Nuova era glaciale in arrivo, uno studio lancia l’allarme. Tutta colpa del riscaldamento globale

Redazione Green

13/02/2024

13/02/2024 - 10:25

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Il riscaldamento globale può innescare una nuova era glaciale, il collasso della corrente oceanica nell’Atlantico (AMOC) avrà conseguenze “incalcolabili”. Parola agli esperti.

Nuova era glaciale in arrivo, uno studio lancia l’allarme. Tutta colpa del riscaldamento globale

Il riscaldamento globale può innescare una nuova era glaciale nel nord Europa.

Le correnti nell’Oceano Atlantico rappresentano uno dei cosiddetti “punti critici” di cui si parla affrontando il tema del cambiamento climatico.

Se il riscaldamento globale dovesse progredire ai ritmi attuali, c’è il rischio che le correnti oceaniche cambino, e ciò causerebbe dei cambiamenti irreversibili per il mondo e l’umanità.

A dimostrarlo è un articolo scientifico pubblicato sulla rinomata rivista Nature Communications, in cui Peter Ditlevsen, fisico teorico e professore al Niels Bohr Institute (Università di Copenaghen), e sua sorella Susanne Ditlevsen, professoressa di statistica presso la stessa università, sarebbero riusciti a dimostrare che la corrente oceanica rischia di collassare in questo secolo, molto probabilmente nel 2057.

Molto prima di quanto previsto dall’IPCC delle Nazioni Unite.

Se ciò dovesse accadere, le conseguenze sarebbero enormi per il Nord Europa. In alcuni posti probabilmente sarà difficile coltivare”, ha commentato il danese Andreas Nyholm, meteorologo di TV 2 Vejret.

“Ciò può portare a delle condizioni nella nostra parte del mondo che ricordano una nuova era glaciale”.

Nuova era glaciale in vista? Colpa del riscaldamento globale

Sembra un controsenso: come fa il riscaldamento climatico a far sì che scenda la temperatura in alcune parti del mondo?

Con il continuo aumento delle temperature a livello globale, lo scioglimento del ghiaccio della Groenlandia subirà un’accelerazione, aumentando così la quantità di acqua riversata in mare.
Di conseguenza, una quantità sempre maggiore di acqua dolce verrà riversata nell’Atlantico settentrionale.

Ciò interromperebbe il cosiddetto “capovolgimento meridionale della circolazione atlantica” (AMOC, dall’inglese Atlantic meridional overturning circulation), che trasporta l’acqua fredda verso climi più caldi e l’acqua calda verso nord.

In questo modo, le aree intorno all’Oceano Atlantico sono temperate e hanno un clima piacevole. In Europa rende gli inverni molto più miti di quanto sarebbero altrimenti.

L’AMOC è fondamentale per la regolazione climatica globale. Ma con l’aumento della quantità di acqua dolce nell’Atlantico settentrionale, la densità dell’acqua diminuisce. L’acqua dolce non è abbastanza pesante da affondare e quindi la circolazione si interrompe.

Nyholm definisce l’AMOC un “nastro trasportatore” di acqua calda e fredda e spiega come, con la temperatura mondiale che diventa gradualmente sempre più calda, infine questo nastro trasportatore collasserà. E in Europa farà rapidamente sempre più freddo.

La temperatura nel Nord Europa scenderebbe costantemente al di sotto dello 0 se l’AMOC dovesse crollare.
Si stima, ad esempio, che in Danimarca la temperatura media scenderebbe di 20-25 gradi in un secolo. Un calo della temperatura molto violento, che potrebbe portare all’inizio di una nuova era glaciale, come sottolinea il meteorologo.

Tali previsioni sono in contrasto con il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, che ritiene improbabile un vero e proprio collasso nel corso di questo secolo.

A quando il collasso?

Il crollo dell’AMOC potrebbe verificarsi nel corso di questo secolo, mostra lo studio dei fratelli Ditlevsen.
Le conseguenze saranno ingestibili: la stagione delle piogge nella foresta amazzonica cambierà, la stagione secca diventerà stagione delle piogge e viceversa. E questo potrebbe significare il collasso della foresta amazzonica (se non è già iniziato, a causa del riscaldamento globale).

Ciò che è più probabile, in base allo studio, è l’arrivo di collasso delle correnti verso la metà o la fine di questo secolo. Esiste quindi una “buona probabilità” che i giovani di oggi possano sperimentarlo.

Un barlume di speranza

Ma c’è ancora un briciolo di speranza secondo Peter Ditlevsen:

Dobbiamo fare qualcosa. Ci sono due possibilità: mitigare alcuni degli effetti accelerando la transizione verde o adattarsi.
Abbiamo parlato dell’obiettivo di un aumento massimo della temperatura di 1,5 gradi fissato dall’Accordo di Parigi, ed è stato superato da tempo. Ad essere realistico è un aumento di 3-4 gradi.

Il passaggio da una società fossile a una società verde è quantomai urgente.

Le critiche allo studio

È necessario sottolineare che vi è ancora grande incertezza su quando (o se) l’AMOC crollerà, piuttosto che subire solo un indebolimento.

Nell’ultimo rapporto principale dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, composto dall’Organizzazione meteorologica mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) il rischio di collasso dell’AMOC è stato definito “basso”, ma di grande importanza.

Tuttavia, alla luce dei numerosi nuovi studi sul tema, si fa più probabile che l’IPCC porti questo “punto critico” ad un livello di rischio di categoria media all’interno del prossimo report.

Nel frattempo, Peter e Susanne Ditlevsen si sono ritrovati nel mezzo di un’enorme tempesta mediatica da quando il loro studio è stato pubblicato lo scorso luglio.

La loro ricerca, che ha fatto il giro del mondo, è stata definita provocatoria. Sono stati criticati dal New York Times, da El Pais, dalla CNN e da centinaia di altri media per settimane. Ma se avessero ragione?

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