In questo Paese europeo è vietato sventolare la bandiera italiana (e non solo)

Ilena D’Errico

29 Luglio 2025 - 21:56

Vietato sventolare la bandiera italiana in questo Paese europeo. Nessuna bandiera estera è più permessa, bisogna preservare l’identità nazionale. Ma non mancano le eccezioni.

In questo Paese europeo è vietato sventolare la bandiera italiana (e non solo)

Come si giustifica il divieto di sventolare la bandiera italiana in un Paese europeo in un mondo sempre più interculturale e connesso? Nessuna questione sociale politica, nessuna misura diretta ad alcuni Stati specifici piuttosto che ad altri, almeno non apertamente. Semplicemente, c’è chi vuole difendere a ogni costo l’identità nazionale e il proprio vessillo, e non ha paura di accendere il dibattito in Europa. Protagonista di questa controversa decisione è la Danimarca, che dall’inizio dell’anno impedisce l’esposizione di moltissime bandiere diverse da quella nazionale, prendendo ispirazione da una vicenda giudiziale del 2018.

L’annuncio ha alzato un vero e proprio polverone sia dentro che fuori dai confini danesi, dividendo il mondo in due fazioni contrapposte. C’è chi teme per la tolleranza e l’inclusività di Copenaghen, che oltre a una buona percentuale di immigrati residenti ha un enorme afflusso turistico, e chi ammira la protezione dell’identità nazionale e istituzionale. Checché se ne pensi, comunque, la nuova legge è entrata in vigore all’inizio dell’anno e chi espone alcune bandiere, compreso il nostro tricolore, rischia oggi multe salate.

Vietata la bandiera italiana in questo Paese europeo

La legge danese vieta, dal 2025, l’esibizione della bandiera italiana, insieme a quella di molti altri Paesi esteri. La decisione arriva dopo un intenso dibattito interno, che ha preso piede dalla sentenza della Corte suprema danese (Højesteret) riguardante l’esposizione della bandiera statunitense. I giudici hanno ritenuto che il cittadino non avesse violato alcuna norma, pur essendoci delle previsioni sulle bandiere straniere risalenti a un protocollo del 1915.

La regolamentazione dei vessilli esteri non è davvero nuova in Danimarca, dove difatti il citato protocollo prevedeva il divieto di issare le bandiere delle nazioni in guerra per evitare implicazioni militari. Il Paese non vuole difendere soltanto l’identità nazionale, ma anche la neutralità. Non a caso, insieme alle bandiere straniere, vengono vietate anche quelle di movimenti politici o culturali.

Le bandiere straniere, per lo meno quelle vietate, restano consentite soltanto negli edifici delle ambasciate e dei consolati, nonché in eventi sportivi internazionali e celebrazioni ufficialmente riconosciute. Per tutto il resto, sarà necessario ottenere un’autorizzazione ufficiale (anche per issare la bandiera fuori da casa propria) ed evitare così pesanti sanzioni.

Tutelando il Dannebrog (letteralmente “panno danese”) il Paese vuole rafforzare la coesione sociale e preservare l’identità nazionale unica che lo contraddistingue. Si tratta peraltro della più antica bandiera nazionale ancora esistente, essendo stata adottata per la prima volta nel 1625, ma con origini ancora più lontane. Il senso di unità della Danimarca, di fatto, è ben radicato e risale addirittura al Medioevo, quando per prima la nazione ha collegato la propria identità a una bandiera simbolica.

Non stupisce l’attaccamento alla bandiera, né il tentativo di preservare il senso di appartenenza in un mondo in cui tutto è sempre più globale. In un momento storico delicato come questo, peraltro, mantenere lo storico distacco dai Paesi esteri non nordici non fa altro che giovare a Copenaghen. Certo, a dispetto dell’inclusione e della multiculturalità che invece caratterizzano la vita danese.

Perché queste bandiere sono ancora ammesse in Danimarca

Come anticipato, il divieto riguardante l’esposizione di bandiere diverse da quella nazionale in Danimarca non è generalizzato. Sia perché non riguarda davvero tutte le bandiere, sia perché ammette delle deroghe per incontrare le esigenze della popolazione. Anche sulle eccezioni è facile avere qualche perplessità, ma andiamo con ordine. La nuova legge preserva innanzitutto le bandiere della Groenlandia e delle Isole Faroe, in qualità di territori autonomi sotto la sovranità danese. In caso contrario, la Danimarca avrebbe minato direttamente l’autonomia che la normativa riconosce loro, ma anche i propositi di coesione sociale e identitaria, perciò l’eccezione è assolutamente coerente. Ci sono poi le bandiere delle organizzazioni internazionali riconosciute e di cui fa parte la stessa Copenaghen, tra cui:

  • Nato;
  • Unione europea;
  • Onu.

Anche in questo caso, non c’è dubbio sull’opportunità di mantenere queste bandiere sul territorio danese. Oltre a salvaguardare l’impegno e l’appartenenza della Danimarca bisogna infatti considerare che non sono in alcun modo lesive dell’identità nazionale. Il divieto, inoltre, non riguarda consolati, ambasciate e circostanze particolari. Insomma, fino a qui tutto bene. Si arriva però poi ad alcune bandiere straniere, in particolare:

  • Svezia;
  • Norvegia;
  • Finlandia;
  • Germania.

Proprio così. La Danimarca vieta tutte le bandiere straniere, fatta eccezione non soltanto per i Paesi nordici ma anche per la Germania. Una previsione discutibile, che non manca di alimentare la polemica. Nessuno si offende per il trattamento di favore riservato ai Paesi scandinavi, Svezia e Norvegia condividono cultura, storia e tradizioni, tanto da avere bandiere straordinariamente simili. La Finlandia, anche, è spesso accomunata per ragioni geologiche, economiche, linguistiche e culturali. La presenza della bandiera tedesca, 80 anni dopo la breve ma dolorosa occupazione della Germania nazista, suscita però qualche perplessità. La scelta danese, tuttavia, non è deliberata.

La Danimarca conserva infatti un’ampia minoranza tedesca nella Contea dello Jutland meridionale, che apparteneva alla Germania prima del trattato di Versailles. Il tedesco è una delle lingue più diffuse nel Paese, con tanto di varianti locali e scuole in cui viene insegnata come prima lingua. Impossibile escludere la Germania dall’identità nazionale senza sopprimerla, ma lo stesso non si può forse dire delle connessioni con tanti altri Paesi? La questione resta dibattuta a livello sociale, ma non bisogna neanche perdere di vista l’effettivo proposito della bandiera nazionale.

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