Da CIO di illimity a CEO di altermAInd, Filipe Teixeira racconta come l’intelligenza artificiale stia ridefinendo il rapporto tra uomo e tecnologi e perché l’Italia deve credere nel suo talento tech.
Da CIO di una delle prime banche cloud-native d’Europa a CEO di una tech company nata per governare l’AI: Filipe Teixeira rappresenta una nuova generazione di leader capaci di unire competenze tecnologiche, visione strategica e sensibilità imprenditoriale. La sua storia parte dal mondo delle grandi banche europee (Santander, BNP Paribas, UniCredit) e arriva fino ad altermAInd, spin-off tecnologico di Illimity lanciato nel 2024 con l’obiettivo di aiutare grandi aziende e PMI a costruire un nuovo rapporto con l’intelligenza artificiale.
A soli 38 anni, come CIO di Illimity, Teixeira ha progettato da zero una delle prime banche totalmente cloud-native in Europa, “sicuramente la prima in Italia”, come tiene a precisare. Oggi, alla guida di altermAInd, porta sul mercato un’esperienza maturata in contesti altamente regolati, soluzioni già testate in produzione e una visione chiara: “La tecnologia, e l’AI in particolare, non è più un acceleratore del business. È il modello di business”.
In questa intervista, Filipe Teixeira ci racconta il suo percorso, le sfide della governance dell’AI e la sua visione per un’Italia che può e deve giocare un ruolo da protagonista nell’innovazione europea.
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Il percorso di Filipe: “Emergere assumendo responsabilità”
Il percorso di Filipe Teixeira è costellato di tappe decisive, momenti in cui tecnologia, governance e business hanno smesso di essere funzioni separate per diventare “un unico sistema”. Già all’inizio degli anni 2000, quando era ancora all’università, aveva capito “che la tecnologia da sola non basta. Serve creatività: la capacità di re-immaginare processi, modelli di business e, soprattutto, il rapporto tra l’essere umano e la macchina”.
Ma è nell’aprile 2011 che arriva uno dei momenti più formativi della sua carriera. Lavorava per il gruppo Santander tra Lisbona e Madrid quando “il Portogallo, come Paese, è tecnicamente fallito”, ricorda.
“L’ho vissuto come professionista di una banca e come cittadino. Da lì ho costruito la mia crescita su un principio semplice: emergere assumendo responsabilità nei momenti critici e risolvere problemi, uno dopo l’altro.”
Il 2018 segna un altro punto di svolta: “l’opportunità di creare una banca full cloud-native, sfruttando appieno l’infrastruttura degli hyperscaler. Una palestra unica per capire cosa significa innovare in un settore regolato”, spiega Teixeira.
E poi il 2024, la nascita di altermAInd “dopo tre anni di lavoro sull’AI all’interno della banca, con un mantra chiaro: il rapporto tra uomo e macchina non è più deterministico, sta diventando collaborativo”.
Oggi, rispetto a qualche anno fa, la sua visione dell’AI in finanza è cambiata radicalmente. Non è più “un tema del reparto IT”, ma la base competitiva su cui si costruisce una banca moderna.
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Il vantaggio competitivo di altermAInd
“Quello che stiamo vivendo con l’AI è un momento unico, con impatti trasversali su ogni dimensione del mondo in cui viviamo”, esordisce Teixeira quando gli chiediamo di raccontare la nascita di altermAInd. “Con le competenze e le piattaforme che stavamo costruendo all’interno della banca, ci siamo resi conto che eravamo diventati troppo stretti”.
altermAInd nasce come spin-off tecnologico, ma Teixeira ci tiene a precisare:
“Non è una startup nel senso tradizionale. Investitori privati hanno acquisito la maggioranza credendo in noi come team Tech e nelle nostre capacità di costruire prodotti industriali. Per anni abbiamo progettato e gestito piattaforme digitali che hanno supportato milioni di clienti, transazioni e obblighi regolamentari.”
Fuori dalla banca, quindi si è partiti con tecnologie già in produzione, un team completo e altamente specializzato, clienti e use case reali, un know-how profondo su AI, cloud, governance e sicurezza.
“Questo è il nostro vero vantaggio competitivo: portiamo sul mercato soluzioni nate e testate in un contesto altamente regolato”, spiega. “Soluzioni che grandi aziende e banche possono adottare senza temere rischi di compliance, costi fuori controllo o dipendenze tecnologiche ingestibili”.
Per consolidare la loro traiettoria, altermAInd traccia tre priorità:
- governance AI come infrastruttura di base: “Gravity, la nostra piattaforma, ambisce a diventare lo standard europeo per costruire, controllare e scalare ogni use case di AI”;
- servizi digitali ad alto contenuto tecnologico, con un “focus forte su cloud, automazione e dati”;
- internazionalizzazione, partendo dall’Europa e dall’America Latina, dove “stiamo già sviluppando opportunità concrete”.
L’obiettivo finale è chiaro:
“Vogliamo supportare un nuovo modo di fare impresa: attraverso l’AI. Un modello in cui l’essere umano non viene sostituito, ma potenziato dalla tecnologia.”
Il futuro della finanza e il ruolo dell’AI
Quando gli chiediamo come vede l’evoluzione del settore finanziario nei prossimi 3-5 anni, Teixeira parla di un vero e proprio “cambio di paradigma”:
“Il settore finanziario vivrà una trasformazione molto più profonda di quella del cloud o altri trend. L’AI sposterà l’attenzione da processi deterministici a processi probabilistici: dal come è scritto al come sta ragionando.”
Per questo, sostiene, la sfida non è semplicemente “usare l’AI”, ma governarla. E Teixeira identifica tre principali sfide:
- compliance dinamica, perché “l’AI Act introduce tracciabilità, auditabilità e controllo continuo dei modelli. La compliance non sarà più un esercizio statico, ma un’attività viva e permanente”;
- costi, perché “l’uso massivo di modelli generativi, senza un governo adeguato, rischia di far esplodere i costi cloud”;
- accountability, un tema organizzativo oltre che tecnologico: “In banca serve capire chi è responsabile quando un modello prende una decisione sbagliata”.
Come ci si prepara? Secondo il CEO di altermAInd “creando un layer di governance e controllo prima di scalare gli use case”, “separando servizi AI, piattaforme e modelli per evitare lock-in tecnologici”, e “mettendo dati, sicurezza e algoritmi sotto un unico framework operativo”.
Ma c’è un punto ancora più importante:
“Aumentare consapevolezza e formazione trasversalmente a tutte le funzioni. Solo così si abilita la creatività necessaria per ridisegnare processi, prodotti ed esperienze di business attraverso l’AI. Il futuro non premierà chi sperimenta di più con l’AI, ma chi la governa meglio.”
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Dal Made in Italy al “Buy Made in Italy”
Dopo otto anni di esperienza tra Francia, Spagna, Portogallo, Regno Unito e Germania, Teixeira è arrivato in Italia quasi per caso, dodici anni fa. “Era un mercato che conoscevo poco. Il talento e le competenze che ho trovato qui mi hanno sorpreso a tal punto che sono rimasto”, confessa.
“In Italia siamo bravi. Veramente bravi”, afferma con convinzione, identificando due forze spesso sottovalutate: “una creatività tecnica incredibile” e una “capacità di esecuzione che pochi Paesi al mondo possiedono”.
“Il problema, quindi, non è il talento. Il problema è la diffidenza nel comprare tecnologia italiana.”
Per Teixeira, altri grandi Paesi hanno costruito ecosistemi forti perché hanno deciso di farlo. L’Italia può giocare un ruolo competitivo se mette insieme tre ingredienti: investimenti pubblici e privati continui, partnership reali tra aziende, istituzioni e università, e un mercato che “compra in Italia” prima di guardare altrove.
“Noi, come altermAInd, vogliamo essere una bandiera del Tech Made in Italy”, dichiara. “E la storia ce lo insegna: l’Italia diventa leader quando decide di innovare e di credere in sé stessa. Ma non è un Paese che copia. È un Paese che reinventa, che mette creatività, design, qualità e resilienza in tutto ciò che costruisce”.
La sua conclusione è infatti un appello:
“Va bene il Made in Italy. Ma adesso serve puntare sul Buy Made in Italy.”
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I consigli di Teixeira ai leader di domani
Ai giovani che aspirano a diventare i nuovi leader del tech, dell’AI e della finanza, Teixeira rivolge tre consigli:
- “Costruite competenze ibride. Non basta conoscere l’AI, il cloud o i dati. Serve capire anche finanza, regolamentazione, gestione del rischio. Il futuro non è “tecnico” o “business”: è tech + business.”
- “Siate curiosi e impazienti, ma con disciplina. L’AI permette di accelerare qualsiasi progetto, ma senza metodo si crea solo caos.”
- “Non fermatevi ai corsi o alle certificazioni: lavorare in una startup, in un progetto digitale, o dentro un team IT di una banca vale più di mille slide.”
Ma c’è una mentalità che, per Teixeira, fa davvero la differenza:
“Non aspettate che il mercato sia maturo per muovervi. Abbiate il coraggio di sognare e di rischiare. Quando tutti capiranno che ’è il momento giusto’, sarà già troppo tardi.”
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