Infermiere, come lavorare da libero professionista

Claudio Garau

21 Aprile 2022 - 06:30

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La professione di infermiere è una delle professioni sanitarie più richieste. Possibile lavorare in strutture sia pubbliche che private, ma anche anche con partita Iva. I dettagli.

Infermiere, come lavorare da libero professionista

Oggi non pochi giovani si iscrivono all’università per formarsi e apprendere le nozioni utili ad esercitare le funzioni dell’infermiere, ossia una professione che non passa mai di moda e di cui c’è sempre bisogno. E oggi ancor più di ieri, a seguito della pandemia e di tutto ciò che ha comportato sul piano sanitario.

Ebbene, se è vero che tutti noi nella nostra vita siamo entrati a contatto con un infermiere almeno una volta (per una iniezione, per una visita in ospedale o altro), c’è sicuramente anche chi - tra coloro i quali vogliono lavorare come infermiere - potrebbe domandarsi quali step occorre percorrere per svolgere le mansioni da libero professionista. Infatti, quello dell’infermiere non è un lavoro che può svolgersi soltanto alle dipendenze: l’infermiere può aprire la partita Iva e svolgere l’attività senza alcun vincolo di subordinazione. Vediamo di seguito come fare.

Infermiere professionale: ruolo e mansioni in sintesi

Prima di vedere da vicino come fare a lavorare come infermiere libero professionista, facciamo qualche cenno sulle attività di questa figura così importante nella società odierna. In linea generale, l’infermiere è una figura professionale attiva in campo sanitario e si occupa giornalmente dell’assistenza ai pazienti, per ciò che attiene all’attività terapeutica preventiva o curativa, destinata agli individui che ne hanno bisogno.

In sintesi ecco una lista delle sue attività, non esaustiva ma che dà sicuramente un’idea della varietà di compiti che egli è chiamato a svolgere nel quotidiano:

  • registrazione e monitoraggio costante delle condizioni di salute dei pazienti, con particolare riferimento alla pressione sanguigna, al battito cardiaco, alla temperatura e alla respirazione;
  • esecuzione dell’elettrocardiogramma (ECG), applicazione di bendaggi e medicazioni, somministrazione di medicinali agli assistiti, vaccinazione dei pazienti;
  • raccolta di campioni di sangue e urine per le analisi cliniche;
  • aggiornamento delle cartelle cliniche dei pazienti;
  • svolgimento di colloqui con i pazienti e redazione di note sullo stato di salute di questi ultimi;
  • controllo dei miglioramenti e delle risposte del paziente alle cure indicate dal dottore;
  • supporto al medico nelle visite e nelle operazioni chirurgiche;
  • mantenimento della sicurezza degli assistiti e delle idonee condizioni di igiene nelle strutture sanitarie;
  • coordinamento con i membri del team interdisciplinare e pianificazione delle cure;
  • dialogo con i pazienti e i familiari per comunicare tutti i problemi e le esigenze degli assistiti.

Dette funzioni sono tipiche sia dell’infermiere alle dipendenze, sia di colui che ha scelto di lavorare come libero professionista. Peraltro, come si può agevolmente notare da questa lista di alcune delle attività più rilevanti dell’infermiere, siamo innanzi ad una professione che comporta il possesso di adeguate conoscenze teoriche e competenze pratiche. Ben si spiega allora il percorso formativo ad hoc.

Tuttavia, nel caso dell’infermiere libero professionista, sussiste la libertà di scegliere come, dove, quando lavorare, il piano delle responsabilità e delle tutele.

La formazione dell’infermiere che vuole lavorare come libero professionista

Per svolgere il lavoro di infermiere come libero professionista è necessario conseguire la relativa laurea in Infermieristica. Detto corso di laurea è caratterizzato dal numero chiuso a livello nazionale, e dunque implica il superamento di un test di accesso iniziale, che prende il nome di test di ammissione delle Professioni sanitarie.

Il corso di laurea in Infermieristica è articolato su tre anni, seguendo un percorso teorico-pratico, in cui lo studente è tenuto a diventare protagonista attivo del proprio apprendimento. Infatti, la didattica comporta un impegno quotidiano, organizzato con attività teoriche, di laboratorio e di tirocinio.

Da rimarcare che l’iter formativo di un infermiere libero professionista sostanzialmente non varia rispetto al percorso di un infermiere alle dipendenze.

Non solo. Una volta inserito a livello lavorativo, l’infermiere dovrà rispettare gli obblighi legati all’ECM (Educazione Continua in Medicina), vale a dire un sistema di aggiornamento in virtù del quale il professionista sanitario si aggiorna per rispondere ai bisogni dei pazienti e alle esigenze organizzative e operative del Servizio sanitario e del proprio sviluppo professionale. Il citato sistema di aggiornamento ovviamente vale anche per tutti coloro che lavorano come infermieri libero professionisti.

Infermiere professionale: iscrizione all’Albo e apertura della partita Iva

Dopo aver completato il percorso formativo ed appreso tutte le conoscenze utili ad operare nel campo sanitario, il neo infermiere può svolgere l’attività come libero professionista soltanto se è iscritto al Collegio Ipasvi (Federazione nazionale collegi infermieri) della provincia in cui ha la residenza anagrafica. Al fine di iscriversi all’Albo degli Infermieri ovviamente è sempre necessario il conseguimento della laurea in Infermieristica.

Non solo. Ulteriore step per lavorare senza vincolo di subordinazione è il seguente: dopo la laurea e l’iscrizione all’Albo, l’interessato deve rivolgersi all’Agenzia delle Entrate, allo scopo di aprire una propria partita Iva. Rimarchiamo infatti che l’infermiere deve versare le tasse al Fisco, in relazione alla propria fascia di reddito. Ecco perché specialmente chi è in inesperto in materia fiscale e amministrativa, farà bene ad avvalersi della consulenza di un commercialista per sbrigare queste rilevanti pratiche.

Ovviamente, l’infermiere libero professionista dovrà essere in regola anche con gli obblighi legati alla dichiarazione dei redditi e si doterà di una PEC.

Copertura assicurativa e pensionistica dell’infermiere professionale

Gli obblighi da rispettare non terminano qui. Infatti l’infermiere libero professionista deve altresì sottoscrivere una polizza assicurativa ad hoc, per garantirsi contro i rischi legati all’esercizio della propria professione.

E ancora, detta figura professionale non può non adempiere all’obbligo di iscriversi all’Enpapi, vale a dire l’ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica. A fini dell’iscrizione, l’infermiere deve versare ogni anno un contributo obbligatorio soggettivo, vale a dire una percentuale del reddito netto professionale. Per maggiori informazioni sul punto, è preferibile fare riferimento al sito enpapi.it

Infine sul piano del compenso per le prestazioni erogate, l’infermiere che ha aperto partita Iva per non lavorare alle dipendenze, dovrà fare riferimento al cd. Nomenclatore tariffario delle prestazioni di assistenza infermieristica, in breve il tariffario infermieri. Quest’ultimo consiste nello strumento al quale fanno riferimento gli infermieri senza vincolo di subordinazione, allo scopo di definire le prestazioni, le tariffe e i compensi spettanti. Per i dettagli sul punto rimandiamo al sito web ipasvi.it. Come si può notare, dunque, gli obblighi per chi intende lavorare come libero professionista sono ben più d’uno e di essi bisogna tener conto per lavorare nel pieno rispetto delle norme vigenti.

I vantaggi del lavorare come infermiere libero professionista

Certamente la scelta di non lavorare alle dipendenze, potrebbe rivelarsi azzeccata per non pochi tra coloro che hanno completato la formazione in campo infermieristico. Infatti, sussistono alcuni indubbi aspetti positivi, che in sintesi vediamo di seguito:

  • libertà nella scelta di come lavorare, da soli oppure in collaborazione con colleghi, aziende sanitarie e non, possibilità di affidarsi ad intermediari o ricercare autonomamente i propri clienti;
  • libertà della scelta del contesto in cui operare, ossia distretti sanitari, ambulatori specialistici o infermieristici, RSA, ospedali, e della scelta del luogo (domicilio, industre, navi da crociera, scuole, enti vari ecc.);
  • libertà nella scelta delle ore di lavoro. Essendo libero professionista, l’infermiere non è infatti obbligato al rispetto di determinare fasce orarie, ma può autonomamente organizzare e modulare la propria giornata lavorativa.

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