Sigarette, l’Italia non perde il vizio: fuma 1 cittadino su 5

Marco Ciotola

30 Maggio 2019 - 19:52

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11,6 milioni i fumatori nel Belpaese: variano le modalità tra generazioni differenti ma il vizio non accenna a decrescere. I dettagli

Sigarette, l’Italia non perde il vizio: fuma 1 cittadino su 5

Un italiano su 5 fuma. È sicuramente questa la lettura di maggiore impatto che è possibile estrapolare dal report targato Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), documento che studia le abitudini del Belpaese per quel che riguarda il vizio del fumo.

Il rapporto - che sarà presentato domani in occasione dell’annuale World No Tobacco Day - quantifica in 11,6 milioni i fumatori in Italia, con una netta maggioranza degli uomini (7,1 milioni contro i 4,5 milioni di donne).

L’auspicata massiccia diminuzione, figlia di campagne di sensibilizzazione e messaggi che mirano a scoraggiare il più possibile dalle sigarette, sembra non essersi affatto realizzata, almeno non nelle misure sperate.

A variare sono solo le abitudini, che vedono i più giovani preferire le sigarette fatte a mano, specie al Sud. Eppure, anche se in costante aumento, si tratta ancora di numeri irrilevanti, tanto che più del 90% dei fumatori è ancora totalmente legato alle sigarette tradizionali.

Sigarette, l’Italia non perde il vizio: fuma 1 cittadino su 5

Il World No Tobacco Day di quest’anno si focalizzerà in particolar modo sulle conseguenze del fumo a livello polmonare.

Ma un inevitabile occhio andrà ai numeri del nostro Paese, per nulla soddisfacenti specie tra i giovani, che fanno registrare una frequenza importante nel ricorso quotidiano alla sigaretta: oltre la metà dei fumatori compresi nella fascia d’età che va dai 15 ai 24 anni fuma già più di 10 sigarette al giorno, il 10% più di 20.

1 su 4 tra i fumatori maschi è un forte fumatore, ovvero consuma più di un pacchetto al giorno. Minore il consumo giornaliero, in media, tra le donne, anche se la metà delle fumatrici si assesta su una costante che va tra le 10 e le 20 sigarette al giorno.

Quanto può costare tutto questo sul fronte salute? Moltissimo secondo quanto messo in conto dall’OMS nel suo report, che parla di almeno 80.000 morti l’anno in Italia per cause legate al fumo.

Ben più spaventosi i dati messi in evidenza dall’Organizzazione in ottica globale: il fumo da sigarette ucciderà 8 milioni di persone all’anno entro il 2030 se non varieranno le abitudini attualmente riscontrate, e se le politiche di contrasto resteranno le stesse di oggi.

Politiche di contrasto che Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche ’Mario Negri’, intende spingere in maniera sempre più decisa, specificando che l’attuale divieto va esteso “nei luoghi chiusi pubblici e nei luoghi di lavoro pubblici e privati”.

In più - ha spiegato Garattini - vanno vietate le pubblicità alle sigarette elettroniche e agli heated tobacco products, ovvero il tabacco riscaldato.

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