Le abitudini delle persone stanno cambiando e i numeri di McDonald’s iniziano a calare.
Quando si parla di brand famosi in tutto il mondo e di ristoranti popolari, McDonald’s è certamente il primo nome che viene in mente. La catena di fast food è un vero colosso globale, con punti vendita in ogni continente, anche se il mercato principale, quello che serve anche per testare il sentiment dei consumatori e orientare le strategie aziendali, resta quello degli Stati Uniti.
Negli ultimi mesi, però, anche McDonald’s ha iniziato ad avvertire i segnali di una crisi. Alcuni indicatori economici hanno infatti registrato un segno negativo rispetto allo scorso anno, in particolare il numero di clienti entrati nei ristoranti durante il terzo trimestre del 2025. Secondo un report pubblicato da Placer.ai, le visite complessive sono diminuite del 3,5%. A compensare in parte questo calo ci hanno pensato le nuove aperture, ma escludendo le sedi inaugurate di recente, il dato sugli ingressi nei locali già esistenti scende a -4%. Analizzando le percentuali mese per mese, il rapporto indica:
- Settembre 2025: -4,4%
- Agosto 2025: -4,4%
- Luglio 2025: -1,8%
Per trovare un dato positivo bisogna risalire ad aprile. Ma perché le persone sembrano meno propense a mangiare da McDonald’s? Le cause sono molteplici e riflettono un cambiamento più ampio nelle abitudini di consumo. In primo luogo, l’inflazione: il costo della vita è aumentato e, di conseguenza, anche i prezzi, riducendo il potere d’acquisto dei consumatori. Negli ultimi anni, pure i menù di McDonald’s hanno subito rincari. Se un tempo un menù completo costava meno, oggi la cifra supera i 10 dollari, un importo che in passato veniva associato a ristoranti di livello superiore.
Un altro fattore riguarda la crescente attenzione all’alimentazione e alla salute. Sempre più persone scelgono di ridurre il consumo di cibo processato, come panini, cotolette fritte, patatine e bevande zuccherate, optando per alternative considerate più genuine. Il comportamento dei consumatori, dunque, sta cambiando, e a risentirne sono proprio i fast food, che per anni hanno rappresentato la soluzione ideale, veloce, economica e informale, per i pasti fuori casa o durante i viaggi.
Il fenomeno non riguarda solo McDonald’s
Anche le altre catene del settore stanno affrontando la stessa difficoltà. Nel terzo trimestre, ad esempio, Burger King ha registrato un calo del 3,5% nella clientela, Wendy’s ha perso il 6,5%, mentre Jack in the Box ha segnato un crollo del 7,7%.
- Burger King: -3,5%
- Wendy’s: -6,5%
- Jack in the Box: -7,7%
Per contrastare questa flessione, McDonald’s, insieme ai suoi principali concorrenti, sta mettendo in atto diverse strategie. In primo piano c’è la fidelizzazione dei clienti, attraverso programmi fedeltà sempre più vantaggiosi e personalizzati grazie ai dati raccolti tramite app e piattaforme digitali. Allo stesso tempo, le catene stanno cercando di contenere i prezzi, proponendo ogni giorno menù completi selezionati a costi più accessibili e promozioni mirate. L’obiettivo è recuperare il pubblico a basso reddito, da sempre la colonna portante della clientela dei fast food, e rafforzare la percezione di convenienza che ha reso McDonald’s il simbolo del pasto veloce e popolare in tutto il mondo.
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