitorare la variabilità della luce visibile, ma anche quella nelle bande radio e del vicino infrarosso, nei blazar osservati nei raggi gamma dai satelliti Agile dell’Agenzia Spaziale Italiana e Fermi della Nasa.

Cos’è il blazar?

Il blazar, come spiega l’Istituto Nazionale di Astrofisica, è un particolare nucleo galattico attivo (Agn) alimentato da materiale che cade in un buco nero supermassiccio situato al centro di una galassia. Il 10% degli Agn, spiegano gli scienziati, presenta una coppia di getti che vengono proiettati nello spazio interstellare a velocità prossime a quella della luce.

«Si parla di blazar quando uno dei getti punta quasi direttamente verso la Terra, il che lo fa apparire molto più luminoso a causa di un effetto di focalizzazione relativistica. I getti producono radiazione che va dalle onde radio, al visibile, fino ai raggi X e gamma, la cui intensità varia rapidamente nel tempo. Queste variazioni sono di solito casuali, senza uno schema riconoscibile», concludono i ricercatori.

Cosa sappiamo del «mostro cosmico»

Il team che studia il blazar Bl Lacertae, ha spiegato che questo comportamento «assolutamente particolare è dovuto al fatto che il getto non sia esattamente rettilineo, ma si sia formata una piega (kink) prodotta da instabilità createsi nel getto a una distanza di circa 16 anni luce dal buco nero che ha deviato ritmicamente il potentissimo flusso di radiazione verso di noi e ha prodotto così l’oscillazione di luminosità rilevata. Le nostre osservazioni hanno portato alla scoperta di cicli di variazione della luminosità visibile, di quella nei raggi gamma, e nel grado di polarizzazione del blazar BL Lacertae su tempi scala di circa 13 ore. Questo durante un periodo di forte emissione registrata a varie lunghezze d’onda nella seconda metà del 2020».

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