L’Antitrust apre un’istruttoria su Google per abuso di posizione dominante

Dario Colombo

15/07/2022

L’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato vuole capire se c’è stato un ostacolo alla interoperabilità nella condivisione dei dati con altre piattaforme

L’Antitrust apre un’istruttoria su Google per abuso di posizione dominante

L’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato, Agcm, meglio conosciuta come Antitrust, ha avviato un’istruttoria nei confronti di Google ipotizzando un abuso di posizione dominante in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea.

L’Autorità ha condotto accertamenti ispettivi nelle sedi di Google, con la collaborazione dei militari della Guardia di Finanza.

Il gruppo Alphabet/Google, si legge in una nota dell’Antitrust, detiene una posizione dominante in diversi mercati che consentono di acquisire grandi quantità di dati attraverso i servizi erogati (Gmail, Google Maps, Android) e nel 2021 ha realizzato un fatturato di 257,6 miliardi di dollari.

Nello specifico Google avrebbe ostacolato l’interoperabilità nella condivisione dei dati presenti nella propria piattaforma con altre piattaforme, in particolare con l’app Weople, gestita da Hoda, un operatore attivo in Italia che ha sviluppato una banca di investimento dati.

Secondo l’Autorità, il comportamento di Google è in grado di comprimere il diritto alla portabilità dei dati personali, disciplinato dall’articolo 20 del GDPR, e di limitare i benefici che i consumatori potrebbero trarre dalla valorizzazione dei loro dati.

La condotta contestata determina una restrizione della concorrenza perché limita la capacità degli operatori alternativi a Google di sviluppare forme innovative di utilizzo dei dati personali.

In particolare, Hoda ha rappresentato all’Autorità gli effetti negativi della condotta di Google sulla sua iniziativa per valorizzare i dati personali con il consenso del titolare degli stessi e che offre opportunità di utilizzo innovative.

Il diritto alla portabilità, fa notare l’Antitrust, se accompagnato da effettivi meccanismi di interoperabilità, può offrire agli utenti la possibilità di conseguire il massimo vantaggio economico dall’utilizzo dei dati personali, anche con modalità di sfruttamento alternative a quelle attualmente praticate dall’operatore dominante.

La risposta di Google

Google ha affidato la risposta all’azione dell’Antitrust a una nota sul proprio blog, intitolandola «Il nostro impegno per la portabilità dei dati».

Quando le persone possono trasferire facilmente i propri dati da Google ad altri prodotti concorrenti - riporta la nota - è compito di Google creare prodotti competitivi che un utente voglia continuare a usare:

«questa logica è assolutamente corretta: vogliamo che le persone utilizzino i nostri prodotti e servizi perché li preferiscono, non perché si sentono vincolate».

Da oltre dieci anni Google offre agli utenti la portabilità dei dati, ovvero la possibilità di esportare i propri dati e usarli in altri contesti. Takeout è la tecnologia che aiuta le persone a esportare copie dei propri dati da oltre 70 prodotti Google, tra cui Gmail, Drive e Foto. Ogni mese vengono eseguite in media oltre due milioni di esportazioni da Takeout, e nel 2021 sono stati esportati oltre 400 miliardi di file, il doppio rispetto al 2019.

I principi alla base di Takeout, cntinua Google, si applicano anche al Data Transfer Project (DTP), un progetto collaborativo fondato dal 2018 insieme a Microsoft, Twitter, Facebook e Apple.

Google dice di essere d’accordo con le autorità di regolamentazione di tutto il mondo, che riconoscono che la portabilità dei dati è fondamentale per promuovere la scelta dei consumatori e la protezione dei dati e che quando lavora alla portabilità dei dati nei propro prodotti, fa riferimento a tre principi: prima vengono le persone; permettere l’esportabilità; privacy e sicurezza sono prioritarie.

Google dice anche che continuerà a investire in Takeout, nel Data Transfer Project e a impegnarci per la portabilità dei dati oggi e negli anni a venire.

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