Donazione e testamento producono effetti quasi analoghi, ma hanno alcune importanti differenze. Cosa è meglio fare per la gestione patrimoniale? Ecco come decidere.
La donazione si effettua in vita e il testamento ha effetti dopo la morte, questa è l’unica, evidente, differenza che risalta ai più. In effetti entrambi questi strumenti per la disposizione del proprio patrimonio producono effetti identici. I beni vengono trasferiti ad altri soggetti a titolo gratuito e con un’analoga tassazione, ma ci sono altri elementi che differenziano questi istituti ed è importante tenerne conto per scegliere in modo efficace e consapevole.
Ovviamente non esiste uno strumento migliore in assoluto, altrimenti non avrebbe senso l’esistenza di una scelta e bisogna, comunque, fare un’importante considerazione. Il trasferimento tramite la donazione avviene già in vita, anche se il proprietario può conservare alcuni diritti (come quello di usufrutto degli immobili) mentre il testamento avrà efficacia soltanto dopo il decesso.
Il dilemma della scelta si deve quindi porre esclusivamente nell’ottica di ripartizione del proprio patrimonio prima della dipartita, con una soluzione differente a seconda delle esigenze specifiche del caso. Bisogna in particolare pensare ai costi a carico degli eredi/donatari e dei possibili rischi per gli stessi, dato che per il testatore/donante non ci sono sensibili differenze. Ecco come capire se è meglio fare una donazione o affidarsi a un testamento.
Costa più una donazione o un testamento?
Il costo di trasferimento del bene in seguito a una donazione o a un lascito testamentario è analogo, corrispondente all’imposta di successione così determinata:
- Il 4% - calcolabile sull’importo eccedente 1 milione di euro – se coniuge o parente in linea retta.
- Il 6% - calcolabile su un valore eccedente i 100.000 euro – se fratello o sorella.
- Il 6% sul valore totale per tutti i parenti entro il 4° grado, per gli affini in linea retta e per quelli in linea collaterale fino al 3° grado.
- L’8% del totale per tutti gli altri.
- L’imposta di registro di 200 euro.
- L’imposta ipotecaria e catastale del 2% e dell’1% in caso di beni immobili o diritti immobiliari. In ipotesi di prima casa il costo fisso è di 200 euro per ogni imposta.
- Si applica inoltre una franchigia di 1.500.000 euro per i beneficiari con disabilità grave riconosciuta ai sensi della legge n. 104/1992, con aliquota determinata dal grado di parentela.
Questi costi sono in ogni caso a carico del beneficiario della donazione o erede, peraltro identici, e non sono quindi utili nella selezione. Ciò che cambia è invece il costo dell’atto in sé, considerando che la donazione che supera il modico valore necessita dell’atto notarile. Per il testamento, a prescindere dal suo valore, non è necessario alcun atto.
Ciò non significa che il testamento sia in automatico più conveniente, visto che:
- nei casi più complessi o per particolari esigenze è utile affidarsi comunque al professionista;
- i costi dell’atto notarile per la donazione sono generalmente a carico del beneficiario;
- il testamento può permettere un grande risparmio, ma il costo ricade poi sugli eredi, con conseguente diminuzione del patrimonio ereditario.
Bisogna quindi tenere conto dei propri obiettivi, a seconda che si preferisca un risparmio immediato o una migliore preservazione del proprio patrimonio. Nella valutazione è comunque utile tenere conto del numero di beneficiari a cui si intende rivolgersi, ma anche dei rapporti di parentela e delle divisioni ereditarie a cui si pensa, poiché alcuni lasciti potrebbero essere superflui, essendo già previsti dalla legge.
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Meglio donazione o testamento?
Come premesso, ci sono alcune differenze di cui tenere conto per ponderare la propria decisione. Innanzitutto, la donazione permette di apporre delle condizioni - la cosiddetta donazione modale - di cui il titolare dei beni gode in vita, mentre le condizioni testamentarie si possono verificare solo a posteriori. Dipende, quindi, dalle esigenze del caso. Ad esempio, per assicurarsi un’assistenza sarebbe preferibile una donazione modale, mentre per il futuro del proprio animale domestico si dovrebbe optare per una condizione testamentaria.
Inoltre, la donazione crea un obbligo alimentare nei confronti del donante, proporzionale al valore del trasferimento e soltanto in caso di assenza degli altri soggetti obbligati. Il testamento, ribadiamo, non produce effetti fintanto che il testatore è in vita. Infine, sia il testamento che la donazione possono essere impugnati dagli eredi legittimari, se lesi nelle quote spettanti loro per legge.
Con la recente legge di bilancio la compravendita di immobili provenienti da donazioni è decisamente più sicura, ma rimane rischiosa nel caso in cui ci sia stata una lesione della legittima. Gli eredi potrebbero infatti impugnarla entro 10 anni dalla morte del donante. Così come la donazione può essere impugnata dai creditori del donante, inoltre, i creditori del defunto possono rivalersi sul patrimonio ereditario.
La scelta fra donazione e testamento deve quindi tenere conto anche delle necessità personali. La donazione, tuttavia, rimedia immediatamente a eventuali situazioni economicamente spiacevoli dei donatari e permette loro di far fronte immediatamente e senza particolari pregiudizi alle spese sopraggiunte alla morte del defunto. Oltretutto, non sempre la donazione configura l’accettazione tacita dell’eredità, quindi potrebbe consentire di evitare la successione dei debiti.
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