Quando si parla di investimenti vengono in mente due categorie principali, le azioni e le obbligazioni. Vediamo insieme le differenze.
A livello macroscopico, la maggior parte degli investitori conosce due categorie di prodotti di investimento, o meglio ancora, due tipologie di mercato, quello azionario e quello obbligazionario. Negli ultimi anni c’è stato un aumento del numero di investimenti ma ancora non c’è una conoscenza sui concetti base che devono essere presi in considerazione per valutare effettivamente quando e come investire in uno o nell’altro mercato.
Il mercato azionario
Questo articolo serve principalmente a fornire delle nozioni molto semplificate ma utili per capire a cosa serve, come in questo caso, il mercato azionario. Il mercato azionario è quella porzione di mercato finanziario dove delle aziende quotate (Società per Azioni), scambiano una loro quota di azienda, detta flottante, per una certa quantità di denaro. L’acquirente di queste azioni si aspetta, ovviamente, un ritorno da questa compravendita che è rappresentato dal dividendo, ossia quella porzione di utile che è proporzionale al numero di azioni detenute e uguale per tutti gli azionisti.
Per fare un esempio, abbiamo 100 azioni a 1€ e il dividendo è di 0,01€ per azione. In totale il nostro dividendo sarebbe di 100 azioni x 0,01€, ossia si guadagna 1€. Se avessimo avuto 1000 azioni avremmo guadagnato 10€, se ne avessimo avute 10000 avremmo guadagnato 100€ e così via. Come vediamo la quota è uguale per tutti gli azionisti e proporzionale al numero delle azioni che si hanno in possesso. Questo è il principio base per cui le azioni sono un asset finanziario, ossia hanno come tasso di interesse sottostante il dividendo. Il mercato azionario serve quindi alle aziende per raccogliere capitale dall’esterno e questo comporta come “ricompensa” un dividendo per chi “presta” il denaro all’azienda (investitore).
Il mercato obbligazionario
Il mercato obbligazionario è il mercato delle obbligazioni. Le obbligazioni sono titoli di credito che vengono emessi da Stati per finanziare le loro attività. Sia ben chiaro da subito, in questo articolo si sta approssimando in modo tale da far capire di cosa si sta parlando ed è ovvio che le obbligazioni non sono solamente Titoli di Stato. Quando sentiamo parlare di Bot, Btp, Cct, stiamo parlando di obbligazioni. Le obbligazioni rappresentano quindi un titolo di credito, un obbligo da parte del debitore a restituire il capitale maggiorato di un interesse predeterminato a una determinata scadenza. Per fare un esempio, un Bot (Buono Ordinario del Tesoro) è un titolo di Stato a 1 anno che stacca un rendimento dello 0,5%.
A fine anno, se investiamo 100, avremmo 100 più lo 0,5% di 100, ossia il capitale investito più il rendimento. In totale avremmo 100,5 dopo un anno. Il tempo, che può essere variabile a partire dai 3 mesi fino ad arrivare ai 50 anni, è detto scadenza, mentre il rendimento viene definito solitamente come cedola. Se per il mercato azionario parliamo di dividendo, per le obbligazioni parliamo di cedole, quindi l’obbligazione è quell’asset finanziario che ha come tasso di interesse sottostante la cedola.
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Le principali differenze tra i due mercati
La più grande differenza tra i due mercati è sicuramente la componente “rischio”. Secondo voi è più rischioso prestare soldi a un’azienda o prestare soldi a uno Stato? Chi ha più probabilità di fallire? L’azienda presenta un profilo di rischio sicuramente più alto rispetto a quello di uno Stato, pertanto il “premio a rischio” è sicuramente più alto rispetto a quello di uno stato, ossia il rendimento di un titolo azionario è sicuramente più elevato del rendimento di un titolo di Stato.
Ad alto rischio corrisponde alto rendimento, mentre a basso rischio corrisponde un rendimento basso, questa è la principale regola dei mercati finanziari e che fa in modo tale che i mercati svolgano la loro funzione, quella di far circolare capitali e quindi di rifinanziare le attività quotate. Quando uno Stato vuole raccogliere capitale cerca di offrire una cedola maggiore, così come quando un’azienda vuole raccogliere capitale tenderà a offrire e staccare un dividendo maggiore. Questo aumento dei rendimenti corrisponde a un maggior rischio intrapreso dall’investitore.
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La dinamica del “Flight to Quality”
Il “Flight to Quality” indica quella propensione che l’investitore ha per il buon rapporto qualità-prezzo offerto da un mercato. Ad esempio, se il mercato azionario rende come il mercato obbligazionario, quindi a parità di rendimento si ha un rischio diverso a favore del mercato obbligazionario, gli investitori tenderanno a comprare di più titoli del mercato obbligazionario vendendo in contemporanea titoli azionari. L’atto di vendere un mercato, fare cassa e comprare un altro mercato, rappresenta proprio “il volo verso la qualità”, una vera e propria migrazione di capitali verso rendimenti più appetibili. Perché parlare di “flight to quality”? Perché questo è il presupposto di tutte le scelte di investimento che tutti gli operatori, sia professionali che non, fanno per comporre i propri portafogli di lungo periodo.
Il contesto di mercato attuale, dove abbiamo un crollo del mercato azionario e un forte aumento dei rendimenti dei titoli di Stato, è perfetto per descrivere questo fenomeno. Ad esempio, in questo momento il flight to quality si spiega con la sicurezza, ossia con un forte deflusso dai mercati di rischio come quelli azionari per una maggior sicurezza che per il momento è rappresentata dal mercato valutario e dal mercato creditizio, il tutto mentre i titoli di Stato aumentano i loro rendimenti per rendersi di nuovo appetibili sul mercato. Questo fenomeno, oltre a essere alla base delle scelte di investimento, è fondamentale per fare analisi intermarket e cercare di capire dove i vari mercati potranno allocare i loro capitali.
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