Imposte dirette e indirette: cosa sono, quali sono e differenza

Patrizia Del Pidio

8 Febbraio 2024 - 12:16

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Cosa sono e quali sono le imposte dirette e indirette? Ecco una definizione chiara, con differenza, classificazione ed elenco completo.

Imposte dirette e indirette: cosa sono, quali sono e differenza

Imposte dirette o indirette, che differenza c’è? Il tributo, di qualsiasi natura esso sia, prevede un prelievo coattivo di ricchezza sui contribuenti e a fissare le modalità è il sistema fiscale dello Stato o gli enti pubblici territoriali che si occupano della riscossione. Le entrate fiscali che derivano dalle imposte servono, in larga parte, a coprire i servizi pubblici indivisibili e non individualizzabili. Proprio per questo motivo, in percentuale, a coprire queste spese provvedono tutti i contribuenti.

Quello che va chiarito, però, è che non tutte le imposte hanno la stessa natura e possono essere suddivise in diversi modi. La prima grande differenza che si può notare è quella che suddivide i tributi tra imposte dirette e imposte indirette, ovvero due tipologie che agiscono in maniera differente sul contribuente.

In questo articolo andremo a fornire un quadro quanto più completo possibile sulla classificazione delle imposte che, di volta in volta, possono colpire il patrimonio, il reddito o i consumi.

Ecco una guida pratica per il contribuente.

Cosa sono le imposte dirette e indirette: definizione e caratteristiche

Anche se nel linguaggio comune tasse e imposte sono due vocaboli utilizzati come sinonimo, si tratta di due tipologie di tributi differenti. Le tasse sono richieste finanziare un servizio specifico di cui il contribuente fruisce (come, ad esempio, la tassa di soggiorno dovuta all’ente locale tramite la struttura ricettiva) mentre le imposte sono indipendenti dalla fruizione del servizio e sono utilizzate per finanziare i servizi generali a carico dello Stato (ad esempio la pubblica sicurezza o la sanità).

Analizziamo nello specifico le imposte che, come abbiamo detto, si caratterizzano per l’obbligatorietà e la coattività del prelievo economico nei confronti del contribuente.

La distinzione principale delle imposte, in relazione al momento in cui colpiscono la ricchezza, è in:

  • imposte dirette;
  • imposte indirette.

Le imposte dirette colpiscono la ricchezza sia nel momento in cui viene prodotta (reddito) sia la ricchezza già maturata (patrimonio), mentre le imposte indirette agiscono sulla ricchezza nel momento in cui viene trasferita o consumata (vendita di un bene, acquisti, trasferimenti).

Le imposte indirette sono quelle che colpiscono la ricchezza nel momento in cui viene trasferita (ad esempio l’imposta di registro) o consumata (ad esempio l’Iva che si applica ai consumi) e si caratterizzano per il fatto che si trasferiscono da chi è tenuto a pagarle ad altri soggetti.

La classificazione tra tributi, imposte, tasse e contributi

Il gettito fiscale di ogni Stato è formato dalla somma dei tributi che lo stesso prevede con lo scopo di far concorrere tutti alla spesa pubblica. La disciplina del tributo, in Italia, è regolata dall’articolo 23 della Costituzione che sancisce che “nessuna prestazione patrimoniale o personale può essere imposta se non in base alla legge”.

In Italia esistono diversi tributi (prelievo coattivo di ricchezza) i quali si suddividono in:

  • imposte che si caratterizzano per la obbligatorietà e sono totalmente indipendenti dalla fruizione di un servizio. Infatti, esse sono dipendenti esclusivamente dall’azione del soggetto passivo (il contribuente che ad esempio pone in essere un’attività d’impresa e per il semplice fatto di aver dato vita a un’attività è soggetto al versamento di una imposta);
  • tasse che sono il corrispettivo per un servizio fornito dallo Stato e dagli Enti locali (ad esempio la tassa sui rifiuti);
  • contributi si caratterizza per il fatto che racchiude in sé sia l’obbligatorietà tipica delle imposte che la corrispettività tipica delle tasse. Consiste nel pagamento di una somma di denaro per il finanziamento di un servizio pubblico non richiesto direttamente dal singolo contribuente (ad esempio contributo per la rete stradale).

La differenza tra imposte dirette e indirette: la classificazione

Le differenze tra imposte dirette e indirette sono molteplici, ma la principale e più importante differenza è rappresentata dalla progressività. Mentre le imposte dirette, quelle che colpiscono prevalentemente reddito e proprietà, sono più progressive poiché prevedono un pagamento più alto da chi possiede di più (sia come reddito che come patrimonio), le imposte indirette, visto che sono prelevate su servizi e beni, colpiscono tutti nella stessa misura e non tengono conto del reddito.

Proprio per questo motivo le imposte indirette sono considerate una forma di tassazione regressiva visto che colpiscono più pesantemente chi ha un reddito più basso (pagare la stessa Iva su un bene, appare logico, colpisce maggiormente chi ha meno reddito rispetto a chi ne ha di più, solo per portare un esempio).

Da notare, inoltre, che le imposte indirette possono essere utilizzate anche per cambiare i comportamenti del consumatore. Facciamo qualche esempio concreto per capire in che modo. Se si applica una aliquota più elevata su beni considerati dannosi (come ad esempio l’alcol o il tabacco), si disincentiva il cittadino dall’utilizzo. Questo modo di utilizzare le imposte indirette (si pensi alle accise sui tabacchi, ad esempio) ha anche lo scopo di ridurre i costi che il servizio sanitario nazionale è costretto a sostenere per i danni provocati dai prodotti poco salutari.

Le imposte indirette, poi, possono essere utilizzate anche per incentivare l’industria nazionale visto che uno Stato può decidere di applicare dazi doganali sull’importazione di beni prodotti da Paesi esteri rendendoli meno competitivi.

Quali sono le imposte dirette: l’elenco completo

Come abbiamo detto, le imposte dirette colpiscono la ricchezza del contribuente se già esistente come il patrimonio, o nel momento in cui viene generata.

Ecco le principali imposte dirette attualmente vigenti nel sistema tributario italiano:

  • Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche) è un’imposta diretta di tipo personale e progressivo che colpisce il reddito complessivo che le persone residenti in Italia producono in qualsiasi parte del mondo ed il reddito che i non residenti producono in Italia;
  • Ires (Imposta sul reddito delle società) è un’imposta di tipo proporzionale e si applica solo ai soggetti con personalità giuridica, quindi, SpA, Srl, società cooperative e di mutua assicurazione ed enti;
  • Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) è un’imposta regionale sul valore aggiunto di tipo proporzionale e reale poiché colpisce la ricchezza al momento della sua produzione;
  • Isos (Imposta sostitutiva sui redditi da capitale) il presupposto di questa imposta proviene dal reddito generato da investimenti di capitale;
  • Imu (Imposta municipale unica) il presupposto di questa imposta è il possesso di beni immobili.

Le imposte dirette in relazione all’oggetto della loro imposizione si distinguono in:

  • imposte sul patrimonio, colpiscono la ricchezza che il contribuente già detiene;
  • imposte sul reddito, colpiscono la ricchezza che il soggetto produce annualmente.

Inoltre, in relazione alla valutazione o meno della situazione economica familiare si distinguono:

  • imposte personali, colpiscono la ricchezza tenendo conto delle condizioni familiari, economiche e sociali dei contribuenti, come ad esempio l’Irpef;
  • imposte reali, colpiscono la ricchezza oggettivamente considerata escludendo la valutazione della situazione familiare, come ad esempio l’Imu.

Imposte dirette reali e personali

Le imposte dirette, a loro volta, si differenziano in imposte reali e personali. Le imposte reali sono quelle che colpiscono la tipologia di reddito, come ad esempio il reddito da lavoro autonomo, da lavoro dipendente, da impresa, reddito da fabbricato, ecc.. Questo tipo di imposta non tiene conto delle condizioni del nucleo familiare, delle condizioni sociali ed economiche del contribuente.

Le imposte personali, invece, sono quelle che colpiscono tutta la ricchezza di un soggetto ma tengono conto anche delle sue condizioni familiari, sociali ed economiche. L’esempio di una imposta diretta personale è l’Irpef che colpisce il reddito prodotto, ma prevede, grazie alle detrazioni, una tassazione minore per una famiglia numerosa.

Quali sono le imposte indirette: l’elenco completo

Ecco le imposte indirette più importanti attualmente vigenti nel sistema tributario italiano:

  • Iva (Imposta sul valore aggiunto) è un’imposta applicata alle cessioni di beni e servizi e colpisce solo il valore aggiunto in ogni fase del processo produttivo e distributivo. Le aliquote previste in Italia sono tre: ordinaria del 21%, oppure quelle ridotte del 4% e del 10%;
  • Imposta-di-registro si applica ad esempio per trasferimenti di beni mobili ed immobili e sia quando il trasferimento è soggetto a registrazione obbligatoria sia quando la stessa avviene per volontà del contribuente;
  • Imposta-di-bollo è un’imposta applicata nel momento in cui si richiede, produce o presenta un documento;
  • Imposta sulle successioni e sulle donazioni è un’imposta dovuta per il trasferimento della proprietà od altri diritti sia a causa di morte che per liberalità;
  • Imposta catastale e ipotecaria soggette all’imposta sono le volture catastali e gli atti formali che riguardano il trasferimento di beni immobili.

Le imposte indirette, invece, distinguono in:

  • imposte sugli scambi (come l’imposta sul valore aggiunto);
  • imposte sui trasferimenti a titolo gratuito (successioni e donazioni);
  • imposte sui trasferimenti a titolo oneroso o sugli affari (registro, bollo, ipotecarie ecc.);
  • imposte sui consumi o di fabbricazione (come le accise).

Imposte: distinzione per calcolo dell’ammontare

In relazione alla misura e alle modalità di calcolo dell’ammontare le imposte possono, poi, distinguersi in proporzionali, regressive e progressive.

Le imposte proporzionali sono quelle in cui l’aliquota è costante, cioè il suo ammontare aumenta in modo proporzionale all’aumentare della base imponibile, come nel caso dell’Ires.

Le imposte regressive sono quelle caratterizzate da un’aliquota decrescente, ossia il suo ammontare diminuisce all’aumentare della base imponibile.

Le imposte progressive, infine, sono quelle in cui il suo ammontare aumenta in maniera più che proporzionale rispetto all’aumentare della base imponibile, in questo caso si parla di un’aliquota crescente, come nel caso dell’Irpef.

In linea generale esistono tre tipi di progressività:

  • progressività per deduzione o detrazione;
  • progressività per classi;
  • progressività per scaglioni.

L’articolo 53 della Costituzione italiana prescrive che il sistema tributario del nostro Paese sia informato a criteri di progressività.

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