La via ferrata di Giovanni Pascoli: l’analisi del testo e la vita dell’autore

Stefano Rizzuti

22/06/2022

22/06/2022 - 12:36

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Prima prova della maturità 2022, la traccia di analisi del testo scelta è La via ferrata di Giovanni Pascoli. Vediamo tutto quello che c’è da sapere sull’autore e sull’opera.

La via ferrata di Giovanni Pascoli: l’analisi del testo e la vita dell’autore

La prima prova dell’esame di maturità 2022 è iniziata e sono uscite le tracce d’italiano. Tra le sette tracce tra cui scegliere c’è l’analisi del testo di un’opera di Giovanni Pascoli: La via ferrata. Vediamo insieme quali sono le informazioni essenziali da conoscere sull’autore, sulla sua opera e nello specifico su questa poesia.

Pascoli, ricordiamo, è stato un poeta, professore universitario e critico letterario italiano: ha raggiunto la notorietà tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, diventando uno dei più famosi autori della letteratura italiana e facendo parte del movimento del Decadentismo. Entriamo nel dettaglio sull’autore e sull’opera che fanno parte della prima prova della maturità 2022.

Chi è Giovanni Pascoli

Pascoli è nato il 31 dicembre 1866 ed è morto il 6 aprile 1912. Poeta, professore universitario e critico letterario, il suo equilibrio familiare è stato distrutto dalla morte del padre nel 1867. L’anno dopo ha subito anche la perdita della madre e poi della sorella e di due fratelli. Ha studiato Lettere all’università di Bologna.

In seguito al suo attivismo politico viene arrestato nel 1879 durante una manifestazione: passando alcuni mesi in carcere decide di allontanarsi dall’azione politica. Inizia a insegnare nei licei nel 1882. Si allontana gradualmente dal mondo esterno, chiudendosi in una vita privata e nel suo pessimismo.

Percepisce il matrimonio della sorella Ida come una sorta di tradimento del nido familiare. Inizia a quel punto una vita sempre più appartata, proseguendo la sua carriera universitaria. Nel 1905 subentra a Giosuè Carducci alla cattedra di letteratura italiana all’università di Bologna.

Celeberrimo, nel 1911, il suo discorso La grande proletaria si è mossa con cui esprime l’appoggio alla guerra coloniale. Muore nel 1912 a Bologna.

Le opere di Pascoli e il movimento letterario

Pascoli appartiene al movimento letterario del Decadentismo, anche se qualcuno lo definisce coerente pure con il Simbolismo. Il Decadentismo è un movimento letterario che si è diffuso alla fine dell’800 e percepisce il presente come un’epoca di decadenza. Parliamo di un movimento radicalmente pessimista, per cui la vita umana è basata sul dolore. E la ricetta di Pascoli è quella di invocare la fratellanza per sopportare questo dolore.

Questa sono le raccolte di poesie pubblicate da Pascoli:

  • Myricae (1891)
  • Poemetti (1897)
  • Canti di Castelvecchio (1903)
  • Poemi conviviali (1904)

A queste si deve aggiungere il saggio Il fanciullino in cui, nel 1897, espone la sua poetica. I temi della poesia di Pascoli sono soprattutto la natura, la campagna, la vita contadina, le piccole cose e racconta anche le vicende familiari che ha vissuto in prima persona.

La via ferrata di Pascoli

La via ferrata, uscita alla prima prova della maturità 2022, fa parte della raccolta poetica Myricae, del 1891, di Giovanni Pascoli: è la sua prima raccolta di poesie. Molti testi, in realtà, erano già stati pubblicati su alcune riviste. La raccolta si è poi allargata nel tempo con le edizioni successive, passando dalle 22 poesie della prima edizione alle 156 di quella finale.

Il titolo è una citazione della quarta bucolica di Virgilio e il suo obiettivo è quello di mettere al centro le piccole cose. La raccolta contiene soprattutto componimenti brevi sulla vita campestre e la natura. Inoltre ricorre spesso l’immagine dei suoi familiari morti.

La via ferrata ha una metrica di endecasillabi su tre strofe: sono due terzine e una quartina. Lo schema delle rime è ABA CBC DEDE. Viene descritto sin dall’inizio un paesaggio campestre, con l’immagine delle mucche al pascolo che guardano il passaggio del treno e viene evocata l’immagine della via ferrata.

Nella seconda terzina si fa riferimento anche al telegrafo, una nuova invenzione dell’epoca. Poi inizia la descrizione dei rumori del treno, riproducendo i suoni emessi dai fili del telegrafo toccati dal vento.

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