Gas russo, ora l’Ue può imporre l’obbligo di razionamenti su luce, aria condizionata e riscaldamenti già da agosto

Giacomo Andreoli

20/07/2022

20/07/2022 - 16:01

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La Commissione Ue chiede il potere di dichiarare lo stato di allerta in caso di stop alle forniture dalla Russia e imporre la riduzione obbligatoria del consumo di gas del 15% in tutto il Continente.

Gas russo, ora l’Ue può imporre l’obbligo di razionamenti su luce, aria condizionata e riscaldamenti già da agosto

Aria condizionata con temperature più alte e meno luce e gas ridotto per cucinare già da agosto, in attesa di possibili restrizioni ai riscaldamenti in autunno. La Commissione europea ha presentato il piano “Risparmiare gas per un inverno senza rischi”, che prevede una serie di interventi in caso di stop al gas russo.

Rispetto a quanto trapelato nei giorni scorsi viene confermato il target di riduzione dei consumi di gas del 15% da agosto 2022 fino a marzo 2023. L’obiettivo viene posto da subito come volontario, ma in caso di emergenza, se il piano verrà approvato dal Consiglio europeo, diventerà un vincolo obbligatorio.

Ogni Stato membro potrà scegliere come raggiungere il target, ma evidentemente in caso di emergenza saranno necessari interventi generalizzati, in linea con i piani straordinari già elaborati dai singoli governi. Piani che coinvolgono aziende pubbliche e private, così come tutti i cittadini nelle loro abitazioni (a cui, però, sarebbe ovviamente impossibile imporre obblighi senza margini).

Von der Leyen: “stop totale al gas russo è probabile”

Secondo la presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, “il quadro è complesso e dobbiamo prepararci allo scenario probabile di uno stop totale al gas russo”, evitando nuovi possibili ricatti con un eventuale razionamento del 15%. Così si risparmierebbero in tutto 45 miliardi di metri cubi di gas. “Questa riduzione - spiega la numero uno della Commissione- ci permetterebbe di superare in sicurezza l’inverno in qualsiasi caso”.

Von der Leyen ha poi spiegato che il peggior nemico dell’Unione, in questa fase, è la frammentazione interna tra gli Stati, invitando all’unità e alla solidarietà reciproca nelle difficile scelte da intraprendere nei prossimi mesi. La sua è stata una diretta risposta ai malumori filtrati da diversi governi europei rispetto al piano di emergenza della stessa Commissione.

Le perplessità dei governi europei

Gli Stati membri si confronteranno in merito nelle riunioni degli ambasciatori presso l’Ue che si terranno fino a lunedì, con l’obiettivo di arrivare al Consiglio europeo straordinario sull’energia del 26 luglio con un’intesa. Lì, infatti, gli esecutivi europei dovranno dire sì o no allo schema messo in piedi dalla Commissione. Difficilmente, nonostante l’appello di Von der Leyen all’unità, si arriverà a un ok senza modifiche.

Il piano è per la precisione un regolamento e per approvarlo devono essere a favore almeno 15 Paesi su 27 e devono rappresentare almeno il 65% della popolazione totale dell’Unione. Per bloccarlo, quindi, bastano 4 Stati che rappresentano più del 35% dell popolo europeo.

Piano di emergenza europeo, gli altri interventi previsti

Nel piano della Commissione piano si prevede di imporre, come è già stato fatto in Italia seppur ancora non ci sia la piena allerta, temperature minime e massime all’interno degli edifici pubblici: si ragiona sul limitare il riscaldamento a 19° e il raffreddamento a 25°. L’imposizione sul riscaldamento non superiore a 19°, laddove fattibile, potrebbe essere estesa anche a uffici privati e grandi negozi, a partire dai centri commerciali.

Ma non solo: si spingerebbero gli Stati membri a promuovere campagne pubbliche per il risparmio di gas nelle case, tramite l’abbassamento del termostato di un grado. In questo caso non ci sarebbe un obbligo, impossibile da imporre, ma una sorta di forte “moral suasion”.

La Commissione esorta poi gli Stati membri a usare i fondi del Repower Ue e del Next generation (modificando leggermente il Pnrr) per risarcire una serie di aziende a cui verrà chiesto il taglio della domanda di gas.

Infine l’esecutivo Ue invita a prolungare la vita delle centrali nucleari e a carbone, allentando temporaneamente i vincoli ambientali e stabilirà linee guida per determinare le priorità tra i clienti non protetti in caso di gravi interruzioni di forniture tramite gli operatori nazionali.

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