La terza via della sostenibilità. Quando il cambiamento diventa leva competitiva

Claudia Cervi

19 Maggio 2025 - 09:39

Sostenibilità d’impresa: perché cultura, strategia e consapevolezza sono la chiave per restare competitivi.

La terza via della sostenibilità. Quando il cambiamento diventa leva competitiva

Due imprese su tre sanno che senza sostenibilità non saranno competitive. Ma solo una su sei è pronta. La sfida è culturale, prima ancora che normativa. A colmare questo gap arriva iSustainability, la nuova società del Gruppo Digital360 fondata insieme a Riccardo Giovannini, presentata ufficialmente durante l’evento di lancio della ricerca “La terza via della sostenibilità”.

L’obiettivo è integrare la sostenibilità nel cuore delle strategie aziendali, non come adempimento formale, ma come leva per creare valore nel tempo.

Riccardo Giovannini - Ceo iSustainability Riccardo Giovannini - Ceo iSustainability Fonte iSustainability

La sostenibilità non si impone: si integra. Viviamo un momento in cui si rischia di perdere la bussola: da un lato l’inazione, dall’altro l’illusione che basti una compliance normativa per definirsi sostenibili. In realtà serve una trasformazione profonda dei modelli di business, che parta dalla strategia e coinvolga cultura, persone, processi e tecnologia”, spiega Riccardo Giovannini, CEO e co-fondatore di iSustainability.

Quella proposta da iSustainability è una “terza via”, alternativa all’eccesso di regolamentazione. Una via che aiuti le aziende a ripensare il proprio ruolo nella società e nell’economia, con un approccio personalizzato, concreto e orientato ai risultati.

Massimo Arioli - Ceo Digital 360 Massimo Arioli - Ceo Digital 360 Fonte Digital360

Le aziende sanno che la sostenibilità è strategica. Ma ora devono agire. Oggi la sostenibilità è percepita come un elemento competitivo, non solo etico. È un asset che impatta su efficienza, relazioni con clienti e stakeholder, reputazione. Con iSustainability vogliamo trasformare questa consapevolezza in azione, affiancando le imprese nella costruzione di catene del valore davvero sostenibili, oggi e nel futuro”, sottolinea Massimo Arioli, Group CEO di Digital360.

Una missione che parte da un dato chiaro: il 66% delle imprese è consapevole che senza sostenibilità non ci sarà competitività nei prossimi cinque anni. Ma solo il 15% è convinto di stare facendo abbastanza per affrontare questa sfida. Le imprese vogliono fare di più, ma spesso manca un orizzonte strategico e il giusto supporto.

La «terza via della sostenibilità»: un approccio integrato e flessibile

Presentata durante l’evento di lancio, la ricerca “La terza via della sostenibilità”, promossa da iSustainability, fotografa lo stato dell’arte dell’integrazione ESG nelle imprese italiane, analizzando la consapevolezza strategica, i modelli di business attuali e i fattori chiave per un cambiamento sistemico.

In un contesto globale segnato da incertezza — tra post-pandemia, tensioni geopolitiche, ritorno del negazionismo ambientale e instabilità normativa (si pensi al pacchetto Omnibus per il reporting ESG) — la ricerca si interroga su un’alternativa concreta ai due estremi dell’inazione e della sola compliance: una “terza via” in cui la sostenibilità diventa parte integrante della strategia aziendale, orientando l’evoluzione dei modelli di business e rafforzando la competitività.

L’indagine, condotta su oltre 100 aziende italiane di piccole, medie e grandi dimensioni attive in 10 settori chiave — dal manifatturiero ai servizi, dalla tecnologia alle utility, fino al food & beverage e al lusso — esplora i principali snodi della transizione sostenibile attraverso 20 domande su strategia, compliance, digitalizzazione, cultura organizzativa, gestione della filiera e sostenibilità economica.

I risultati parlano chiaro:

  • Il 94% delle aziende riconosce il nesso tra impatto ambientale e sostenibilità, ma emerge un gap significativo nella capacità di azione concreta.
  • L’89% conferma il legame tra strategia e modello di business sostenibile, a sostegno dell’idea di un approccio trasformativo e non solo regolatorio.
  • Tuttavia, il 54% dichiara di non avere piena consapevolezza dell’impatto ambientale del digitale, evidenziando una criticità su cui intervenire con urgenza.
  • Il 66% è consapevole che senza integrazione della sostenibilità perderà competitività nei prossimi cinque anni, mentre l’86% indica il cambiamento culturale come leva decisiva per affrontare la sfida.
  • Solo il 15% delle imprese ritiene di aver fatto abbastanza, mentre il restante 85% individua nel coinvolgimento della filiera (45%), nell’allineamento del modello di business (24%) e nella gestione dell’impatto (16%) i principali ambiti di miglioramento.

Quando il cambiamento diventa leva competitiva

Il cambiamento sostenibile non è più un’opzione, ma una necessità strategica per la sopravvivenza e la crescita delle imprese. “Un’impresa non sostenibile mette a rischio la propria continuità e compromette, o quanto meno limita, la propria capacità di competere”, spiega Giovannini. “È una consapevolezza ormai diffusa: secondo i dati citati, il 67% delle aziende teme un danno competitivo se non adotta pratiche sostenibili. Eppure, molte realtà faticano a fare il salto culturale richiesto”.

Giovannini osserva che la sostenibilità, in alcune imprese, è ancora percepita “come un elemento accessorio, non come parte integrante del modello di business”, mentre invece dovrebbe essere strutturale. La chiave non è il reporting, spesso vissuto come un onere burocratico, ma la “riduzione degli impatti” e l’allineamento strategico. In questo contesto, la collaborazione lungo la filiera – scelta dal 47% delle imprese come priorità – può essere utile, ma non sostituisce il lavoro profondo su modello e impatto. “Il modo più efficace per ridurre gli impatti è ripensare il motore stesso dell’impresa”.

La sostenibilità è (anche) una questione culturale

Il 93% delle imprese intervistate ritiene che esista una forte connessione tra sostenibilità, impatto ambientale e sociale. Un dato che testimonia quanto la cultura della sostenibilità sia ormai entrata stabilmente nell’agenda delle aziende, superando l’approccio meramente normativo o di compliance. Tuttavia, permane un divario significativo tra consapevolezza e operatività: l’85% considera il fattore culturale davvero centrale nella gestione sostenibile ma appena il 54% conosce l’impatto ambientale del digitale nei propri processi. “Questo dato dimostra quanto la sostenibilità sia, prima di tutto, una questione culturale”, spiega Giovannini. Una cultura che deve essere coltivata, perché la mancanza di conoscenza – oggi paradossalmente sostenuta dall’affermarsi dell’intelligenza artificiale – rischia di frenare la consapevolezza: “Chi non sviluppa un pensiero critico, rischia di delegare troppo all’intelligenza artificiale e di perdere lucidità e capacità di giudizio”, osserva ancora Giovannini, sottolineando l’urgenza di un’educazione diffusa all’uso sostenibile delle tecnologie.

Una consapevolezza che Digital360 ha messo al centro della propria visione, al punto da creare iSustainability, una realtà dedicata proprio a questi temi. “La sostenibilità non è un tema di marketing né solo di compliance”, spiega Massimo Arioli. “È un tema di impatto concreto sull’utilizzo delle risorse e sulla capacità dell’azienda di generare valore economico duraturo. Un impegno che nasce da una matrice culturale ben precisa: l’unione tra persone e tecnologie, tra formazione e innovazione. Digital360 è nata da un gruppo di professori universitari del Politecnico che hanno unito attenzione alle persone e passione per la tecnologia. È nel nostro DNA cercare eccellenze e costruire insieme qualcosa di più grande. La sostenibilità si inserisce perfettamente in questa logica: serve cultura, competenza e collaborazione per farla evolvere da principio astratto a pratica diffusa”.

Come restare competitivi e sostenibili?

La visione di iSustainability è chiara: la sostenibilità non è un’opzione, ma una componente strutturale del business. La scelta delle aziende è solo quando integrarla, non se farlo.
E per affrontare con successo questa transizione, le imprese devono agire su tre livelli:

  • Strategico: aggiornare i modelli di business, integrando la sostenibilità come driver competitivo.
  • Trasformativo: revisionando il modello di business, digitalizzando i processi e formando persone e leadership consapevoli, in grado di prendere decisioni responsabili.
  • Operativo: misurare gli impatti, attuare gli interventi e le iniziative necessarie per dare seguito alla trasformazione e attivare collaborazioni con clienti, fornitori e comunità.

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