Jensen Huang, CEO di Nvidia, analizza il futuro dell’AI e svela in quale settore concentrerebbe oggi la sua carriera se fosse un giovane studente o neolaureato.
Durante una visita a Pechino, il CEO di Nvidia Jensen Huang, interrogato da un giornalista sul percorso professionale che avrebbe scelto se si fosse laureato nel 2025, ha risposto con sorprendente chiarezza che si sarebbe dedicato “più alle scienze fisiche che a quelle informatiche”.
Eppure, una tale dichiarazione arriva da un leader che ha plasmato l’intero settore delle tecnologie digitali, portando Nvidia a diventare la società di maggior valore al mondo, con una capitalizzazione di mercato che ha superato la soglia dei 4 mila miliardi di dollari. Secondo quanto riportato dalla CNBC, Huang si dice però particolarmente ottimista riguardo all’“intelligenza artificiale fisica” o a quella che lui chiama la “prossima ondata”. Ed è proprio in questa visione rivolta al futuro che risiede l’origine della sua risposta.
Perché Jensen Huang si dedicherebbe alle scienze fisiche?
Laureato in ingegneria elettrica presso la Oregon State University e successivamente a Stanford, Huang ha fondato la sua carriera sull’informatica, sui semiconduttori e sullo sviluppo delle GPU, i chip che hanno trasformato in pochi anni la potenza di calcolo a disposizione dell’intelligenza artificiale. Ma è proprio lui a sottolineare la centralità che hanno oggi le discipline come fisica, chimica, astronomia o scienze della Terra, cioè tutto ciò che riguarda i sistemi non viventi.
Secondo Huang, la nuova ondata di progresso tecnologico si giocherà su uno stretto intreccio tra hardware, software e scienze fisiche. L’intelligenza artificiale, i modelli generativi e le tecnologie emergenti come l’agentic AI e la physical AI stanno sancendo la necessità di una formazione solida nelle scienze fondamentali e questo approccio multidisciplinare servirà sia a perfezionare dispositivi sempre più evoluti che a esplorare nuove frontiere nella simulazione, nella robotica e nei sistemi autonomi avanzati.
Oggi, infatti, la direzione suggerita dal CEO punta verso una simbiosi in cui la conoscenza fisica dei fenomeni diventa cruciale per progettare sistemi AI capaci di interagire con il mondo reale, andare oltre la pura elaborazione informatica e risolvere problemi concreti.
Non a caso, lo stesso Huang ha ricordato che la nascita di Nvidia nel 1993 sia stata frutto non solo dell’intuito imprenditoriale ma anche della capacità di cogliere la trasformazione del settore, dalla grafica per videogiochi al deep learning, fino alle attuali soluzioni AI capaci di rivoluzionare l’industria e la ricerca scientifica.
La nuova ondata della physical AI e l’importanza dell’interdisciplinarità
Il messaggio di Huang ha quindi una portata concreta per milioni di giovani chiamati a scegliere il proprio percorso universitario e professionale. Se da un lato la programmazione rimane centrale per sviluppare software e algoritmi, la progettazione dei nuovi sistemi AI richiede, secondo il CEO, una solida comprensione dei principi fisici che regolano il mondo e la materia.
L’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, delle reti neurali del continuo salto di scala delle capacità computazionali impongono sempre più una visione interdisciplinare della formazione. Proprio per questo, Jensen Huang ha più volte enfatizzato che la sfida tecnologica dei prossimi anni riguarderà la capacità di creare AI in grado di osservare, pianificare, apprendere e agire nel contesto fisico.
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