Una nuova tecnologia che sfrutta le maree potrebbe generare energia pulita e green. Ecco il rivoluzionario progetto.
Una nuova tecnologia in fase di sperimentazione nel Mare del Nord, nei pressi delle Isole Faroe, potrebbe rappresentare una svolta nel settore dell’energia green. A ideare il progetto è l’azienda svedese Minesto, che spera nel giro di due o tre anni di renderlo pienamente operativo.
Il test si sta svolgendo a Hestfjord, uno stretto canale tra la piccola isola di Hestur e Streymoy, la più grande dell’arcipelago. Sotto la superficie dell’acqua nuotano piccoli droni gialli dotati di eliche, che si muovono grazie alla spinta delle maree e delle correnti. Questo movimento genera energia pulita da poter sfruttare.
Dopo sole e vento, adesso anche le correnti marine potrebbero essere utilizzate per produrre elettricità. Questo obiettivo viene perseguito da anni e sono state testate diverse soluzioni. La più promettente e affidabile al momento è proprio quella proposta da Minesto. Il progetto parte da un principio semplice ma potente: l’alternarsi ritmico tra alta e bassa marea offre una forza immensa che, se sfruttata correttamente, può contribuire alla transizione verde.
Si potrebbero generare 400 gigawatt di energia pulita
Secondo le stime, il moto continuo delle maree terrestri sprigiona una potenza di circa 3.000 gigawatt. Anche se è impossibile raccoglierla interamente, le valutazioni più ottimistiche indicano che circa 400 gigawatt potrebbero essere effettivamente sfruttabili: un valore paragonabile alla produzione complessiva di tutte le centrali nucleari del pianeta, sufficiente ad alimentare oltre due miliardi di persone. Tuttavia, siamo ancora lontani da questi numeri.
A differenza di sole e vento, la marea ha il vantaggio di essere totalmente prevedibile. Il tempo può cambiare, ma le maree continueranno a muoversi avanti e indietro con la stessa ciclicità. A generare questo movimento è la forza di gravità della Luna, che provoca due rigonfiamenti d’acqua negli oceani. A causa della rotazione terrestre, questi rigonfiamenti si spostano, producendo due alte e due basse maree al giorno. L’effetto si amplifica quando Terra, Luna e Sole sono allineati.
La gravità lunare influisce sull’intera superficie terrestre, ma i suoi effetti sono più visibili in mare. In oceano aperto le onde di marea sono alte solo circa mezzo metro, ma quando incontrano coste strette o ostacoli naturali le differenze diventano molto più marcate.
Per questo la sperimentazione dei piccoli droni è stata avviata a Hestfjord, dove lo stretto canale agisce come un imbuto che accelera le correnti e aumenta la forza dell’acqua.
Le Isole Faroe puntano a coprire il 100% del fabbisogno elettrico con fonti rinnovabili entro il 2030, e i «draghi» di Minesto dovrebbero contribuire per circa il 40%. È prevista la costruzione di sette centrali sottomarine per una produzione totale di 200 megawatt. L’energia generata verrà trasmessa sulla terraferma attraverso cavi posati sul fondale marino.
Oltre al progetto di Hestfjord, anche nel Regno Unito si sta sviluppando una soluzione simile. A idearla è la HydroWing, che costruisce turbine modulari installate sul fondale. Il sistema prevede una struttura fissa su cui è montata una trave capace di sostenere due o più turbine. L’azienda intende installare i primi moduli entro il 2027 al largo del Galles, in un’area dove il mare agisce da imbuto generando correnti molto forti.
Resta però un ostacolo da affrontare: la corrosione causata dall’acqua salata, che deteriora rapidamente le parti metalliche delle turbine e fa lievitare i costi di manutenzione. Questo ha finora frenato gli investimenti nel settore. Nel caso di Minesto, però, i piccoli droni sottomarini possono essere rapidamente riportati in superficie per la manutenzione, rendendo così il progetto potenzialmente vincente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA