“Gli Indifferenti” di Alberto Moravia: di cosa parla, spiegazione e significato del testo

Giorgia Bonamoneta

21 Giugno 2023 - 10:04

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Prima prova della maturità 2023, la traccia di analisi del testo scelta è Gli Indifferenti di Alberto Moravia. Quello che c’è da sapere su autore e opera.

“Gli Indifferenti” di Alberto Moravia: di cosa parla, spiegazione e significato del testo

Tra le tracce della Maturità c’è anche Alberto Moravia, con il brano “Gli Indifferenti”.

Dopo aver festeggiato la notte prima degli esami, è giunto il fischio di inizio della Maturità 2023. Ad aprire i giochi è la prima prova di italiano, le cui tracce sono state distribuite poco prima dell’inizio dell’esame. Per la prova di italiano, tra le diverse tipologie e tracce tra cui scegliere, c’è l’analisi del testo di un’opera di Alberto Moravia: “Gli Indifferenti”.

Quali sono le informazioni essenziali da conoscere sull’autore, sulla sua produzione letteraria e il testo uscito alla prima prove della Maturità 2023?

Chi è Alberto Moravia?

Alberto Moravia, pseudonimo di Alberto Pincherle, era uno scrittore romano, nato a Roma nel 1907 ed esponente del neorealismo. La sua vita, come accade sempre in letteratura e poesia, è strettamente collegata alla produzione delle sue opere. Ha percorso il secolo lungo, vissuto due guerre mondiali e la Guerra Fredda, ha visto il mondo cambiare fisicamente e culturalmente. La sua produzione letteraria è stata attraversata dalla decadenza della classe borghese del periodo fascista e nelle sue opere entra in gioco la descrizione del contrasto tra purezza e corruzione, una rapporto destinato a mutare, ma analizzato per oltre 60 anni di carriera.

Moravia è stato il narratore della decadenza morale e del cambiamento culturale e l’ha descritta non solo attraverso la sua penna letteraria, ma anche in rubriche giornalistiche: la collaborazione con il Corriere della Sera e La Stampa, la rubrica cinematografica sull’Espresso e la direzione della rivista Nuovi argomenti (1953) ne sono un esempio. Questa produzione ha sempre viaggiato contemporaneamente ai romanzi ed era sentita da Alberto Moravia come un bisogno di raccontare o anche solo confrontarsi con una realtà in movimento. Ne sono scaturiti saggi e prose giornalistiche, ma anche una partecipazione come deputato al Parlamento europeo tra il 1984 e il 1989.

Le principali opere di Alberto Moravi, esempio del neorealismo italiano

La produzione letteraria di Alberto Moravia è lunga e articolata. La penna di Moravia si è prestata a produzioni di diversa natura, dai romanzi ai report di viaggio, passando per la saggistica e il giornalismo. Non si può ignorare però il suo più grande contributo: essere stato tra i più brillanti romanzieri del XX secolo, capace di incarnare il movimento neorealista su temi quali sessualità, alienazione ed esistenzialismo.

La sua prima pubblicazione, ancora oggi esempio di grande maestria, è proprio “Gli Indifferenti”. Si tratta del sue primo romanzo, pubblicato a proprie spese presso la casa editrice diretta dal fratello di Benito Mussolini, la casa editrice di Milano Alpes. Da quel primo romanzo molti altri sono stati pubblicati e tutti con un filo conduttore: un provocatorio sguardo alla decadenza umana e dei suoi ideali.

In un rapido excursus delle sue pubblicazione, dopo “Gli Indifferenti” del 1929 - fortemente osteggiato dal regime fascista - sono stati pubblicati opere che, in seguito, sono state suddivise in fasi. La prima fase, quella della corruzione delle purezza, vede pubblicati titoli come Le ambizioni sbagliate (1935), i racconti di La bella vita (1935), L’imbroglio (1937) e I sogni del pigro (1940); poi è venuta la fase di corruzione dell’innocenza: Agostino (1944), La Romana, (1947), La disubbidienza (1948), L’amore coniugale (1949), Il disprezzo (1954) e La ciociara (1957). La fase di decadimento morale di un’intera società è invece descritta in alcuni racconti, prima di passare alla crisi dell’identità e al romanzo senza riscatto, come Una cosa è una cosa (1967), Il paradiso (1970), Un’altra vita (1973) e La cosa (1983).

Gli Indifferenti di Alberto Moravia: analisi del testo e significato

Alberto Moravia scrive “Gli Indifferenti” giovanissimo, nel 1925. Non sa ancora di aver scritto un capolavoro della letteratura italiana del XX secolo a meno di diciott’anni. Moravia in questa opera stringe lo sguardo alla famiglia e taglia i ponti, almeno in apparenza, con la realtà che lo circonda. Lascia fuori Mussolini e il consenso pubblico e racconta la storia dell’indifferenza come condizione esistenziale. Sembra un’opera in aperto contrasto con quanto il movimento neorealista avrebbe descritto un decennio dopo, ma a cambiare non erano il tema o l’occhio del narratore. È il soggetto a farsi esterno e in questa sua indifferenza “Gli Indifferenti” raccontano la degenerazione di un’umanità non più capace di grandi ideali.

“Gli Indifferenti” descrivono la delusione e come questa si incarni nel sesso e nel denaro, corruzione e tradimento di una purezza morale ormai lontana. Restando all’interno della decadenza, ne “Gli indifferenti”, Moravia rappresenta il disfacimento morale come prodotto di una situazione di stagnazione storica.

L’incipit de “Gli Indifferenti”:

Entrò Carla; aveva indossato un vestitino di lanetta marrone con la gonna così corta, che bastò quel movimento di chiudere l’uscio per fargliela salire di un buon palmo sopra le pieghe lente che le facevano le calze intorno alle gambe; ma ella non se ne accorse e si avanzò con precauzione guardando misteriosamente davanti a sé, dinoccolata e malsicura; una sola lampada era accesa e illuminava le ginocchia di Leo seduto sul divano; un’oscurità grigia avvolgeva il resto del salotto.

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